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Pirateria marittima globale in calo nel 2024: il rapporto ICC/IMB

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La pirateria marittima rappresenta una minaccia attuale per l’industria marittima globale, per quanto possa suonare démodé. Mai tramontata, a riportarla sotto i riflettori è stata anche la massiccia trasmigrazione di vascelli mercantili lungo le rotte che circumnavigano l’Africa al fine di evitare i siluramenti degli nello stretto di Bab-el-Mandeb. 

La maggior attenzione dei media sulla pirateria, in bocca alla quale si sono paradossalmente spinte le portacontainer delle più grandi compagni dei Shipping del pianeta, non corrisponde tuttavia ad un suo effettivo incremento. Secondo il Rapporto ICC/IMB Piracy e Armed Robbery del 2024, il numero di incidenti riportati è infatti diminuito leggermente rispetto all’anno precedente, anche se restano preoccupazioni significative, soprattutto per la sicurezza degli equipaggi.

Pirateria: una panoramica globale

Il rapporto del 2024 ha registrato un totale di 116 incidenti classificati come ‘pirateria’ a livello globale, una leggera diminuzione rispetto ai 120 avvenimenti del 2023. Tuttavia, non tutti dati sono positivi: l’aumento del numero di membri degli equipaggi presi in ostaggio, passati da 73 nel 2023 a 126 nel 2024, e l’uso crescente di armi da fuoco, con 26 incidenti rispetto ai 15 del 2023, fanno notare un salto di qualità nella tipologia e nella finalità degli assalti.

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Di fatto, gli incidenti di pirateria marittima del 2024 sono stati suddivisi in quattro categorie, che contemplano i casi di abbordaggio delle navi (94 unità), i tentativi di attacco (13 casi), i dirottamenti (6 casi) e le navi contro le quali è stato aperto il fuoco (3 casi).

I costi ‘umani’ della pirateria 

Oltre ai dati quantitativi, il rapporto evidenzia il cosiddetto ‘impatto umano’ della pirateria. L’anno scorso, 126 membri dell’equipaggio sono stati presi in ostaggio, mentre 12 sono stati sequestrati e 1 è rimasto ferito durante gli attacchi. Senza contare che questi incidenti provocano anche traumi psicologici e interruzioni operative significative per le navi e i loro equipaggi.

Gli hotspot regionali

Nel rapporto ICC/IMB 2024 si trovano evidenziate le aree geografiche più colpite dalla pirateria.

Il Sud-est asiatico, in particolare lo Stretto di Singapore, è rimasto la regione più attiva con 43 episodi, rappresentando il 37% del totale globale. La maggior parte degli incidenti avviene di notte ed è rappresentata da furti ‘opportunistici’. Un 93% delle navi bersaglio è stato abbordato con successo, con grandi navi come bulker e petroliere spesso prese di mira.

Spostandosi in Africa Occidentale si trova un altro hotspot storico, il Golfo di Guinea, dove gli incidenti sono diminuiti significativamente, scendendo sino a 18 nel 2024 rispetto ai 22 del 2023, ma la regione resta una delle più pericolose a causa degli alti tassi di rapimento dell’equipaggio: di fatto, tutti i 12 sequestri di equipaggio a livello mondiale sono avvenuti in questa regione.

In controtendenza gli incidenti in Bangladesh, che hanno raggiunto il livello più alto in un decennio, con 14 attacchi, principalmente ai danni di navi all’ancora nel porto di Chattogram. L’Indonesia ha registrato invece 22 incidenti, tra cui due casi di pirateria con dirottamenti di chiatte e furti di carico.

Tendenze positive

Nel rapporto sono evidenziate anche alcune tendenze positive, tra le quali si annoverano l’aumento dei pattugliamenti navali e l’aderenza alle Best Management Practices (BMP) che hanno, per esempio, contribuito a ridurre gli incidenti in Africa Occidentale e al largo della Somalia.

Citata anche la collaborazione tra la Polizia Marittima Indonesiana e l’IMB, che ha significativamente ridotto i rischi in specifiche aree del Sud-est asiatico e un miglior utilizzo dei sistemi Global Maritime Distress and Safety System (GMDSS), con avvisi anticipati alle navi e risposte più celeri alle crisi.

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Saldo e stralcio

 

Per mitigare i rischi della pirateria, l’IMB raccomanda comunque un’aderenza rigorosa alle linee guida BMP, soprattutto nelle zone ad alto rischio come il Golfo di Guinea, l’incremento della tecnologia a bordo, ma, soprattutto, maggiore addestramento degli equipaggi, particolarmente per la vigilanza durante le transizioni notturne.





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