Il Portogallo coinvolto in uno schema di importazione illegale di legname dalla Russia

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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in portoghese

Un’indagine condotta da una Ong ha portato alla luce uno schema illegale che prevede l’invio di legno di betulla russo nei Paesi dell’Ue, violando così le sanzioni imposte a Mosca. Tra i Paesi presi di mira c’è il Portogallo, che avrebbe ricevuto un migliaio di camion di compensato illegale

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Dall’inizio della guerra in Ucraina e dalle conseguenti sanzioni economiche imposte alla Russia, l’importazione di legno russo e bielorusso da parte dei Paesi dell’Unione europea è stata vietata. Ma un’indagine della ong britannica Earthside ha rivelato che diversi Paesi del blocco sono riusciti ad aggirare le sanzioni e a importare il legno di betulla russo attraverso Paesi intermediari, che “riciclano” la merce.

Secondo l’indagine, “compensato di betulla illegale e macchiato di sangue” è entrato in tutti i 27 Stati membri. I maggiori importatori sono attualmente Polonia, Germania, Spagna, Portogallo, Italia ed Estonia.

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L’indagine ha rivelato che dall’entrata in vigore delle sanzioni, nel luglio 2022, sono entrati nell’Ue prodotti per un valore di vendita complessivo di oltre 1,5 miliardi di euro. Secondo il rapporto, ogni giorno “continuano ad arrivare circa venti container carichi”.

Intitolato “Birch stained with blood: exposing the Eu’s trade in conflict plywood”, l’indagine rivela i risultati di circa nove mesi di indagini che, attraverso telecamere, chiamate vocali e documenti interni, hanno portato alla luce il traffico di legname russo che veniva poi venduto a importanti aziende europee.

La foresta “alimenta la macchina da guerra russa”

L’indagine rivela come i prodotti di sette dei maggiori produttori russi di compensato di betulla “vengano ancora venduti nell’Ue” e come, in due di queste aziende, i maggiori azionisti siano “oligarchi miliardari che si sono incontrati con Putin il giorno in cui la Russia ha invaso l’Ucraina”.

L’ong precisa inoltre che uno di loro, Alexei Mordashov, “è anche sulla lista delle sanzioni dell’Ue”, mentre l’altro, Vladimir Yevtushenkov, “controlla la più grande azienda russa di legname”. In questo modo, le foreste statali rappresentano “un’importante fonte di reddito per la macchina da guerra russa”.

I fornitori di compensato di betulla russo, come la Cina, il Kazakistan e la Turchia, hanno confermato agli investigatori sotto copertura dell’ong che stavano riciclando il legno russo. Tra i clienti che acquistavano questa merce c’era Walltopia, il più grande produttore al mondo di pareti artificiali da arrampicata. Sono stati identificati anche produttori europei di giocattoli, pavimenti e mobili.

L’organizzazione ha spiegato, tuttavia, che non è stato possibile determinare per tutte le aziende coinvolte se fossero a conoscenza dell’effettiva provenienza del legno. “Sebbene non abbiamo prove che questi acquirenti europei stiano violando le sanzioni o siano consapevoli del rischio che il compensato che acquistano sia di origine russa, altre aziende europee che abbiamo incontrato sotto copertura erano ben consapevoli della provenienza del legno di betulla nelle loro catene di approvvigionamento”, spiega il rapporto.

L’indagine ha rivelato anche che molte delle aziende coinvolte nel traffico di compensato illegale si proclamano in linea con i massimi standard etici ed esibiscono il certificato Fsc, “Forest stewardship council”, il più importante marchio green per il settore del legno.

La Commissione Ue deve prendere “provvedimenti urgenti” sul traffico di legname russo

Nonostante le sanzioni applicate che, secondo il documento, hanno ridotto il flusso di legname russo verso l’Europa di circa l’ottanta per cento, i Paesi Ue continuano ad acquistare legname russo, e “circa un quinto del compensato di betulla consumato in Europa è costituito da legname illegale da conflitto”.

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Tra gli Stati che hanno importato la maggior parte di questo tipo di compensato c’è la Polonia. Il rapporto di Earthsight lo definisce “il Paese che ha più da fare” e che “deve mettere rapidamente ordine in casa propria e usare la sua presidenza dell’Ue nella prima metà del 2025 per garantire una migliore applicazione di queste sanzioni in tutta Europa”.

L’organizzazione raccomanda misure urgenti anche per altri Paesi come Spagna, Italia, Grecia, Germania, Bulgaria, Estonia, Slovenia e Portogallo.

“Per essere efficaci, queste risposte devono andare oltre i singoli colpevoli e le rotte identificate nella nostra indagine” e le autorità devono “cercare di affrontare le cause alla radice”, si legge nel documento.



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