l’ascesa di DeepSeek cambia tutto

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Mille miliardi (di dollari) di guai per i listini tecnologici americani: è questa la dimensione dello schianto causato dall’ascesa della start-up cinese di intelligenza artificiale DeepSeek, fondata dal finanziere Liang Wenfeng, che a una settimana dalla pubblicazione del suo modello di Ia generativa (stile ChatGpt, per intenderci) ha visto la sua applicazione diventare la più scaricata nel settore negli Usa. Un’accelerazione che ha messo in discussione la madre di tutte le certezze su cui nel 2024 si era alimentata la grande corsa delle borse americane e degli investimenti in hardware per l’Ia, dai chip alle unità più complesse: il fatto che i colossi statunitensi e il sistema-Paese a stelle e strisce tenesse saldamente in mano le redini del gioco.

Ebbene, sono bastati i codici di DeepSeek a far tremare questa certezza. E i dati sulle aperture delle borse Usa nell’ultima settimana di gennaio hanno prospettato un lunedì nero, con la prospettiva di veder mille miliardi di dollari (metà del Pil italiano!) sparire in un giorno e oltre 350 miliardi di dollari bruciati dalla sola Nvidia, in prospettiva la più grande perdita giornaliera in borsa della storia della finanza mondiale.

I segreti di DeepSeek

“Le aziende statunitensi tra cui OpenAI e Google DeepMind hanno aperto la strada allo sviluppo di modelli di ragionamento, un campo relativamente nuovo della ricerca sull’intelligenza artificiale che sta tentando di far corrispondere i modelli alle capacità cognitive umane”, nota il Financial Times, ricordando che “la release R1 di DeepSeek ha scatenato un dibattito frenetico nella Silicon Valley sulla possibilità che le aziende di intelligenza artificiale statunitensi con maggiori risorse, tra cui Meta e Anthropic, possano difendere il loro vantaggio tecnico”.

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Liang, che settimana scorsa ha incontrato il primo ministro cinese Li Qiang e sta venendo celebrato in patria come un grande capitano d’industria, ha iniziato lavorando con la Gpu di Nvidia per i suoi modelli e, dopo l’inizio degli stop all’export americano di prodotti tecnologici di punta verso Pechino, ha iniziato ad ottenere un vantaggio competitivo puntando apertamente su un approccio collaborativo con altre compagnie produttrici di tecnologia nel Paese. Sostenuta dai proventi del fondo di Liang, High Flyer, DeepSeek è un’azienda che non ha nel breve periodo l’ansia di produrre guadagni consistenti ma, ricorda il Ft, può usare i proventi della finanza che alimentano il patrimonio di Liang per costruire partnership, investire, attrarre talenti.

A spaventare i mercati Usa è il fatto che a far loro concorrenza sia un player imprevedibile che rappresenta la forza di un sistema. La componentistica che abilita la potenza di calcolo di DeepSeek è cinese, con buona pace di sanzioni e stop agli investimenti; le tecnologie sono sviluppate da team di ingegneri formatisi in patria, pare soprattutto tra le università di Pechino, Tsinghua e Beihang; il cuore delle attività è nella Repubblica Popolare. Il boom dell’azienda, poi, viene annunciato all’alba della seconda era di Donald Trump e nei giorni in cui a Washington si presenta il maxi-piano Stargate, pensato per consolidare la leadership americana sull’Ia.

Un concorrente cinese spiazza le certezze Usa

In quest’ottica, la reazione dei mercati è stata critica perché l’ascesa di un concorrente cinese sull’Ia fa venire meno le fondamenta di un teorema ritenuto valido e inevitabilmente dimostrato: gli investimenti finanziari nell’Ia avrebbero alimentato la supremazia americana sull’hardware e sul software; i profitti di questi processi sarebbero stati catturati in ogni campo, dalla manifattura ai servizi abilitati dall’Ia, da aziende statunitensi; complice lo stop alle tecnologie dei rivali, non ci sarebbero stati rivali per intaccare questa torta di profitti destinata a espandersi esponenzialmente; i dividendi di tutti questi investimenti sarebbero tornati agli operatori originari. Uno schema perfetto in cui DeepSeek ha avuto il ruolo, ideale, del cigno nero, del guastatore.

Ora più che il futuro della start-up capace di far andare nel panico i titani della Silicon Valley è bene sottolineare il fatto che il re è nudo e le tendenze dell’Ia a generare, potenzialmente, bolle e aspettative esagerate non possono essere tolte dal tavolo. Ad aprile gli attori dell’Ia avevano perso mille miliardi in una settimana sull’onda delle tensioni geopolitiche, a giugno Nvidia nello stesso periodo ha bruciato 500 miliardi per le incertezze sui ritorni reali degli investimenti in Ia, a dicembre su queste colonne parlavamo delle tendenze anomale di molti finanziamenti e delle borse rispetto allo stato anemico delle economie reali come potenzialmente in grado di generare bolle. Ma forse la vera “bolla” è quella dell’illusione statunitense di poter dominare e scrivere autonomamente le regole mondiali dello sviluppo tecnologico. DeepSeek ricorda che la situazione è ben più complessa.

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