Chi ha detto che famiglia fa rima con figli? Sempre più coppie scelgono consapevolmente di vivere lontano da pannolini e pappe. Le coppie senza figli stanno ridefinendo il concetto di famiglia in Italia. Cosa spinge un numero crescente di partner a rinunciare alla genitorialità?
Il dibattito attorno alla famiglia si arricchisce di nuove sfumature. La Generazione Z mostra infatti consapevolezza delle sfide future, sottolineando l’importanza di mettere al mondo figli solo in un contesto più inclusivo e sostenibile. Le politiche introdotte dalla Manovra di Bilancio 2025, come il Bonus Bebè e l’Assegno Unico, offrono segnali incoraggianti a coloro che desiderano diventare genitori.
Generazione senza figli: nuovi trend demografici
Ad influenzare questa scelta il crescente costo della vita. Secondo l’Osservatorio Federconsumatori, mantenere un figlio dalla nascita fino ai 18 anni richiede una spesa stimata intorno ai 175.000 euro.
Trend confermato dai social, dove l’hashtag #DINK raccoglie migliaia di contenuti condivisi da partner senza figli che raccontano il loro stile di vita. In particolare, in America si diffonde l’acronimo DINKWAD (Double Income, No Kids, With A Dog). Questo modello conquista sempre più seguaci, attratti dall’idea di una vita libera dalle responsabilità genitoriali, ma arricchita dal legame profondo con il proprio animale domestico.
Coppie senza figli: la sfida della denatalità
Il trend delle coppie senza figli, sempre più normalizzato, rispecchia una società con nuove priorità di vita. Numerose coppie scelgono di voler concentrarsi esclusivamente sulla propria relazione, abbracciando la libertà che questa decisione comporta.
Questo scenario contribuisce, però, al cosiddetto «inverno demografico». In Italia, l’Istat evidenzia (dati gennaio-luglio 2024) un ulteriore calo delle nascite, con 4.600 neonati in meno rispetto allo stesso periodo del 2023. Andamento che si inserisce in un declino decennale: tra 2008 e 2023, le nascite sono diminuite del 34,1%.
Accanto alla scelta intenzionale di non avere figli, il posticipo della maternità, con età media delle neomamme passata dai 28 anni nel 1995 ai 31,7 anni nel 2023 (Report Natalità – ISTAT 2023), gioca un ruolo significativo sulla denatalità.
Famiglie in evoluzione: un futuro a misura di consapevolezza
Se alcuni scelgono consapevolmente di non diventare genitori, molte coppie senza figli appartenenti alla Gen Z preferiscono posticipare la genitorialità, senza però rinunciarvi del tutto. L’ultima indagine condotta da Merck, «Salute emotiva della Generazione Zeta e dei Millennials: cosa muove i giovani europei?» (2023), ha rivelato che il 76% dei giovani intervistati desidera avere figli, ma solo in una società che offra opportunità migliori per le famiglie.
In questa prospettiva, la Manovra di Bilancio 2025 apre uno spiraglio a sostegno della famiglia. Tra le novità, spicca il Bonus Bebè, un contributo una tantum di 1.000 euro per ogni figlio nato nel 2025, destinato alle famiglie con un ISEE inferiore a 40.000 euro.
Altre misure includono l’incremento dell’Assegno Unico Universale del 50% per i primi 12 mesi di vita del bambino e il potenziamento del Bonus Nido, che sale a 3.600 euro per le famiglie con ISEE sotto i 40.000 euro. Nel contesto del welfare aziendale, è previsto un aumento dell’indennità di congedo parentale, che raggiunge l’80% della retribuzione per tre mesi, fino al compimento del sesto anno di vita del bambino.
Il confronto tra famiglia tradizionale e vita di coppia evidenzia un cambiamento significativo rispetto al passato. Entrambe le scelte esprimono una maggiore consapevolezza, mirando a condizioni di vita migliori e a modelli più flessibili e inclusivi.
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