OpenAI accusa DeepSeek di furto: ha copiato ChatGpt. Ecco come

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OpenAI accusa DeepSeek di furto intellettuale: i cinesi avrebbe usato ChatGPT per addestrare R1

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OpenAI sostiene di avere prove che DeepSeek, società cinese divenuta famosa in poche ore per un format low cost di AI gratuito, ha utilizzato il suo modello per addestrarsi. 

Il gruppo Usa che ha inventato ChatGpt ritiene infatti di aver trovato prove che la startup cinese di intelligenza artificiale abbia utilizzato i modelli proprietari del gruppo americano per addestrare la propria AI di tipo open source violando in questo modo la proprietà intellettuale. Un fatto rilevante, perché la pubblicazione dei dati sulle capacità di calcolo di DeepSeek ha messo in crisi i titoli tech mondiali fondati su un modello di intelligenza artificiale a pagamento e dai forti investimenti, a partire da Nvidia, che hanno subito forti ribassi.

DeepSeek ha distillato ChatGpt?

Il produttore di ChatGpt ha dichiarato infatti al Financial Times di aver visto alcune prove di «distillazione» (distillation), che sospetta provengano da DeepSeek. Questa tecnica è utilizzata dagli sviluppatori per realizzare prestazioni migliori su modelli più piccoli utilizzando risposte (output) da modelli più grandi e più capaci che permettono di ottenere risultati simili su attività specifiche a un costo molto più basso.

La distillazione è una pratica comune nel settore, ma la preoccupazione in questo caso è che DeepSeek possa utilizzarla per costruire il suo modello concorrente e gratuito, fatto che costituisce una violazione dei termini di servizio di OpenAI.  I termini legali stabiliscono che gli utenti non possono «copiare» i suoi servizi o «utilizzare l’output per sviluppare modelli che competono con OpenAI».

L’effetto di R1 su Nvidia

La pubblicazione del modello di ragionamento R1 di DeepSeek ha sorpreso i mercati, così come gli investitori e le aziende tecnologiche della Silicon Valley. Questi modelli costruiti con pochi investimenti hanno toccato livelli alti in classifica e risultati paragonabili ai principali gruppi statunitensi.

Le azioni di Nvidia sono crollate del 17% lunedì, cancellando 589 miliardi di dollari di valore di mercato per timore che gli enormi investimenti per il suo hardware di AI potessero non essere necessari. Il titolo ha recuperato poi il 9% martedì insieme ad altri gruppi tecnologici.

Furto per distillazione?

OpenAI e il partner Microsoft hanno esaminato gli account di DeepSeek dello scorso autunno che utilizzavano l’interfaccia di programmazione delle applicazioni (Api) di OpenAI e ne hanno bloccato l’accesso per sospetto di distillazione che violava i termini di servizio, scrive Bloomberg. David Sacks, definito lo «zar dell’intelligenza artificiale e delle criptovalute» del presidente Donald Trump, ha avvertito che «è possibile che si sia verificato un furto di proprietà intellettuale. 

«C’è una tecnica nell’intelligenza artificiale chiamata distillazione… avviene quando un modello impara da un altro modello e in un certo senso succhia la conoscenza dal modello genitore», ha detto Sacks a Fox News martedì. «E ci sono prove sostanziali che ciò che DeepSeek ha fatto è distillare la conoscenza dai modelli OpenAI e non credo che OpenAI ne sia molto felice», ha aggiunto Sacks senza fornire prove. 

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DeepSeek sostiene di aver utilizzato solo 2.048 schede grafiche Nvidia H800 e di aver speso 5,6 milioni di dollari per addestrare il suo modello V3, una frazione di quanto OpenAI e Google hanno speso per addestrare modelli di dimensioni simili. Alcuni esperti ritengono che il modello generi risposte da cui si può capire che è stato addestrato su output di GPT-4 violando i termini di servizio.

Le cause di OpenAi con i giornali e gli autori

«Ci stiamo impegnando in contromisure per proteggere la nostra proprietà intellettuale… crediamo che… sia di fondamentale importanza lavorare a stretto contatto con il governo degli Stati Uniti per proteggere al meglio i modelli più capaci dai tentativi dei concorrenti di impossessarsi di tecnologia Usa», ha scritto OpenAI. La società, a sua volta, si sta difendendo dalle accuse di violazione del copyright da parte di giornali e creatori di contenuti, ha una causa in corso col il New York Times e importanti autori che la accusano di addestrare i suoi modelli sui loro articoli e libri senza autorizzazione.  (riproduzione riservata)



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