Nuove polemiche sui Premi Flaiano: scontro nel centro sinistra tra D’Alfonso e Melilla

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Sulla ribalta lo scontro tra il sindaco di Pescara Masci e la Presidente dei Premi Flaiano Tiboni, poco più dietro, sul palcoscenico, un altro scontro, tutto di centro sinistra, quello tra il Deputato del Pd Luciano D’Alfonso e Gianni Melilla, collaboratore della  Fondazione “PescarAbruzzo”.

A differenza della vicenda madre, quella tra Masci e Tiboni, su questa, a precisa ed esplicita sollecitazione del Deputato D’Alfonso, a rispondere non è Nicola Mattoscio, ma un prestigioso collaboratore, il Presidente Emerito del Consiglio Regionale Gianni Melilla che ritiene inopportune le critiche di D’Alfonso alla Fondazione, rea di non fare abbastanza per un evento così identitario per la città, come i Premi Internazionali Flaiano:

L’on. Luciano D’Alfonso sbaglia a strumentalizzare la vicenda dei Premi Flaiano a Pescara, per imbastire un’altra polemica infondata con la Fondazione Pescarabruzzo e con il suo Presidente Mattoscio.

Non è vero che la Fondazione PA ha reso indisponibili i cinema che gestisce per ospitare eventi dei Premi Flaiano.

Evidentemente l’on D’Alfonso ignora che la Rassegna cinematografica dei Premi Flaiano si è svolta negli ultimi anni nel cinema Sant’Andrea gestito dalla Fondazione PA e anche questo anno la stessa soluzione è stata assicurata. La Fondazione ha, inoltre, sempre accolto le richieste degli organizzatori dei Premi Flaiano di disporre di una struttura adeguata in caso di maltempo,per l’impossibilità di utilizzare spazi all’aperto (come prima il Teatro D’Annunzio e per le ultime edizioni Piazza Salotto).

Questo anno alla Fondazione Tiboni è stato reso disponibile il 25 gennaio il cinema Circus per un proprio evento, il 21-22-23 marzo il cinema Sant’Andrea (per il festival del cortometraggio) , dal 29 giugno al 5 luglio il cinema Sant’Andrea per la rassegna cinematografica dei Premi Flaiano, il 6 luglio il cinema Circus per l’evento finale dei Premi in caso di necessità, dovuta all’eventuale maltento.

La Fondazione PA ha sostenuto nel 2023 e 2024 interamente la sezione Poesia dei Premi Flaiano sulla base della definizione di un’appropriata partnership.

Il Presidente Mattoscio, così come altri componenti degli Organi della Fondazione, hanno con determinazione sostenuto che Pescara non deve perdere i Premi Flaiano e che il Comune puòlavorare ad una positiva soluzione. Non vi è stata alcuna ambiguità, ma solo la giusta declinazione istituzionale finalizzata a risolvere il problema, in linea con le proprie disposizioni statutarie.

A questo scopo la Fondazione PA continuerà a fare la sua parte in modo sempre costruttivo.

Infine l’on D’Alfonso dovrebbe sapere che il dott. Edoardo Tiboni è stato per 10 anni negli Organi della Fondazione Pescarabruzzo e ha sempre collaborato con il Presidente Mattoscio in modo autorevole e leale. Da sempre vi è stata una fattiva collaborazione della Fondazione PA con la Fondazione Tiboni, la cui nascita si deve ad alcuni confronti iniziali presso i locali della Pescarabruzzo tra il Prof. Mattoscio, il Dott. Tiboni, il Prof. Mario Damiani, con il successivo coinvolgimento dell’allora direttore de Il Centro Antonio Del Giudice.

E dunque, D’Alfonso poteva fare a meno di questa ulteriore polemica basata su valutazioni infondate. Meglio utilizzare il tempo di ciascuno per unire le forze e cercare in ogni modo di far rimanere a Pescara i prestigiosi Premi Internazionali Flaiano.

Non si fanno attendere le precisazioni del Deputato D’Alfonso, a Roma per impegni istituzionali, ma comunque disposto a fornire, sulla questione, maggiori chiarimenti:

Rispondo a Gianni Melilla nella forma e nella sostanza, principiando da quest’ultima: 1) da quel che mi risulta, gli spazi messi a disposizione dalla Fondazione Pescarabruzzo per i Premi Flaiano vengono regolarmente pagati; inoltre, il premio di poesia non è stato “sostenuto interamente” dalla Fondazione, che ha dato un contributo di appena 2.500 euro, ovviamente insufficiente a coprire tutte le spese; 2) il cinema teatro Sant’Andrea graziosamente ma onerosamente messo a disposizione dei Premi è stata una scelta residuale, inadeguata anche sul piano dei posti a disposizione, tanto è vero che nello scorso mese di giugno si crearono lunghe file e molti cittadini non riuscirono a entrare per vedere le proiezioni. La sede naturale della rassegna è il cinema Massimo, che fu acquistato dalla Fondazione anche e soprattutto per rispondere a queste esigenze della cultura di Pescara. Quali siano le iniziative che fanno cultura a Pescara, qualunque passante potrebbe dirlo, difficilmente però saprebbe citarne anche una sola di quelle del mattosciano “Distretto dell’Economia della Conoscenza”, tutte generosamente finanziate dalla Fondazione, malgrado siano frequentate da un’utenza più esigua di quella di un club filatelico; 3) il cuore del problema resta, comunque, il taglio del 60% del contributo ordinario concesso dal Comune, una riduzione decisa dalla giunta Masci senza alcuna spiegazione se non quella che le manifestazioni sono tante e bisogna aiutarle tutte. Ci si potrebbe aspettare un ragionamento del genere da un commissario prefettizio, non dal capo di un’amministrazione comunale, che dovrebbe graduare i finanziamenti concessi ai vari eventi in base all’importanza e al prestigio degli stessi, tanto più che poi di fatto gli aiuti generosi arrivano solo alle manifestazioni concepite dalla cerchia amicale del sindaco, in una logica potremmo dire squisitamente mattosciana; 4) la Fondazione Pescarabruzzo questa volta intervenga senza fare la pantera rosa, integrando il contributo occorrente, evitando per una volta in trent’anni lunghissimi di finanziare solo ciò che gradisce la sua verticalità permanente; 5) l’unica cosa che condivido della replica che mi è pervenuta è la scelta di chi ha assunto l’onere della risposta: Gianni Melilla, che ha il curriculum per pacificare anche l’impossibile, avendolo fatto anche due anni fa quando assistette alla promessa mattosciana di dimettersi di lì a qualche mese. Dovrà reindossare presto lo stesso abito poiché sono convinto che Mattoscio – impossibile guzzettiano – stia provando a restare per il trentatreesimo anno; 6) a questo proposito aggiungo che potrei facilmente depositare dal notaio una busta chiusa col nome del prossimo presidente della Fondazione Pescarabruzzo, non perché condivida caffè con i maggiorenti di quella istituzione, ma in virtù degli implacabili meccanismi da posta automatica dello statuto della Fondazione. Sarebbe bello se altrettanto facilmente la Fondazione sostenesse quello che indiscutibilmente ha valore nella cultura a Pescara. Se fossimo a Milano non conosceremmo questi problemi, ma per fortuna abbiamo Il Centro per parlarne.



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