La tempesta DeepSeek si abbatte sul mondo della tecnologia

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Le azioni tecnologiche, in particolare quelle del settore dei semiconduttori, sono state scosse sul mercato azionario lunedì dall’annuncio che il modello cinese di intelligenza artificiale open source DeepSeek-R1 rivaleggia con la punta di diamante americana OpenAi in termini di prestazioni e che lo fa a un costo molto più basso, sia in termini di addestramento del modello sia di consumi energetici. Tutto, come spesso accade per le innovazioni, nasce da un problema pratico: le restrizioni imposte dagli Usa alla esportazione dei microchip più avanzati in Cina, per cui la startup cinese DeepSeek ha dovuto fare di necessità virtù e lavorare su chip H800 di Nvidia che non sono i più recenti. Ora ci sono ancora dubbi sul fatto che questa impresa sia realmente riuscita, ma se dimostrata rischia di sconvolgere l’intero ecosistema dell’intelligenza artificiale (produttori di semiconduttori, giganti del cloud, fornitori di apparecchiature per i data center).

Il colpo sui mercati è stato immediato: il colosso dei semiconduttori Nvidia ha visto il prezzo crollare di circa il 17% lunedì. Anche altri titoli (come Schneider Electric e Corning) sostenuti alla fine della penultima settimana di gennaio dall’annuncio di Trump del mega-progetto Stargate da 500 miliardi di dollari, hanno lì per lì subito cali. Altri giganti tecnologici hanno avuto risultati migliori: Microsoft (434,56 dollari Usa al 27/1 come tutti i prezzi di questa pagina; Isin US5949181045, acquista), partner di OpenAi, è sceso solo del 2%, mentre Meta Platforms (659,88 dollari Usa; Isin US30303M1027, mantieni) ha guadagnato il 2% e Amazon (235,42 dollari Usa; Isin US0231351067, acquista) è rimasto stabile. Apple (229,86 dollari Usa; Isin US0378331005, mantieni) non ha subito contraccolpi, perché investe meno dei concorrenti nell’intelligenza artificiale e alcuni investitori affermano addirittura che sia in ritardo.

Nella fase attuale e in attesa di chiarimenti sulla tecnologia sviluppata da DeepSeek e soprattutto sui costi, è d’obbligo cautela riguardo agli annunci della Cina. I prossimi giorni e le prossime settimane saranno senza dubbio ricchi di chiarimenti. Ma crediamo che i progressi cinesi e la prossima gara con gli Usa promettano di accelerare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, stimolando l’intero settore tecnologico e, in una seconda fase, avvantaggiando le aziende che adotteranno l’intelligenza artificiale. Non dimentichiamo, infatti, che quando si ha il calo del costo di una tecnologia poi il mercato viene ad espandersi: pensate, per esempio, a quanto le innovazioni di Starship con il calo dei prezzi al chilo per mandare materiale in orbita, hanno fatto salire la progettualità in campo satellitare.

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Che cosa fare?

Il calo dei prezzi di molti titoli tecnologici non ci induce a cambiare il nostro consiglio. Il primo titolo interessato dagli annunci cinesi, Nvidia (118,42 dollari Usa; Isin US67066G1040, mantieni), può restare nel portafoglio: lo sviluppo dell’intelligenza artificiale resta una tendenza a lungo termine e avrà un impatto su sempre più settori dell’economia e Nvidia continuerà a essere un attore di primo piano. Anche se la sua crescita dovesse rallentare un po’ (il che è tutt’altro che certo in questa fase). Nelle prossime settimane probabilmente questo titolo sarà più volatile e il management dovrà raddoppiare gli sforzi per convincere i mercati che il suo potenziale resta intatto.

ASML (651,60 euro; Isin NL0010273215; acquista) rimane un attore chiave nell’incisione litografica destinata alla produzione di semiconduttori utilizzati nell’intelligenza artificiale. Le difficoltà di alcuni potenziali clienti e la fine del boom delle vendite in Cina hanno costretto il gruppo a rivedere al ribasso le proprie previsioni. Anche gli ambiziosi obiettivi per il 2030 saranno probabilmente rivisti al ribasso a novembre. Una notizia deludente ma inclusa nel corso.

Ti confermiamo che se non hai mai investito sul settore puoi valutare una scommessa (rischiosa) sull’intelligenza artificiale con Wisdomtree artificial intelligence (65,41 euro; Isin IE00BDVPNG13). Resta il consiglio mantieni per Invesco Technology S&P US (630,40 euro; Isin IE00B3VSSL01), Xtrackers Msci World Info tech (87,74 euro euro; Isin IE00BM67HT60) e iShares Msci global Semiconductors (6,853 euro; Isin IE000I8KRLL9

L’importanza dei settori difensivi per diversificare

I settori più difensivi stanno beneficiando della loro avversione al rischio e della situazione. Ben si è comportato il settore farmaceutico, con Pfizer (26,86 dollari Usa; Isin US7170811035, acquista), Eli Lilly (808,17 dollari Usa; Isin US5324571083, mantieni) e Abbott (129,43 dollari Usa; Isin US0028241000, mantieni). Il forte calo dei mercati azionari all’inizio della settimana conferma, infatti, che questi titoli più difensivi mantengono il loro posto nei portafogli per ridurre il rischio. Questo è uno dei motivi che ci porta a consigliarti ancora una piccola diversificazione su Amundi Msci world health care (497,96 euro; Isin LU0533033238) che punta sui titoli farmaceutici mondiali. Inoltre, ti ricordiamo che i beni di consumo di prima necessità restano un investimento azionario a basso rischio adatto a chi cerca investimenti azionari più tranquilli e che questo si può fare con Xtrackers Msci world consumer staples (45,83; IE00BM67HN09) sui consumi mondiali e Invesco Consumer Staples S&P US Select Sector (647,57 euro; Isin IE00B435BG20) dedicato ai consumi Usa.



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