UDINESE ROMA – Roma, dove eravamo rimasti… alzi la mano chi non aveva già pronto da giorni il titolo “da Udine a Udine”. Passare in 280 giorni, 18 gare esterne, dall’ultima vittoria esterna all’altra, colpevole ritardo di una squadra che dall’esonero di Mourinho ha finito per toccare il fondo nel suo trend di campionato; con la Coppa infrasettimanale che ora fungerà da salvagente, con la gara spartiacque da dentro o fuori in programma giovedì all’Olimpico, alla quale diventa fondamentale ora presentarsi dopo una vittoria di spessore.
Moduli e sviluppi di gioco
I due tecnici se la giocano con moduli speculari, con Ranieri che attinge dalla rosa attuando un discreto turnover, in un 3-5-2 dove davanti a Svilar ci sono Celik, Mancini e Ndicka, con il neo acquisto Rensch subito in campo a destra, a formare la coppia dei quinti con Angelino sull’out opposto. In mezzo Pisilli, Koné (in regia) e Pellegrini, con Baldanzi a supporto di Dovbyk. Runjaic sistema Sava tra i pali, con Kristensen e Touré braccetti ai lati di Bijol. Modesto e Zemura sono i quinti, mentre in mezzo al campo Karlstrom detta i tempi, con Lovric e Payero mezzali a supporto della coppia offensiva Thauvin-Lucca.
Primo tempo spezzettato, l’Udinese trova il vantaggio nell’unica opportunità
Con il campo che per moduli complementari disegna tutti duelli individuali, la Roma trova una spinta efficace sugli esterni Rensch e Angelino, lasciando sulle retrovie i 3 centrali difensivi a gestire i due attaccanti avversari, con Mancini che si allaccia costantemente a Lucca. Runjaic perde subito per infortunio Tourè per Kabasele e cerca di sfruttare la fisicità conclamata dei suoi per sporcare la gara, compito espletato laddove la Roma incontra difficoltà centralmente su molte seconde palle, duelli persi ed errori tecnici.
Gli atteggiamenti difensivi sono diversi, con l’Udinese che attende sulla trequarti, mentre la Roma scala in avanti sui riferimenti, con Dovbyk su Bijol, Baldanzi che esce sul braccetto di riferimento più vicino, Pisilli e Pellegrini scivolano in zona palla. I giallorossi acquisiscono ben presto supremazia territoriale e possesso palla, baricentro alto, con i quinti che vincono i duelli trovando spesso possibilità di assistenza a centro area, con una prima assistenza di queste, di Angelino, che pesca Pisilli a centro area, la cui conclusione di testa non inquadra lo specchio colpisce lateralmente girando la testa, anziché frontalmente.
Le transizioni su conquista bassa sono spesso affrettate, con gli attaccanti centrali di entrambe le squadre spesso isolati dal gioco, con le squadre spesso lunghe. La prima mezzora, al di là della generosità velleitaria di Dovbyk, si focalizza sull’inconsistenza di Pellegrini, che quanto meno si sacrifica in fase difensiva, ma latitando pericolosamente nella fase di possesso dove l’apporto qualitativo è colpevolmente assente. Da una situazione di palla inattiva l’Udinese trova il vantaggio con un tocco dubbio di braccio di Lucca in seguito ad un rimpallo a centro area non rilevato dalla Sala VAR e sul quale il peso specifico del primo tempo decreta l’esito finale dei primi 45 minuti.
Ripresa con svolta e rimonta meritata, per atteggiamento e disponibilità al sacrificio
Ranieri riparte con Shomurodov per Celik, con Baldanzi che va a fare il quinto di destra, mentre Rensch retrocedere braccetto di destra, e il piglio diverso dei giallorossi è da subito evidente. L’inversione di tendenza porta subito i suoi frutti, con Pellegrini che si conquista un calcio di rigore, che nella sua pesantezza di significato trasforma in maniera perentoria rimettendo in carreggiata la gara. Il secondo slot Ranieri se lo gioca con El Shaarawy che rileva in maniera più naturale Baldanzi come quinto di destra, dando ulteriore verve alla corsia e appoggio ancora più qualitativo alla fase offensiva dei due attaccanti.
I friulani provano a spezzettare il gioco con alcuni possessi, che nascono tutti, come fonte di gioco, da Thauvin che si tira fuori dalle attenzioni dei centrali giallorossi, agevolando l’ingresso nell’imbuto centrale delle mezzali, che però non sortisce nessuna pericolosità di sorta, finché si arriva alla transizione decisiva, che culmina con l atterramento di El Shaarawy, che porta sul dischetto Dovbyk per il calcio del sorpasso ed è emblematico come a segnare i due rigori siano i giocatori più in difficoltà della gara (anche se Dovbyk comunque ha lottato).
A 20 dalla fine Ranieri sostituisce uno stanco Rensch con Zalewski, pericolosamente nella medesima posizione di braccetto di destra della olandese, mentre Runjaic mette fuori Lovric ed Elkstrom per Atta ed Ekkellenkamp, e di lì a poco passa al 3-4-3 con Sanchez e Pafundi, per Payero e Modesto. L’Udinese serra i tempi, muove rotazioni e interscambi tra quinto e mezzala, con Thauvin di raccordo e Lucca terminale, ma sostanzialmente sempre isolato. Ranieri corregge, con Cristante e Dybala per Dovbyk e Pellegrini, con Cristante che va a fare il centrale di difesa, Mancini e Ndicka braccetti, mentre Zalewski sale in mezzo al campo nella posizione di mezzala di sinistra.
I minuti passano, i rischi sono minimi, pressoché inesistenti e il triplice fischio sancisce il ritorno alla vittoria esterna degli uomini di Ranieri, ora addirittura alla portata di una clamorosa rincorsa alle posizioni di accesso all’Europa, fermo restando che l’Europa potrebbe anche essere conquistata con un percorso di spessore, che potrebbe magari avere un inizio tra 4 giorni nel turno infrasettimanale di Coppa…
Maurizio Rafaiani
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