La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha “ricevuto un avviso di garanzia per favoreggiamento e peculato” per il caso Almasri. Ne dà notizia lei stessa in un video sui social. “Non sono ricattabile, non mi faccio intimidire, avanti a testa alta” ha scritto la premier sui social. L’avviso di garanzia è stato ricevuto da parte del procuratore Francesco Lo Voi.
Indagati per caso Almasri anche Piantedosi, Nordio e Mantovano – Indagati anche Piantedosi, Nordio e Mantovano, “presumo a seguito di una denuncia” dice Meloni. Secondo Meloni l’avvocato che avrebbe sporto denuncia sarebbe Luigi Li Gotti, “ex politico di sinistra vicino a Romano Prodi”, e “conosciuto per aver difeso pentiti del calibro di Buscetta, Brusca e altri mafiosi”. Effettivamente, diversi quotidiani riportano negli ultimi giorni l’intenzione di Li Gotti di sporgere denuncia: lo dice anche lui stesso in un video di AntimafiaDuemila. “Ora i fatti, ne abbiamo parlato in questi giorni, sono abbastanza noti – sottolinea la premier nel video –: la Corte penale internazionale dopo mesi di riflessione emette un mandato di arresto internazionale nei confronti del capo della polizia giudiziaria di Tripoli. Curiosamente la Corte lo fa proprio quando questa persona stava per entrare sul territorio italiano dopo che aveva serenamente soggiornato per circa 12 giorni in altri tre stati europei” dice.
“La richiesta di arresto della Cpi non è stata trasmessa al Ministero italiano della Giustizia, come invece è previsto dalla legge, e per questo la Corte d’Appello di Roma decide di non procedere alla sua convalida. A questo punto, con questo soggetto libero sul territorio italiano, piuttosto che lasciarlo libero noi decidiamo di espellerlo e rimpatriarlo immediatamente per ragioni di sicurezza con un volo apposito come accade in altri casi analoghi. Questa è la ragione per la quale la procura di Roma oggi indaga me, il sottosegretario Mantovano e due ministri”.
Il caso Almasri – Osama Najeem Almasri, capo della polizia giudiziaria libica, è stato arrestato a Torino lo scorso weekend, poi scarcerato per un ‘vizio procedurale’ legato all’arresto e immediatamente espulso e rimpatriato in Libia con un volo di Stato italiano, dove è stato accolto come un eroe. Quello che è considerato il ‘torturatore libico’ di una delle prigioni principali di Tripoli, secondo quanto riferito dal ministro Piantedosi in Parlamento, era “pericoloso” per la “sicurezza” del nostro Paese e per questo una volta scarcerato è stato immediatamente mandato in Libia.
Sul caso è intervenuta anche la Corte penale internazionale (Cpi) che ha ‘bacchettato’ l’Italia chiedendo spiegazioni sull’accaduto.
Mediterranea: “Arresto dopo anni di denunce e testimonianze” – “L’arresto del capo della polizia giudiziaria libica, il torturatore di Mitiga Almasri, è avvenuto dopo anni di denunce e testimonianze delle vittime, fatte pervenire alla Corte Penale Internazionale, che ha condotto una difficile indagine”, aveva commentato prima della notizia del rilascio la ong Mediterranea Saving Humans. “Almasri – prosegue Msh – è la prova di come l’intero sistema libico, foraggiato in questi anni da milioni di euro dai governi italiani e dall’Unione Europea, sia atroce e criminale: banditi come Almasri hanno solo messo in pratica in Libia il mandato ricevuto di ‘fermare i migranti’. Nonostante il tentativo di nasconderla, la notizia è comunque uscita in Italia, grazie al giornalista Nello Scavo di Avvenire. Ma siamo solo all’inizio: chi ha pagato per anni Almasri per torturare, detenere, uccidere donne, uomini e bambini?”, concludono gli attivisti di Mediterranea Saving Humans.
L’avvocato che ha sporto denuncia: “Ora chiarezza” – A spiegare all’Adnkronos le ragioni della denuncia è lo stesso avvocato Luigi Li Gotti, che in relazione al caso Almasri ha presentato l’esposto alla procura di Roma che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati della premier Giorgia Meloni, dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano. “Adesso su questa vicenda mi aspetto chiarezza, quello che non c’è stato finora. Nel mio esposto ho ipotizzato i reati di favoreggiamento e peculato, ma ora sarà la magistratura a indagare e fare accertamenti”, dice il legale.
“L’iscrizione è un atto dovuto per legge, la procura non ha potuto iscrivere contro ignoti perché la denuncia è nominativa, ma è un atto consequenziale, scontato”, aggiunge Li Gotti.
Tajani: “Condanno scelte che sembrano ripicca per la riforma della giustizia” – “Sono dalla parte di Giorgia Meloni, Matteo Piantedosi, Carlo Nordio e Alfredo Mantovano. Difendo la separazione dei poteri e condanno scelte che suonano come una ripicca per la riforma della giustizia”. Lo scrive sui social il vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani dopo la notizia dell’avviso di garanzia arrivato alla premier e ai ministri dell’Interno, della Giustizia e al sottosegretario Mantovano per il caso Almasri.
Salvini: “Vergogna, vergogna, vergogna” – “Giorgia Meloni indagata per il rimpatrio del libico Almasri, avvisi di garanzia per il sottosegretario Alfredo Mantovano e i ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio. Vergogna, vergogna, vergogna. Lo stesso procuratore che mi accusò a Palermo ora ci riprova a Roma con il governo di centrodestra. Riforma della Giustizia, subito!”. Così su X il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini.
Valditara: “Urge ristabilire separazione dei poteri” – “Totale solidarietà alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ai ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio, al sottosegretario Alfredo Mantovano. È urgente ristabilire una netta separazione dei poteri. La difesa della sicurezza nazionale attiene alle scelte sovrane del governo della repubblica”. Così su X il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.
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