Avviso di garanzia Giorgia Meloni, cosa rischia la premier? Nel pomeriggio di ieri con un video la presidente del Consiglio ha reso noto di essere indagata insieme al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, a quello della Giustizia Carlo Nordio e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.
Il reato contestato a Giorgia Meloni sarebbe quello di favoreggiamento e peculato in relazione alla vicenda riguardante Njeim Osama Almasri, capo della polizia giudiziaria libica arrestato la scorsa settimana a Torino per crimini di guerra su mandato della Corte penale internazionale poi liberato e rispedito in Libia in tutta fretta con un volo di Stato senza che venisse consegnato all’Aja.
Tutto nasce da un esposto presentato alla Procura di Roma da parte di Luigi Li Gotti, un avvocato con un lungo passato tra le fila del Movimento Sociale Italiano prima e di Alleanza Nazionale poi, salvo poi arrivare in Parlamento dopo un passaggio a Italia dei Valori negli anni ’90.
Dopo che la premier ha diffuso la notizia, l’Associazione Nazionale Magistrati ha diffuso su X un comunicato dove è stato specificato che Giorgia Meloni e i ministri non sono stati raggiunti da un avviso di garanzia, ma da una comunicazione di iscrizione che è un atto dovuto dalla legge.
“La disposizione impone al procuratore – si legge nel post social -, ricevuta la denuncia, ed omessa ogni indagine, di trasmettere entro 15 giorni gli atti al Tribunale dei ministri dandone comunicazione affinché questi possano presentare memorie o chiedere di essere ascoltati. Si tratta di un atto dovuto”.
Cosa succede adesso a Giorgia Meloni e agli altri finiti sotto indagine? I reati contestati alla premier prevedono oltre 4 anni di carcere in caso di condanna, ma naturalmente si tratta di una possibile vicenda giudiziaria molto articolata.
Giorgia Meloni, avviso di garanzia: cosa rischia
Nell’esposto presentato da Luigi Li Gotti alla Procura di Roma, l’avvocato chiede che “vengano svolte indagini sulle decisioni adottate e favoreggiatrici del suddetto Osama Almasri, nonché sulla decisione di utilizzare un aereo di Stato per prelevare il catturato (e liberato) a Torino e condurlo in Libia”.
Li Gotti poi ha aggiunto che “chiunque, dopo che fu commesso un delitto per il quale la legge stabilisce l’ergastolo o la reclusione, e fuori dei casi di concorso nel medesimo, aiuta taluno a eludere le investigazioni dell’Autorità, comprese quelle svolte da organi della Corte penale internazionale, o a sottrarsi alle ricerche effettuate dai medesimi soggetti, è punito con la reclusione fino a quattro anni”.
Per l’utilizzo del volo di Stato, quindi per l’accusa di peculato, l’ex parlamentare ha scritto nell’esposto che “avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria, è punito con la reclusione da quattro a dieci anni e sei mesi”
Naturalmente le accuse verso Giorgia Meloni, Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e Alfredo Mantovano, sono tutte da dimostrare, con tutto il governo che subito ha fatto quadrato parlando di indagine a orologeria e di ritorsione dei magistrati per la riforma della giustizia al vaglio della maggioranza.
Senza voler entrare nel merito della vicenda Almasri – assai intricata e delicata visti i rapporti tra l’Italia e la Libia per la gestione dei flussi migratori -, cerchiamo di capire ora cosa succede a Giorgia Meloni visto che i reati avanzati nell’esposto prevedono eventuali pene superiori ai quattro anni di carcere.
Come spiegato dall’Anm, adesso la denuncia sarà trasmessa entro 15 giorni al Tribunale dei ministri, competente per eventuali reati compiuti da presidente del Consiglio e ministri nell’esercizio delle loro funzioni.
Il Tribunale dei ministri è composto da tre magistrati – sorteggiati – che avranno ora il compito di decidere se archiviare l’indagine oppure chiedere al Parlamento un’autorizzazione a procedere nei confronti degli indagati.
A breve così si saprà se l’avviso di garanzia ricevuto da Giorgia Meloni – anche se abbiamo spiegato che il termine è improprio – andrà a scaturire in una vera e propria indagine oppure se l’esposto verrà archiviato. La palla ora passa al Tribunale dei ministri mentre il clima politico nel Paese si sta facendo rovente.
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