Perché DeepSeek spaventa i colossi Usa dell’intelligenza artificiale

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DeepSeek, una piccola startup cinese di intelligenza artificiale, ha mandato in agitazione i colossi della Silicon Valley. I chip di Nvidia sono sopravvalutati? OpenAi e le Big Tech devono preoccuparsi? I controlli alle esportazioni sono davvero inutili?

Una piccola e semisconosciuta startup cinese di intelligenza artificiale chiamata DeepSeek ha mandato in agitazione le aziende della Silicon Valley con un chatbot che nel giro di pochi giorni è stato scaricato più di un milione e mezzo di volte dagli store di applicazioni per smartphone, arrivando a occupare la prima posizione del negozio virtuale di Apple negli Stati Uniti e non solo.

Le azioni di Alphabet hanno perso il 3,3 per cento, quelle di Meta il 3,1 per cento; il titolo di Nvidia, l’azienda dominante nel settore dei microchip per l’intelligenza artificiale, è calato fino all’11 per cento.

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DEEPSEEK E LE DOMANDE SUL FUTURO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

DeepSeek sostiene che il suo modello offra non solo prestazioni equivalenti o addirittura superiori a quelle dei sistemi di OpenAi o di Meta – i migliori in circolazione -, ma che garantisca anche un risparmio sui costi di “addestramento” e sui consumi energetici.

Si tratta di affermazioni non pienamente verificabili, ma che stanno facendo parecchio discutere: in particolare, ci si chiede se davvero l’intelligenza artificiale abbia bisogno, per progredire, di tantissima energia e di tantissima capacità di calcolo, come quella fornita dai processori di Nvidia, tanto ambìti quanto costosi. Il futuro dell’intelligenza artificiale, insomma, risiede innanzitutto nelle performance dei cosiddetti “acceleratori” o piuttosto nell’efficienza gestionale dei modelli?

LE PECULIARITÀ DI DEEPSEEK

Il chatbot di DeepSeek – spiega Bloomberg – si distingue da ChatGpt di OpenAi, ad esempio, perché prima di fornire la risposta a una richiesta articola il “ragionamento” effettuato. Il modello DeepSeek-R1 della startup, inoltre, sarebbe paragonabile o migliore dei rivali nello svolgimento di compiti matematici e nelle interazioni domanda-risposta.

A differenza dei modelli linguistici sviluppati da aziende americane, però, DeepSeek risente della censura governativa cinese sui temi considerati sensibili, come il massacro di piazza Tienanmen, lo status di Taiwan o l’autoritarismo del Partito comunista.

COME REAGIRANNO LE BIG TECH AMERICANE?

È possibile che il successo di DeepSeek spingerà OpenAi, Anthropic e le altre aziende statunitensi di intelligenza artificiale a puntare di più sull’abbassamento dei costi, in modo da preservare il loro posizionamento sul mercato dell’intelligenza artificiale.

Quanto alle grandi società tecnologiche che stanno puntando sull’intelligenza artificiale, come Meta o Alphabet, DeepSeek potrebbe indurle a ripensare le spese miliardarie per l’accaparramento dei processori di ultima generazione: pare infatti che l’addestramento del modello della startup cinese sia stato effettuato con poco più di duemila processori H800 di Nvidia – molto meno performanti dei “tradizionali” H100 – per una spesa di nemmeno 6 milioni di dollari.

COSA FARÀ IL GOVERNO AMERICANO?

Il governo degli Stati Uniti ha imposto una serie di restrizioni alle esportazioni di semiconduttori e macchinari di chipmaking avanzati in Cina con l’obiettivo di frenarne lo sviluppo tecnologico sull’intelligenza artificiale, ritenuta una tecnologia critica anche per via delle sue applicazioni militari.

Il successo di DeepSeek – qualora le affermazioni sull’uso dei processori H800 venissero confermate – potrebbe tuttavia rappresentare la prova che i controlli commerciali americani non funzionano e che i cinesi sono riusciti ad aggirarli oppure a “neutralizzarli”: anziché sull’incremento della capacità di calcolo, cioè, avrebbero concentrato gli sforzi altrove, sul miglioramento dell’efficienza. La presenza del limite avrebbe finito per stimolare l’innovazione, insomma.

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Non è però scontato, visti i limiti all’accesso all’hardware avanzato, che DeepSeek riuscirà a mantenersi competitiva nel lungo periodo e a reggere il passo con i modelli linguistici di OpenAi e delle altre società statunitensi, che hanno e avranno accesso alle migliori tecnologie disponibili sul mercato. Lo stesso fondatore di DeepSeek, Liang Wenfeng, aveva dichiarato che l’ostacolo principale al progresso della sua startup non era la disponibilità di finanziamenti, bensì le restrizioni statunitensi al commercio di microchip avanzati.



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