Con l’associazione I Girasoli l’accoglienza dei migranti è sinonimo di “normalità” | Sicilia che cambia

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Caltanissetta – Dal 2004 l’associazione I Girasoli onlus è un esempio di accoglienza, tutela e integrazione di richiedenti asilo di minori, uomini, donne e famiglie che arrivano in Sicilia dalle coste del Mediterraneo. Con flussi più o meno continui nel corso di questi ultimi anni, soprattutto in seguito alle emergenze in Nord Africa e Siria, l’isola, oltre a essere una delle principali porte di accesso all’Europa, è diventata anche luogo di riparo e accoglienza. L’associazione I Girasoli fa parte della rete SAI, il primo sistema pubblico per l’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati diffuso su tutto il territorio italiano che coinvolge istituzioni centrali e locali, e offre servizi di utilità collettiva solidali ispirandosi ai valori della solidarietà, dell’impegno e dello spirito comunitario.

Da Mazzarino, dove tutto ha avuto origine, il modello di accoglienza diffusa proposto dall’associazione si è replicato anche in altri comuni della provincia nissena, da Caltanissetta a Riesi, da Sutera e Milena. Il capoluogo ospita migranti adulti provenienti da Paesi dell’Africa e del Medio Oriente rendendo la città un calderone etnico incredibile, a Riesci e a Sutera si accolgono soprattutto le famiglie, a Milena si trova il progetto più giovane in tutti i sensi: la comunità per minori nata nel 2018.  

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«Nell’accoglienza diffusa non ci sono grandi numeri, le persone accolte vengono suddivise in appartamenti monofamiliari se si tratta di famiglie o in sistemazioni in cui riuniamo 4, 5 persone singole. A tutte loro viene data la possibilità di costruirsi una “cassetta degli attrezzi”, come mi piace chiamarla – commenta Calogero Santoro presidente dell’associazione I Girasoli –, per andare avanti nel proprio percorso. Imparano la lingua italiana, seguono corsi di formazione e tirocini informativi ma anche attività ludiche. Teniamo non solo alla possibilità di uno sviluppo professionale, ma anche all’aspetto socio-morale e culturale, come dovrebbe essere per tutti e tutte noi». 

L’associazione I Girasoli promuove un modello di accoglienza diffusa
IN COSA CONSISTE L’ACCOGLIENZA DIFFUSA PROMOSSA DA I GIRASOLI?

L’accoglienza diffusa non garantisce soltanto vitto e alloggio, promuove e realizza attività di accompagnamento sociale che mirano alla conoscenza del territorio e all’accesso concreto ai servizi locali e anche l’iscrizione alla scuola dell’obbligo per i minori. Particolare attenzione viene posta nei confronti degli individui più vulnerabili come disabili, persone con problemi di salute fisica e mentale, minori non accompagnati, vittime di tortura, nuclei monoparentali e donne sole in stato di gravidanza. L’accoglienza integrata prevede diversi interventi per sostenere queste persone in un’ottica di inclusione sociale e iniziative rivolte alle comunità cittadine, alla loro sensibilizzazione e informazione sui temi del diritto di asilo e delle condizioni in cui vertono i richiedenti e i titolari di protezione internazionale.

Promuovere la cultura dell’accoglienza significa restituire una nuova vita ed essere parte integrante di una società inclusiva e attenta ai diritti umani di ogni persona. «Con gli anni, a causa di scelte politiche, l’accoglienza è sempre più monca di attività che mirano allo sviluppo totale delle persone migranti. Ad esempio, il richiedente asilo non potrebbe più partecipare a tirocini finanziati, per ovviare a questa mancanza ci siamo organizzati insieme ad alcune realtà con cui collaboriamo per attivare progetti collaterali che diano servizi di orientamento al territorio, di inserimento socio lavorativo, di tutela oltre l’accoglienza», continua Calogero Santoro.

È così sono sorti sportelli di segretariato sociale a Caltanissetta e Gela, piccoli progetti contro il caporalato, terreni confiscati alla mafia in provincia di Caltanissetta in cui si svolgono attività agricole e non, insieme al corpo di volontariato europeo che permette scambi tra i giovani migranti accolti dai nostri progetti e i giovani provenienti da tutta Europa. Tra le attività agricole vi è anche una piccola fattoria sociale e multietnica con servizi legati all’antimafia così da permettere ai ragazzi e alle persone di conoscere il tessuto sociale, le attività e le opportunità del territorio durante la loro permanenza.

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Accoglienza significa restituire una nuova vita ed essere parte integrante di una società inclusiva e attenta ai diritti umani di ognuno

I minori possono fermarsi fino al compimento delle maggiore età e se in possesso di un percorso di inserimento approvato dal Tribunale dei Minori anche fino ai 21 anni per completare gli studi. Gli adulti o le famiglie possono fermarsi fino a 6 mesi oltre il conseguimento del permesso di soggiorno i cui tempi sono sempre condizionati dalle questure

NOUFOU & CO., UN’INTEGRAZIONE CHE SA DI NORMALITÀ E CASA

«Chi ha frequentato tirocini formativi, corsi sulla sicurezza, chi ha preso la patente per auto o per i carrelli elevatori è riuscito a trovare subito lavoro. Certo, non tutti si fermano, c’è chi sceglie di farlo perché si affeziona al territorio, si sente a casa e riesce a intessere relazioni», sottolinea Santoro. È il caso di Noufou dal Burkina Faso, arrivato minorenne dieci anni fa e accolto a Mazzarino. Dopo un diploma all’istituto Alberghiero e un corso in mediazione culturale, oggi lavora come mediatore in diversi centri per migranti e vive stabilmente a Caltanissetta. 

Una famiglia gambiana si è riunita in Sicilia proprio grazie all’associazione. Il padre, un militare rifugiato, era stata accolto prima a Caltanissetta e poi si è ricongiunto con la famiglia a Sutera. Lavora come mediatore e in un negozio e grazie anche al supporto di Banca Etica, da sempre a fianco dell’associazione I Girasoli, ha potuto comprare casa e allargare la propria famiglia. «Sono solo alcuni esempi, non facciamo nulla di particolare, il nostro obiettivo è fare in modo che queste persone ritrovino una normalità, una vita serena. Banca Etica ci ha aiutato molto nella nostra idea progettuale, quando tutti gli altri ci voltavano le spalle, condividendo un approccio concreto di come fare accoglienza», continua Santoro.

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Spesso la politica criminalizza i migranti rendendoli capri espiatori di problemi già esistenti
COME L’ITALIA GUARDA AI FLUSSI MIGRATORI

Un approccio che sembra essere molto distante dalle politiche attuali incentrate non solo sui tagli ma anche su una propaganda che criminalizza i migranti rendendoli capri espiatori di problemi che esisterebbero a prescindere – secondo il ministro Valditara, ad esempio, il problema della violenza sulle donne sarebbe connesso all’immigrazione illegale – e descrive i flussi migratori come una continua emergenza. Nel 2024 in Italia gli sbarchi sono stati 66.317 in diminuzione rispetto al 2023, che ha visto arrivare sulle coste italiane circa 160.000 persone.

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Numeri lontani da una vera e propria emergenza che danno l’idea di un fenomeno migratorio strutturale che va trattato come tale e che esiste da sempre. A causa di determinate condizioni socio-economiche, climatiche, geopolitiche milioni di persone sono fuggiti e continueranno a fuggire da conflitti, violenze, desertificazione e fame. «C’è molta propaganda, come per i centri in Albania che dovrebbero accogliere solo quella categoria di migranti che, provenendo da paesi sicuri, oggi viene smistata nei CARA e nei CPR e poi espulsa. Ne abbiamo anche uno a Caltanissetta».

L’accoglienza integrata prevede diversi interventi per sostenere i migranti in un’ottica di inclusione sociale e iniziative rivolte alle comunità cittadine

«La maggior parte dei migranti che arriva in Italia è costituita da minori, molti sono rifugiati e richiedenti asilo. Noi stiamo lavorando a un altro tipo di accoglienza che non sia solo assistenzialismo, vorremmo concentrarci sul dopo accoglienza. Dobbiamo confrontarci con queste persone che sono ormai parte integrante della nostra società, del nostro tessuto lavorativo, economico e sociale. Noi vorremmo che diventassero figure di spicco delle realtà in cui si integrano per una società inclusiva, aperta e meritocratica», conclude Santoro. 

COSA ABBIAMO IMPARATO DA QUESTO ARTICOLO

Un approccio capillare e integrato può sostenere i migranti, offrendo loro strumenti concreti per l’autonomia, inclusi formazione, orientamento lavorativo e attività culturali. I flussi migratori vengono spesso descritti come emergenze e i tagli ai fondi penalizzano un sistema di accoglienza inclusivo e strutturale. L’accoglienza non dovrebbe fermarsi all’assistenzialismo, ma promuovere l’integrazione come un processo che trasforma i migranti in attori attivi delle comunità locali e del tessuto socio-economico.



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