Nella terra dei maestri fiamminghi, dei carillon, delle ciclabili e dei gamberetti grigi che si pescano a cavallo: le Fiandre da scoprire

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Ispirazioni di viaggio per una destinazione versatile e ricca di fascino, che promette delle inaspettate quanto piacevoli sorprese. Ospitate nel nord del Belgio, le Fiandre si lasciano scoprire attraverso l’arte e le tradizioni enogastronomiche, lungo itinerari da percorrere anche in sella a una bici. Immancabili sono i tour dedicati ai maestri fiamminghi come Jan Van Eyck e Peter Paul Rubens, con le curiose tappe culinarie per assaggiare l’anguilla al verde o la cucina dell’antico regno dei Duchi di Borgogna. Tutto da ammirare è poi l’emozionante spettacolo nel Mare del Nord dei pescatori a cavallo che prendono i gamberetti grigi, attività riconosciuta come patrimonio immateriale dell’Unesco. Non sono da perdere neppure le visite al museo immersivo di Bruges dedicato alle opere di Hans Memling o alla antica Biblioteca universitaria di Lovanio, uno scrigno di tesori nella cittadina che torna a ospitare l’impressionante e leggendario Carillon Cantus per celebrare i 600 anni dell’ateneo. Diverte invece il festival di Ostenda dedicato alla crocchetta di gamberi e quello della rinomata birra belga, la storica Lambic, mentre appassionano i turisti più sportivi le tante ciclabili a pelo d’acqua che attraversano il passato minerario del Limburgo, in attesa della realizzazione di una lunga pista a 30 metri sottoterra. 

Stupirsi davanti ai capolavori dei maestri fiamminghi: gli itinerari

Van Eyck e Rubens hanno impreziosito le Fiandre, trovando in questa terra la loro fonte di ispirazione e lasciando in molti dei suoi luoghi anche inaspettati come un castello o un monastero, i propri capolavori. Visitando questi custodi discreti dei gioielli dell’arte fiamminga si rivive ciò che i loro stessi realizzatori provarono e sentirono durante il processo creativo. Un’esperienza unica, che consente di avvicinarsi all’essenza delle opere, nonché all’anima dello spazio in cui le stesse sono nate. Con il tour “Maestri lungo il Leie” si ripercorrono ad esempio i villaggi ricchi di tesori artistici che affacciano sul corso d’acqua definito “il fiume d’oro”: a pochi passi da Gent, interessante cittadina universitaria, si scopre, magari in sella a una bici, un mondo di vivace e talentuoso fermento. Come facendo tappa nell’Atelier Martin Wallaert, la casa del pittore che fu l’ultimo rappresentante della Scuola di Latem. Una dimora in cui vengono custodite anche le creazioni di altri valenti artisti. Per un’esperienza culinaria a tema, c’è il vicino ristorante “De Karper”, dove si mangia immersi tra le produzioni di Wallaert. Proseguendo, si giunge ad Afsnee per il Museo Gust De Smet, dove ammirare il capolavoro dell’artista “Dorpszonnetje”, il ritratto di una giovane donna che fissa lo spettatore con i suoi grandi occhi. E prima di lasciare il centro, si assaggia al Restaurant Nenuphar la tipica anguilla al verde (con una salsa a base di spinaci, cerfoglio e limone) in un ambiente decorato dagli affreschi di De Smet. L’affascinante chiesa di San Martino a Sint-Martens-Latem è un altro luogo da segnare, per gli appassionati di arte, con le opere, tra gli altri, di Gustave van de Woestyne e George Minne, che testimoniano la ricca storia culturale del posto, noto come villaggio degli artisti. Con l’itinerario “I Maestri di Mechelen e non solo”, che evoca la reazione degli abitanti del territorio alla furia iconoclasta che, nei secoli passati, colpì le Fiandre, mette in mostra la rinascita che seguì alla sciagura in cui molte delle creazioni e delle chiese vennero distrutte. Tra le perle più belle della città sul Dijle ci sono le opere del celebre maestro fiammingo Rubens, protagonista dalla prossima primavera del tour immersivo “Rubens in Steen”. Rinomata come capitale mondiale della musica da carillon, Mechelen è altresì ricca di magnifici esemplari della affascinante scatola armonica e ospita una prestigiosa scuola di fama mondiale a loro dedicata.

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Dal campanile del XIII secolo della cattedrale di San Rombaldo, che domina un paesaggio urbano sconfinato, il panorama è da non perdere, mentre all’interno del luogo sacro incanta il dipinto di Antoon van Dyck “Cristo in croce”. L’esperienza culinaria nei dintorni è invitante e stravagante: il percorso “Mond vol Mechelen” trae ispirazione dalle tradizioni gastronomiche del lontano regno dei Duchi di Borgogna. A farne parte sono 12 cuochi che cucinano usando ingredienti del XVI secolo, dando vita a un hamburger rinascimentale vegano al Funky Jungle o a un formaggio cremoso con semi di coriandolo e fichi allo Schockaert. Spostandosi nella Chiesa di Nostra Signora oltre il Dijle, ci si ritrova di fronte un monumentale trittico del prodigioso Rubens: “La pesca miracolosa”, realizzato su commissione della corporazione dei pescatori. La foto-ricordo speciale è all’Haverwerf, con le sue tre casette colorate dove in passato si scaricava e si commerciava l’avena, visto che Mechelen aveva i diritti esclusivi sul grano: le barche che lo trasportavano dovevano fermarsi e mettere in vendita l’intero carico per tre giorni. Solo ciò che i mercanti non riuscivano a dare via, poteva essere portato altrove.

I Maestri di Mechelen e non solo – la torre della Cattedrale di San Rombaldo

 

Da Lovanio ad Anversa fino a Bruges, la “Venezia del Nord”: cosa non perdere nel 2025

Un prestigioso anniversario è l’occasione per visitare Lovanio, che questo’anno festeggia i 600 anni della sua Università Cattolica (KU Leuven), uno dei più antichi atenei d’Europa e ancora oggi culla mondiale di scienza e conoscenza. Se la Biblioteca rivela la storia di questa istituzione, il Museum Leuven espone sorprendenti pezzi provenienti dalle collezioni di studio, come i primi strumenti nell’ambito della psicologia, uno scheletro fossile di un cervo gigante e dei modelli pionieri dei motori elettrici. A partire da maggio, con “And so, change comes in waves”, si potrà seguire invece un percorso artistico e scientifico per scoprire il patrimonio dell’università tra nuove opere d’arte e poesia in alcuni spazi pubblici. Gli occhi saranno puntati su “Dwaaltuin”, una costruzione del duo di artisti Gijs Van Vaerenbergh. Si tratta di un labirinto verde nel parco di Arenberg, composto da centinaia di metri di griglie d’acciaio curvate. Nei prossimi anni, un eterogeneo insieme di piante rampicanti occuperà completamente la struttura. Il leggendario Carillon Cantus, infine, è atteso con un’edizione esclusiva il prossimo 15 maggio dalle ore 18:00 alle ore 22:00. Un appuntamento unico perché ad accompagnare le melodie intonate saranno i suoni di un carillon. Nel 2025 festeggia anche il Middelheim Museum di Anversa, che spegne 75 candeline. Il parco, nonché museo a cielo aperto, ospita nella natura ben 200 pezzi tra sculture e installazioni firmate, tra gli altri da Rick Wouters, Auguste Rodin e Henry Moore. A Bruges, chiamata dai più la “Venezia del Nord” per i suoi scenografici e romantici canali navigabili, è la monumentale soffitta di quello che secoli fa fu un ospedale e che è rinato come Museo Sint-Janshospitaal, a far rivivere le opere di Hans Memling attraverso la musica, le luci e le tavole interattive e audiovisive. La nuova esperienza tecnologica completa la visita alla straordinaria collezione permanente dedicata al maestro fiammingo e permette di indagare le tecniche utilizzate dall’artista, per creare l’illusione della prospettiva, e di conoscere le storie che si celano dietro alle sue iconografie. La simbiosi magica tra i capolavori e il gioco dinamico luminoso e sonoro dà vita a un’esperienza immersiva e coinvolgente.  

Memling experience a Bruges (foto di Say Hey voor Musea Brugge)

 

Dalla pesca a cavallo dei gamberetti grigi ai festival culinari e della birra

La specialità delle Fiandre è la tradizionale crocchetta di gamberi, un vero “must” della regione. Tanto che al tipico piatto fiammingo viene dedicato un festival per decretare il migliore dell’anno. L’appuntamento è a Ostenda a ottobre. Ma per partecipare e sperare nella vittoria, occorre conoscere bene le regole del gioco e seguirle alla lettera. La più importante è l’uso di gamberetti freschi del Mare del Nord sgusciati a mano, fattore imprescindibile. Non può poi mancare l’aspetto della croccantezza, con il ripieno che deve essere abbastanza compatto. Ancora: si predilige e si premia la forma cilindrica e per la frittura serve il grasso fresco. Le classiche guarniture di limone e prezzemolo non sono obbligatorie. Uno spettacolo per il palato ma ancora prima per gli occhi si compie invece sulle rive del Mare del Nord, quando dei robusti cavalli da tiro di razza brabantina guadano le onde, con in groppa un pescatore-cavaliere con gli immancabili stivali gialli alti fino al ginocchio e un impermeabile dello stesso colore. Dietro di loro, si fa spazio una grande rete per prendere i gamberetti grigi grazie a una catena che striscia sulla sabbia e li fa saltare dentro. Oggi Oostduinkerke, a circa 20 chilometri da Ostenda, è l’unico posto al mondo in cui il prodotto è ancora pescato con questo metodo. Una tradizione che nel 2013 è stata riconosciuta patrimonio culturale immateriale dall’Unesco e a cui si può assistere da fine marzo-inizio aprile a tutto giugno e poi da metà settembre a metà dicembre. Il Belgio è l’epicentro del consumo di questi crostacei. Il “re dei frutti di mare”, una volta sgusciato, è lungo meno di un centimetro e ha un colore grigio-rosa. Se ne mangia non meno del 54% del pescato totale del Mare del Nord, pari a una quantità di 500 grammi per persona all’anno. Il suo sapore, del resto, è un’irresistibile combinazione di dolcezza e salinità. Altra tradizione belga fortemente identitaria, secolare e anch’essa patrimonio Unesco è la birra, a cui viene dedicato il  festival “Nacht van de Grote Dorst” (Notte della Grande Sete). Un evento organizzato dalla Gueuze Society con l’obiettivo di far conoscere e celebrare le storiche Lambic, rinomate per la fermentazione spontanea, tipicamente acide e prive di carbonazione. L’appuntamento è il prossimo 3 maggio a Itterbeek.

Pescatori a cavallo nel Mare del Nord (foto di Dirk van Hove)

 

In bici “sull’acqua”, nella brughiera e tra le miniere (in attesa di una pista a 30 metri sottoterra)

Nel Limburgo belga, la voglia di ciclabili è inarrestabile e promette di stupire: la nuova scommessa, per il prossimo futuro, è una pista a 30 metri sottoterra, per una nuova esperienza “su due ruote” legata al dna minerario di questa regione fiamminga. Nell’attesa, si continua a pedalare all’altezza della chioma degli alberi nel Parco nazionale Bosland: disegnando un doppio cerchio, si sale fino a 10 metri di altezza e si sfiorano le fronde. Affascinante è poi il rettilineo di un bacino lacustre, da percorrere con l’acqua ad altezza occhi su entrambi i lati. In bici si esplora una brughiera, nel cuore del suggestivo Parco nazionale Hoge Kempen, dove un ponte ciclabile in legno regala una splendida vista. Ma non finisce qui. In sella ci si avventura anche tra le antiche miniere del luogo: l’attività estrattiva ha avuto un enorme impatto sui paesaggi della regione nel corso del XX secolo e questa esperienza ciclistica consentirà di conoscerla meglio. Nel Limburgo è tutto ben collegato grazie agli snodi ciclabili, una fitta rete di cartelli numerati che indicano i percorsi più belli. Un punto di riferimento, da tempo, per gli appassionati di questa attività sportiva, nonché un ingegnoso sistema nato proprio dalla mente di un ex ingegnere minerario della regione.

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Pista ciclabile tra gli alberi di Hechtel Eksel (foto di David Peskens)

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