Guerra Israele – Hamas, le notizie di oggi 29 gennaio sul conflitto a Gaza. LIVE

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Più di mezzo milione di palestinesi sfollati sono tornati nei nel nord  di Gaza attraverso le strade al-Rashid e Salah al-Din nelle ultime 72  ore. Lo afferma il governo di Gaza, come riporta Al Jazeera.\n

Fonti di Hamas hanno riferito all’Afp che Israele ritarda gli aiuti a Gaza e ciò potrebbe influire sul rilascio degli ostaggi.  

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Secondo l’Onu, sono oltre 376mila palestinesi rientrano nella Striscia. Visita dell’inviato Usa in Medio Oriente Steve Witkoff, vedrà il primo ministro israeliano e il ministro della Difesa Katz. Netanyahu sarà a Washington il 4 febbraio.

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C’è attesa per la liberazione dei prossimi ostaggi, giovedì: la jihad ha diffuso un video di Arbel, la cui mancata liberazione sabato scorso aveva fatto sospendere il via libera verso nord. Un altro scambio avrà luogo sabato. Morti otto dei 33 ostaggi della jihad.

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Israele ha respinto le accuse di Hamas, secondo cui lo Stato ebraico starebbe ritardando la consegna di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e ciò, in quanto contrario all’accordo sul cessate il fuoco, potrebbe avere ripercussioni sul rilascio degli ostaggi. \”E’ totalmente una fake news\”, ha dichiarato all’Afp un portavoce del Cogat, l’agenzia del ministero della Difesa israeliano che supervisiona gli affari civili nei Territori palestinesi.

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\”193 camion umanitari, tra cui 11 autocisterne, oggi fino a questo momento hanno attraversato i valichi di Al-Awja e Karam Abu Salem, in preparazione di un loro ingresso nella Striscia di Gaza\”: lo scritto su X nel primo pomeriggio la tv pubblica egiziana di sole notizie al-Qaera riferendosi ai posti di frontiera di Niztana e Kerem Shalom controllati dagli israeliani. Dal canto suo una fonte qualificata Mezzaluna Rossa egiziana nel Sinai Settentrionale ha riferito che oggi era previsto il passaggio di 300 camion di aiuti. La fonte ha sottolineato che \”oltre 3.000 camion\” sono pronti a entrare, oltre ai convogli che continuano ad arrivare a Rafah da diversi governatorati, evidenziando che \”il movimento degli aiuti internazionali è ancora molto limitato\”. Rafah è il valico che collega direttamente Gaza all’Egitto, aperto dal lato egiziano ma ostruito da infrastrutture danneggiate su quello palestinese. 

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Procedura celere

 

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Sono oltre 500.000 i palestinesi tornati nel nord di Gaza da lunedi’, da quando Israele ha sbloccato i movimenti verso la zona settentrionale della Striscia. E’ il bilancio fornito da Hamas. Ieri sera, l’Ufficio dell’Onu per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) ha stimato che oltre 376.000 abitanti di Gaza sono tornati nella parte settentrionale della Striscia, comprese le citta’ di Yabaliya, Beit Lahia e Beit Hanoun. Questa e’ una delle zone piu’ colpite dall’esercito israeliano. 

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 Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz parlera’ oggi con il nuovo capo del Pentagono Pete Hegseth. Lo ha riferito il giornalista israeliano Barak Ravid, precisando che sara’ la prima telefonata tra i due dall’insediamento del segretario alla Difesa Usa. Hegseth ha avuto un colloqui all’inizio di questa settimana con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, ha ricordato il reporter.

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Le Idf hanno reso noto di aver sventato durante la notte un tentativo di introdurre clandestinamente armi dall’Egitto in Israele, utilizzando un drone. Il velivolo è stato avvistato mentre attraversava il confine tra Egitto e Israele ed è stato abbattuto dalle truppe inviate sul posto, che hanno scoperto che trasportava 13 fucili d’assalto.

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Damasco ha chiesto il ritiro di Israele dai territori siriani occupati dopo la caduta di Bashar al-Assad. Durante un incontro con il capo delle forze di peacekeeping dell’Onu, Jean-Pierre Lacroix, le autorita’ siriane \”hanno sottolineato che la Siria e’ disposta a collaborare pienamente con le Nazioni Unite\” e a schierarsi nuovamente sul Golan \”in conformita’ con l’accordo del 1974, a condizione che le forze israeliane si ritirino immediatamente\”. L’8 dicembre, nell’immediatezza della caduta di Assad, Israele invio’ truppe nella zona cuscinetto demilitarizzata sulle alture del Golan, nella Siria sudoccidentale, ai margini della parte dell’altopiano occupata da Israele dalla guerra del 1967 e annessa nel 1981.

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Fonti di Hamas hanno riferito all’Afp che Israele ritarda gli aiuti a Gaza e ciò potrebbe influire sul rilascio degli ostaggi.

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Continua l’impegno dell’Italia, accanto ai partner regionali e internazionali, nella stabilizzazione del quadrante mediorientale e nel sostegno alle sue popolazioni. Ieri, elicotteri delle Forze Armate italiane e giordane hanno condotto congiuntamente un’operazione aerea che ha consentito di fornire una concreta e fattiva assistenza alla popolazione della Striscia di Gaza mediante il trasporto di ingenti quantitativi di aiuti umanitari. Si legge in una nota di palazzo Chigi.

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Due palestinesi sono stati uccisi durante la notte dal fuoco dell’Idf in Cisgiordania. Lo ha dichiarato il ministero della Salute palestinese citato da Haaretz. Osama Omar Abu Al-Hijah, 25 anni, è stato ucciso da un attacco israeliano a Jenin, il suo corpo è stato scoperto questa mattina. Ayman Fadi Kasem Naji, 23 anni, è stato ucciso dal fuoco dell’Idf a Tulkarem, riferisce il ministero. 

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\”E non dimentichiamo di pregare per la pace in Palestina, Israele, Myanmar e tanti Paesi che sono in guerra. La guerra e’ sempre una sconfitta. Preghiamo per la pace\”. Cosi’ Papa Francesco al termine dell’Udienza Generale. 

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Le forze di sicurezza israeliane hanno arrestato ieri sera 12 persone a Gerusalemme Est, sospettate di aver preso parte a una manifestazione pro-Hamas per celebrare il rilascio di un terrorista liberato in base all’accordo di cessate il fuoco per la presa di ostaggi a Gaza. Lo riferiscono fonti Stando della polizia israeliana al Times of Israel, aggiungendo di aver trovato bandiere di Hamas, fuochi d’artificio, una pistola ad aria compressa e una grossa somma di denaro durante i raid di ieri sera.

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Gli arresti sono avvenuti pochi giorni dopo che sui social media sono circolate le riprese di una parata che celebrava il rilascio di sabato di Ashraf Zughayer, un terrorista di Hamas condannato nel 2002 per aver guidato attentatori suicidi per compiere attacchi. Il filmato mostra una folla di persone che sfila nel quartiere Kafr Aqab di Gerusalemme sventolando bandiere di Hamas, con Zughayer stesso in cima a un pick-up che procede lentamente al centro della manifestazione. 

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Il nuovo Segretario di Stato Marco Rubio ha parlato telefonicamente con il suo omologo egiziano Badr Abdelatty, in seguito alla proposta del presidente Donald Trump di ospitare i palestinesi della Striscia di Gaza in Egitto. Un comunicato stampa del Dipartimento di Stato afferma che i due hanno \”discusso gli ultimi sviluppi a Gaza\”, con Rubio che ha elogiato il ruolo dell’Egitto nella mediazione dell’accordo per il cessate il fuoco con gli ostaggi e nella fornitura di assistenza umanitaria a Gaza.

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Il primo ministro libanese Najib Mikati ha condannato l’attacco israeliano di ieri sera a Nabatieh, nel Libano meridionale, definendolo \”una violazione della sovranità del Libano e dell’accordo di cessate il fuoco\”. Ieri sera, l’agenzia di stampa ufficiale libanese Ani ha riferito che un \”drone nemico israeliano\” ha effettuato un \”attacco missilistico guidato\” prendendo di mira un piccolo camion \”che trasportava verdura\” nei pressi della città di Nabatieh, a circa 10 chilometri dal confine con Israele, provocando 20 feriti. Altre quattro sono rimaste ferite in un secondo raid che ha preso di mira una \”strada\” due chilometri più avanti, ha aggiunto l’agenzia libanese. Mikati ha fatto appello al generale statunitense Jasper Jeffers, che guida il meccanismo di monitoraggio del cessate il fuoco, affinché \”assuma una posizione ferma per garantire che Israele rispetti i propri obblighi ai sensi del diritto internazionale\”, riporta Haaretz. Beirut, ‘attacchi israeliani nel sud Libano violano la tregua’          

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Hezbollah ha consegnato una struttura missilistica sotterranea alle Forze armate libanesi, dopo che Israele e Beirut hanno concordato di estendere la scadenza per il ritiro dell’Idf dal Libano meridionale a fine novembre. Al-Arabiya riferisce che la struttura sotterranea nel Libano meridionale, con tunnel abbastanza grandi da far passare due camion, e’ stata svuotata di tutte le attrezzature pesanti prima che le forze armate libanesi ne prendessero il controllo. L’emittente saudita ha anche trasmesso dei video in cui le truppe libanesi ispezionano i locali.

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L’inviato di Donald Trump in Medioriente, Steve Witkoff, ha promesso al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che gli Stati Uniti non avvieranno i lavori di ricostruzione del nord della Striscia di Gaza fino a quando non sarà garantita la sicurezza della zona di cuscinetto, e quindi degli israeliani che vivono vicino al confine. Lo scrive il giornale del Qatar Al-Araby Al Jadeed che cita un piano elaborato dagli Stati Uniti e dai Paesi del Golfo per impedire il ripetersi di un attacco simile a quello del 7 ottobre del 2023.

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Secondo il piano Washington vorrebbe ritardare la ricostruzione nel nord della Striscia di Gaza per rendere l’area inabitabile a lungo e promuovere così la proposta di Trump di trasferire 1,5 milioni di palestinesi in Giordania e in Egitto. Secondo l’accordo di cessate il fuoco raggiunto tra Israele e Hamas, la ricostruzione del nord della Striscia di Gaza dovrebbe iniziare nella terza e ultima fase.

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L’apertura del valico è stata alle 7 ora locale, quando i gazawi hanno potuto iniziare il proprio esodo solo a piedi. I veicoli si sono potuti spostare verso nord dopo un’ispezione a partire dalle 9 ora locale, le 8 in Italia. \”Chi è arrivato ci dice che manca l’acqua, l’elettricità, il cibo, le medicine. Le strade non esistono più e quindi mancano i punti di riferimento\”, racconta un palestinese. \”Il ritorno degli sfollati è una vittoria per il nostro popolo\”, ha affermato Hamas. LE IMMAGINI

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\”Stiamo parlando di un milione e mezzo di persone, e noi ripuliremo tutto\”, ha detto il presidente Usa ai giornalisti, definendo Gaza un \”cantiere di demolizione\” e affermando che la mossa potrebbe essere \”temporanea o a lungo termine\”. IL PIANO

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Più di mezzo milione di palestinesi sfollati sono tornati nei nel nord  di Gaza attraverso le strade al-Rashid e Salah al-Din nelle ultime 72  ore. Lo afferma il governo di Gaza, come riporta Al Jazeera.

Fonti di Hamas hanno riferito all’Afp che Israele ritarda gli aiuti a Gaza e ciò potrebbe influire sul rilascio degli ostaggi.  

Secondo l’Onu, sono oltre 376mila palestinesi rientrano nella Striscia. Visita dell’inviato Usa in Medio Oriente Steve Witkoff, vedrà il primo ministro israeliano e il ministro della Difesa Katz. Netanyahu sarà a Washington il 4 febbraio.

C’è attesa per la liberazione dei prossimi ostaggi, giovedì: la jihad ha diffuso un video di Arbel, la cui mancata liberazione sabato scorso aveva fatto sospendere il via libera verso nord. Un altro scambio avrà luogo sabato. Morti otto dei 33 ostaggi della jihad.

Approfondimenti:

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Israele replica a Hamas, ‘ritardi aiuti a Gaza? Fake news’

Israele ha respinto le accuse di Hamas, secondo cui lo Stato ebraico starebbe ritardando la consegna di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e ciò, in quanto contrario all’accordo sul cessate il fuoco, potrebbe avere ripercussioni sul rilascio degli ostaggi. “E’ totalmente una fake news”, ha dichiarato all’Afp un portavoce del Cogat, l’agenzia del ministero della Difesa israeliano che supervisiona gli affari civili nei Territori palestinesi.

Egitto, oggi verso Gaza quasi 200 camion di aiuti

“193 camion umanitari, tra cui 11 autocisterne, oggi fino a questo momento hanno attraversato i valichi di Al-Awja e Karam Abu Salem, in preparazione di un loro ingresso nella Striscia di Gaza”: lo scritto su X nel primo pomeriggio la tv pubblica egiziana di sole notizie al-Qaera riferendosi ai posti di frontiera di Niztana e Kerem Shalom controllati dagli israeliani. Dal canto suo una fonte qualificata Mezzaluna Rossa egiziana nel Sinai Settentrionale ha riferito che oggi era previsto il passaggio di 300 camion di aiuti. La fonte ha sottolineato che “oltre 3.000 camion” sono pronti a entrare, oltre ai convogli che continuano ad arrivare a Rafah da diversi governatorati, evidenziando che “il movimento degli aiuti internazionali è ancora molto limitato”. Rafah è il valico che collega direttamente Gaza all’Egitto, aperto dal lato egiziano ma ostruito da infrastrutture danneggiate su quello palestinese. 

Hamas: oltre 500 mila palestinesi tornati nel nord Gaza

Sono oltre 500.000 i palestinesi tornati nel nord di Gaza da lunedi’, da quando Israele ha sbloccato i movimenti verso la zona settentrionale della Striscia. E’ il bilancio fornito da Hamas. Ieri sera, l’Ufficio dell’Onu per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) ha stimato che oltre 376.000 abitanti di Gaza sono tornati nella parte settentrionale della Striscia, comprese le citta’ di Yabaliya, Beit Lahia e Beit Hanoun. Questa e’ una delle zone piu’ colpite dall’esercito israeliano. 

Media: Katz parlerà oggi con nuovo capo Pentagono

 Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz parlera’ oggi con il nuovo capo del Pentagono Pete Hegseth. Lo ha riferito il giornalista israeliano Barak Ravid, precisando che sara’ la prima telefonata tra i due dall’insediamento del segretario alla Difesa Usa. Hegseth ha avuto un colloqui all’inizio di questa settimana con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, ha ricordato il reporter.

Idf: “Sventato tentativo di introdurre armi in Israele dall’Egitto con un drone”

Le Idf hanno reso noto di aver sventato durante la notte un tentativo di introdurre clandestinamente armi dall’Egitto in Israele, utilizzando un drone. Il velivolo è stato avvistato mentre attraversava il confine tra Egitto e Israele ed è stato abbattuto dalle truppe inviate sul posto, che hanno scoperto che trasportava 13 fucili d’assalto.

Siria: Damasco chiede ritiro di Israele dal Golan

Damasco ha chiesto il ritiro di Israele dai territori siriani occupati dopo la caduta di Bashar al-Assad. Durante un incontro con il capo delle forze di peacekeeping dell’Onu, Jean-Pierre Lacroix, le autorita’ siriane “hanno sottolineato che la Siria e’ disposta a collaborare pienamente con le Nazioni Unite” e a schierarsi nuovamente sul Golan “in conformita’ con l’accordo del 1974, a condizione che le forze israeliane si ritirino immediatamente”. L’8 dicembre, nell’immediatezza della caduta di Assad, Israele invio’ truppe nella zona cuscinetto demilitarizzata sulle alture del Golan, nella Siria sudoccidentale, ai margini della parte dell’altopiano occupata da Israele dalla guerra del 1967 e annessa nel 1981.

Hamas: Israele tarda aiuti Gaza,effetti su rilascio ostaggi

Fonti di Hamas hanno riferito all’Afp che Israele ritarda gli aiuti a Gaza e ciò potrebbe influire sul rilascio degli ostaggi.

Palazzo Chigi: “Impegno Italia in sostegno popolazioni, ingenti aiuti umanitari”

Continua l’impegno dell’Italia, accanto ai partner regionali e internazionali, nella stabilizzazione del quadrante mediorientale e nel sostegno alle sue popolazioni. Ieri, elicotteri delle Forze Armate italiane e giordane hanno condotto congiuntamente un’operazione aerea che ha consentito di fornire una concreta e fattiva assistenza alla popolazione della Striscia di Gaza mediante il trasporto di ingenti quantitativi di aiuti umanitari. Si legge in una nota di palazzo Chigi.

Ministero palestinese: “Due uccisi dall’Idf in Cisgiordania”

Due palestinesi sono stati uccisi durante la notte dal fuoco dell’Idf in Cisgiordania. Lo ha dichiarato il ministero della Salute palestinese citato da Haaretz. Osama Omar Abu Al-Hijah, 25 anni, è stato ucciso da un attacco israeliano a Jenin, il suo corpo è stato scoperto questa mattina. Ayman Fadi Kasem Naji, 23 anni, è stato ucciso dal fuoco dell’Idf a Tulkarem, riferisce il ministero. 

Papa: preghiamo per la pace, la guerra è sempre una sconfitta

“E non dimentichiamo di pregare per la pace in Palestina, Israele, Myanmar e tanti Paesi che sono in guerra. La guerra e’ sempre una sconfitta. Preghiamo per la pace”. Cosi’ Papa Francesco al termine dell’Udienza Generale. 

Polizia israeliana arresta 12 persone durante festa Hamas per terrorista rilasciato

Le forze di sicurezza israeliane hanno arrestato ieri sera 12 persone a Gerusalemme Est, sospettate di aver preso parte a una manifestazione pro-Hamas per celebrare il rilascio di un terrorista liberato in base all’accordo di cessate il fuoco per la presa di ostaggi a Gaza. Lo riferiscono fonti Stando della polizia israeliana al Times of Israel, aggiungendo di aver trovato bandiere di Hamas, fuochi d’artificio, una pistola ad aria compressa e una grossa somma di denaro durante i raid di ieri sera.

Gli arresti sono avvenuti pochi giorni dopo che sui social media sono circolate le riprese di una parata che celebrava il rilascio di sabato di Ashraf Zughayer, un terrorista di Hamas condannato nel 2002 per aver guidato attentatori suicidi per compiere attacchi. Il filmato mostra una folla di persone che sfila nel quartiere Kafr Aqab di Gerusalemme sventolando bandiere di Hamas, con Zughayer stesso in cima a un pick-up che procede lentamente al centro della manifestazione. 

Rubio: fare in modo che Hamas non governi mai più Gaza

Il nuovo Segretario di Stato Marco Rubio ha parlato telefonicamente con il suo omologo egiziano Badr Abdelatty, in seguito alla proposta del presidente Donald Trump di ospitare i palestinesi della Striscia di Gaza in Egitto. Un comunicato stampa del Dipartimento di Stato afferma che i due hanno “discusso gli ultimi sviluppi a Gaza”, con Rubio che ha elogiato il ruolo dell’Egitto nella mediazione dell’accordo per il cessate il fuoco con gli ostaggi e nella fornitura di assistenza umanitaria a Gaza.

Beirut: attacchi israeliani nel sud Libano violano la tregua

Il primo ministro libanese Najib Mikati ha condannato l’attacco israeliano di ieri sera a Nabatieh, nel Libano meridionale, definendolo “una violazione della sovranità del Libano e dell’accordo di cessate il fuoco”. Ieri sera, l’agenzia di stampa ufficiale libanese Ani ha riferito che un “drone nemico israeliano” ha effettuato un “attacco missilistico guidato” prendendo di mira un piccolo camion “che trasportava verdura” nei pressi della città di Nabatieh, a circa 10 chilometri dal confine con Israele, provocando 20 feriti. Altre quattro sono rimaste ferite in un secondo raid che ha preso di mira una “strada” due chilometri più avanti, ha aggiunto l’agenzia libanese. Mikati ha fatto appello al generale statunitense Jasper Jeffers, che guida il meccanismo di monitoraggio del cessate il fuoco, affinché “assuma una posizione ferma per garantire che Israele rispetti i propri obblighi ai sensi del diritto internazionale”, riporta Haaretz. Beirut, ‘attacchi israeliani nel sud Libano violano la tregua’          

Hezbollah consegna fabbrica di missili a esercito libanese

Hezbollah ha consegnato una struttura missilistica sotterranea alle Forze armate libanesi, dopo che Israele e Beirut hanno concordato di estendere la scadenza per il ritiro dell’Idf dal Libano meridionale a fine novembre. Al-Arabiya riferisce che la struttura sotterranea nel Libano meridionale, con tunnel abbastanza grandi da far passare due camion, e’ stata svuotata di tutte le attrezzature pesanti prima che le forze armate libanesi ne prendessero il controllo. L’emittente saudita ha anche trasmesso dei video in cui le truppe libanesi ispezionano i locali.

Media: Usa vogliono rinviare ricostruzione nord Gaza

L’inviato di Donald Trump in Medioriente, Steve Witkoff, ha promesso al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che gli Stati Uniti non avvieranno i lavori di ricostruzione del nord della Striscia di Gaza fino a quando non sarà garantita la sicurezza della zona di cuscinetto, e quindi degli israeliani che vivono vicino al confine. Lo scrive il giornale del Qatar Al-Araby Al Jadeed che cita un piano elaborato dagli Stati Uniti e dai Paesi del Golfo per impedire il ripetersi di un attacco simile a quello del 7 ottobre del 2023.

Secondo il piano Washington vorrebbe ritardare la ricostruzione nel nord della Striscia di Gaza per rendere l’area inabitabile a lungo e promuovere così la proposta di Trump di trasferire 1,5 milioni di palestinesi in Giordania e in Egitto. Secondo l’accordo di cessate il fuoco raggiunto tra Israele e Hamas, la ricostruzione del nord della Striscia di Gaza dovrebbe iniziare nella terza e ultima fase.

Gaza, migliaia di palestinesi sfollati tornano nel nord della Striscia. FOTO

L’apertura del valico è stata alle 7 ora locale, quando i gazawi hanno potuto iniziare il proprio esodo solo a piedi. I veicoli si sono potuti spostare verso nord dopo un’ispezione a partire dalle 9 ora locale, le 8 in Italia. “Chi è arrivato ci dice che manca l’acqua, l’elettricità, il cibo, le medicine. Le strade non esistono più e quindi mancano i punti di riferimento”, racconta un palestinese. “Il ritorno degli sfollati è una vittoria per il nostro popolo”, ha affermato Hamas. LE IMMAGINI

Medio Oriente, idea di Trump per “ripulire” Gaza: palestinesi in Egitto e Giordania

“Stiamo parlando di un milione e mezzo di persone, e noi ripuliremo tutto”, ha detto il presidente Usa ai giornalisti, definendo Gaza un “cantiere di demolizione” e affermando che la mossa potrebbe essere “temporanea o a lungo termine”. IL PIANO

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