il Consiglio Comunale della Città di Imola si è riunito oggi in sessione straordinaria per celebrare il Giorno della Memoria, ricorrenza istituita con la Legge 20 luglio 2000, n. 211, per ricordare le vittime dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico, oltre ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.
La seduta si è tenuta dalle ore 16:30 alle ore 19:30 nella Sala Consiliare della Residenza Municipale e prevedeva un programma ricco di interventi e testimonianze.
Dopo i saluti istituzionali del Sindaco Marco Panieri, del Presidente del Consiglio Comunale Roberto Visani e del Vice Presidente Nicolas Vacchi, ha preso la parola la Presidente dell’ANED di Imola, Roberta Dall’Osso.
Momenti particolarmente significativi sono stati rappresentati dalle testimonianze dei partecipanti al “Viaggio della Memoria” a Mauthausen, realizzato lo scorso anno, e dagli interventi degli studenti dell’Istituto Comprensivo 7, seguiti dall’intervento dell’Assessora alla Scuola, Gianna Gambetti. La giornata si è conclusa con le riflessioni dei Gruppi Consiliari.
Questa celebrazione rappresenta un’importante occasione per riaffermare il valore della memoria storica e per sensibilizzare la comunità sull’importanza di combattere ogni forma di discriminazione e intolleranza.
Rivedi la video-registrazione della seduta commemorativa
Gli interventi
Leggi l’intervento integrale del Sindaco Marco Panieri, pronunciato in apertura della Seduta.
Presidente del Consiglio Comunale, Roberto Visani:
“Il 27 gennaio, data in cui, nel 1945, fu liberato il campo di Auschwitz, è per noi il Giorno della memoria, il giorno in cui ricordiamo la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché tutte le vittime di un progetto di sterminio.Questo giorno non vuole essere una semplice ricorrenza che si ripete di anno in anno, ma è anche e soprattutto un impegno per il futuro. In questi ultimi anni celebrare questo giorno è particolarmente difficile. Difficile perché si situa in un tempo in cui la fragile tregua del terribile conflitto in Medio Oriente e il perduare della guerra fra l’Ucraina e la Federazione Russa contraddicono il lascito “mai più guerre” consegnato all’umanità 80 anni fa confidando che fosse un impegno solenne e definitivo. Di fronte a questi accadimenti siamo chiamati oggi a ripristinare la memoria di ciò che è stato e sentiamo il dovere di non arrenderci alla realtà. Fare memoria ha oggi proprio il significato di non arrendersi. Fare memoria della crudeltà e della inutilità della guerra. Fare memoria dell’olocausto, dello sterminio del popolo ebraico. Fare memoria della disumanità dell’uomo. Fare memoria della inevitabile deriva bellica cui possono portare l’odio e il nazionalismo. Fare memoria degli esiti dell’indifferenza verso il Male. Fare memoria dell’incapacità di vedere per tempo il Male. “L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria” ha scritto Primo Levi. Ringrazio l’Aned di Imola, nella persona di Roberta Dall’Osso e Marco Orazi del Cidra, che anche quest’anno hanno proposto alle Istituzioni e agli studenti imolesi il “Viaggio della Memoria” che nel 2025 coincide con l’80° anniversario della liberazione del Campo di Mauthausen. La Presidenza del Consiglio comunale aderisce convintamente anche quest’anno a questa proposta. È un’esperienza che rappresenta una grande opportunità per non dimenticare la nostra storia e scuotere le nostre coscienze dal rischio dell’indifferenza, affinché il rispetto della vita umana e l’impegno per la pace prevalgano sempre sull’odio e sulla violenza.”
Vicepresidente del Consiglio Comunale, Nicolas Vacchi:
“Come Vicepresidente del Consiglio Comunale di Imola ho volentieri collaborato attivamente per la realizzazione di questo consiglio comunale straordinaria in occasione di questa Solenne giornata. Il 27 gennaio di 80 anni fa, con l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, il mondo ha visto con i suoi occhi l’orrore della Shoah, il deliberato piano nazista di persecuzione e sterminio del popolo ebraico. Con la Shoah l’umanità ha toccato il suo abisso. Un evento storico la cui unicità – per presupposti, scientificità della pianificazione e modalità di esecuzione – è necessario ribadire con chiarezza. Il feroce attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 ha scatenato una nuova ondata di odio contro il popolo israeliano e ha rinvigorito quei focolai di antisemitismo, che non si erano mai spenti del tutto e che hanno trovato nuovo vigore, molto spesso nascosti dietro la critica alle scelte del Governo israeliano. L’antisemitismo è una piaga da estirpare. E noi dobbiamo lavorare per combatterla in tutte le sue declinazioni, vecchie e nuove. È una priorità del nostro Governo Nazionale e siamo felici che in questa sfida così impegnativa possiamo contare sulle competenze, le capacità e l’esperienza del Generale Pasquale Angelosanto, quale Coordinatore nazionale per la lotta all’antisemitismo. È nostro dovere coltivare ogni giorno la memoria di ciò che è accaduto e accrescerne, sempre di più, la consapevolezza nelle giovani generazioni. È un impegno che l’attuale Governo sta portando avanti con grande costanza e determinazione. Si pensa, ad esempio, ad uno dei provvedimenti di cui andiamo orgogliosi: la legge che istituisce il Museo della Shoah. A Roma è presente la più antica comunità ebraica d’Europa e la Città Eterna non poteva non accogliere un’istituzione museale specificatamente dedicata alla storia della Shoah, al pari dei Musei presenti in altre grandi Capitali europee e dello Yad Vashem di Gerusalemme. La memoria della Shoah – il genocidio paradigmatico del ‘900 – sia strumento per rinvigorire la meditazione civile su ogni altro sterminio o genocidio, sia allarme permanente su quanto è successo, e che può di nuovo succedere, e faccia emergere le possibilità, grandi o piccole, di resistere al male, perseguendo il sempre il bene Comune.”
Assessora alla Scuola, Gianna Gambetti:
“Il 27 gennaio, Giorno della Memoria, ci invita a riflettere e a ricordare una delle pagine più oscure della storia umana. Oggi più che mai, in un mondo in cui assistiamo a crescenti tensioni sociali e politiche, è essenziale che la scuola sia un luogo di educazione ai valori fondamentali. Dobbiamo formare giovani cittadini consapevoli, capaci di riconoscere e combattere le ingiustizie, il razzismo e tutte le forme di dittatura. Il rispetto per l’altro, l’inclusione e la valorizzazione delle diversità sono principi che devono essere alla base del nostro sistema educativo. Ricordare le tragedie del passato non è solo un esercizio di memoria, ma un atto di responsabilità verso il futuro. Dobbiamo formare cittadini che, attraverso il ricordo, possano costruire speranze e lavorare per un mondo migliore. La scuola ha il compito di educare giovani che siano protagonisti attivi del cambiamento, che sappiano impegnarsi per una società più giusta e inclusiva. In conclusione, ringrazio nuovamente tutti voi per essere qui oggi e per il vostro impegno nel mantenere viva la memoria. Il nostro dovere è trasmettere alle future generazioni i valori fondamentali che rendono la nostra società umana e civile. Sono convinta che, lavorando insieme, possiamo costruire un futuro migliore, basato sul rispetto, l’inclusione e la giustizia.”
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