“Quello di DeepSeek è innanzitutto un cambio di paradigma culturale: da quello americano, con l’AI generativa sviluppata con enormi immissioni di capitali e gestita da pochi ultra-ricchi, a quello cinese, basato su larga accessibilità e attenzione ai costi”. Così Gianfranco Sorasio, amministratore delegato di eVISO, commenta l’avvento del Davide orientale che sta affossando i Golia americani, in primis Nvidia, calata di oltre il 16% a Wall Street ieri, quando la startup asiatica è salita alla ribalta per il suo sistema disruptive.
L’impatto sul settore è enorme: “ChatGPT ha reso visibile all’umanità la possibilità di avere agenti che parlano e cantano e disegnano in modalità quasi umana, grazie all’intelligenza artificiale generativa. DeepSeek ha dimostrato che questa è uno strumento a disposizione di tutti”, sottolinea il manager della società che utilizza l’AI per commerciare materie prime, come energia, gas e mele.
Minori costi, meno energia, stessa resa
In sostanza, costruire e allenare i modelli diventa molto meno costoso, passando dall’ordine dei miliardi a quello dei milioni, e non sono più necessari super-chip in super-server di super-data-center gestiti da pochi colossi. Con la tecnologia DeepSeek, anche una media impresa può addestrare il proprio sistema utilizzando computer interni. Con consumi energetici nettamente inferiori, “potenzialmente fino a 100 volte meno, in attesa di capire i dati precisi”, commenta Sorasio.
Ad oggi, sappiamo per certo che DeepSeek non ha accesso libero a tutti i chip di Nvidia, a causa del blocco degli Stati Uniti, eppure la startup fondata nel 2023 a Hangzhou, su un progetto del fondo speculativo High-Flyer, vanta prestazioni comparabili a quelle delle Big Tech a stelle strisce.
DeepSeek-V3 è stato addestrato con meno di 6 milioni di dollari e usando solo chip Nvidia H800. L’applicazione, ormai scaricata più di ChatGPT dall’Apple store, ha un accesso totalmente gratuito, contro i 20 o 200 dollari al mese delle versioni a pagamento del competitor americano.
Il prezzo delle Api è di 27 volte inferiore: 10 dollari contro 270. Inoltre, quello Made in China è un impianto open source e sarà più difficile per le aziende occidentali giustificare i costi elevati dei loro modelli chiusi. “La price war lanciata da DeepSeek abbatterà il costo della tecnologia, rendendola universalmente accessibile”, evidenzia il numero uno di eVISO.
Spazzata via la “leva di Sam Altman”
“Fino a due giorni fa, la leva di competitività di Sam Altman era l’effetto scala: capacità di spesa miliardaria su processi di allenamento e server. Un vantaggio accessibile a Gates, Bezos, Musk e pochi altri”, osserva il numero uno di eVISO. “DeepSeek ha spazzato via queste leve competitive, appannaggio di pochi gruppi americani, aprendo la strada a orde di nuovi modelli. Un effetto simile al passaggio dai supercomputer degli anni ‘70 ai PC negli ‘80”.
L’AI generativa per Sorasio è “diventata una materia prima, e le aziende europee, come eVISO, hanno ora la possibilità di trasformarla e arrivare a prodotti ad alto valore aggiunto. È un bene per la competitività: non bisogna più chiedere il permesso a OpenAi e pagare fee ad Altman, perché tutti possono utilizzare una soluzione accessibile”.
EVISO era pronta a questo scenario, e infatti aveva evitato investimenti in LLM (Large Language Model) proprietari, in attesa dell’AI come materia prima. “Già oggi abbiamo un assistente basato su Intelligenza Artificiale che risponde alle domande degli utenti relative a informazioni generali. Nel breve termine, sarà possibile chiedere informazioni anche sui propri dati personali in maniera sicura, perché sarà possibile sviluppare un assistente per ogni utente, tutelando i dati sensibili che, con server e processi propri, non sono accessibili a terzi”.
Pertanto, un bot potrà rendicontare la bolletta del cliente italiano senza che questa venga data in pasto ad aziende americane. “In futuro immagino le banche, gli ospedali, le utility col loro server e il loro LLM”, prosegue Sorasio. Anche in questo caso, tutela dei dati, privacy e compliance sono fondamentali.
“L’utilizzo di massa di questo paradigma porterà a un aumento dei consumi e quindi per noi si apre uno scenario fortemente positivo”, ha concluso l’ad.
Censura e democrazia
L’entusiasmo per DeepSeek non deve portare a trascurare i lati oscuri del sistema. Per esempio, il fatto che sia soggetto a censura: se interrogato su Piazza Tienanmen o Taiwan, il chatbot non risponde.
Tuttavia, la startup cinese ha dimostrato che è possibile fare AI in una maniera totalmente innovativa e questo può spianare la strada anche a realtà basate in Paesi democratici, senza censure.
Un’altra cosa da ricordare: quando si hanno idee valide, nulla è impossibile. Liang Wenfeng, l’ingegnere informatico dietro DeepSeek, aveva iniziato nel 2021 ad acquistare unità di elaborazione Nvidia. Un socio citato dal Financial Times ha raccontato: “Quando lo abbiamo incontrato era un nerd con un’acconciatura terribile, parlava di costruire un sistema con 10.000 chip. Non lo abbiamo preso sul serio”. Ora lui li ha presi in contropiede.
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