Ex Ilva, il governo stanzia altri 250 milioni: reazioni contrastanti

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I fondi destinati a garantire la continuità produttiva, ma attinti anche da quelli che avrebbero dovuto garantire l’ambientalizzazione dell’impianto di Taranto. 

L’ultimo decreto del governo per assicurare la continuità operativa e produttiva dell’ex Ilva a Taranto ha finito per generare, inevitabilmente, reazioni contrastanti. Per sostenere Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, infatti, l’Esecutivo ha stanziato altri 250 milioni di euro, per un totale di 550 milioni ottenuti dall’azienda nel corso dell’amministrazione straordinaria di Ilva (gestione successiva a quella dei Riva), della gestione di ArcelorMittal (compreso il successivo ingresso di Invitalia) e infine dall’attuale gestione. Senza dimenticare il prestito ponte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, autorizzato nello scorso luglio dall’Unione europea, inizialmente per un importo di 320 milioni (poi esteso a 420 milioni con l’ultimo decreto Milleproroghe). Infine, non vanno dimenticati i 200 milioni di prestito che Acciaierie d’Italia ha chiesto negli Stati Uniti a Morgan Stanley (finora, ne sono stati effettivamente erogati circa 50).

Le stime 2025. Urso: “Stiamo dando una svolta storica”

Assicurando così la continuità produttiva, le stime del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, per il 2025, sono pari a circa quattro milioni di tonnellate di acciaio, per un fatturato intorno ai tre miliardi. Intanto, però, i commissari straordinari nominati dal governo stanno esaminando le dieci proposte d’acquisto arrivate da aziende o cordate italiane e straniere: per valutarle saranno tenuti in considerazioni criteri come l’occupazione, la decarbonizzazione e l’entità degli investimenti. Oltre, ovviamente, all’unità aziendale: con tutta probabilità, saranno maggiormente tenute in considerazione le offerte che puntano ad acquistare tutte le fabbriche dell’ex Ilva, evitando di ‘slegare’ l’impianto di Taranto dagli altri presenti in Italia.
Dopo oltre un decennio di crisi, il nostro governo sta dando una svolta storica alla situazione, che assicuri un futuro produttivo, occupazionale e ambientali agli stabilimenti ex Ilva” – ha spiegato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso – “Il nostro impegno è chiaro: garantire giustizia ai cittadini di Taranto attraverso risposte concrete e una gestione responsabile di una problematica per troppo tempo trascurata. Continueremo a monitorare la situazione e a collaborare con gli Enti locali e le parti interessate per sviluppare soluzioni strutturali e durature, al fine di rilanciare il settore della siderurgia italiana“.

Le reazioni

Oltre al governo, e ad alcuni esponenti di centro-destra, un plauso per lo stanziamento dei 250 milioni di euro è arrivato anche da Confindustria Taranto. Il presidente Salvatore Toma ha spiegato: “Questo intervento è l’ennesima dimostrazione che il governo ci tiene a portare avanti il processo iniziato con l’amministrazione straordinaria di AdI. L’azienda va aiutata perché occorre mantenere la produzione e rispettare anche i pagamenti. Questa  è una dimostrazione di serietà verso il territorio“.
I sindacati, invece, sono più critici. “Cosa c’è di positivo? Quale progetto c’è? 300 milioni affluiti ad AdI dal patrimonio destinato di Ilva sono già stati bruciati, ora ne daremo altri 250” – il commento di Davide Sperti, segretario Uilm Taranto – “Non sappiamo cosa ne sarà delle bonifiche che Ilva in amministrazione straordinaria avrebbe dovuto fare con i fondi del patrimonio destinato, che però è stato ridimensionato, e mancano ancora i pagamenti per le imprese appaltatrici“.
È chiaro il disastro ereditato dalla precedente gestione, ma adesso le risorse vanno utilizzate non solo per la continuità produttiva, ma anche e soprattutto per il ripristino ambientale“, ha invece spiegato Biagio Prisciano, segretario Fim Cisl di Taranto.

L’ira degli ambientalisti

Il tema sollevato da Biagio Prisciano è proprio ciò che ha fatto infuriare le associazioni ambientaliste, i comitati dei cittadini e le opposizioni.
È grave e inaccettabile che il governo continui ad attingere risorse dai fondi sequestrati ai Riva, pari inizialmente a oltre 1,1 miliardi di euro e destinate alle bonifiche dell’ex Ilva, per far fronte alle carenza di liquidità di AdI in amministrazione straordinaria“, l’affondo di Legambiente. Un commento simile arriva anche da Giustizia per Taranto: “I fondi stanziati aumentano sempre di più ma sono risorse sottratte alla vera priorità del nostro territorio: il risanamento ambientale, che avrebbe dovuto ricevere questi fondi per far fronte a anni di danni“.
Anche il Pd attacca lo stanziamento dei fondi per Acciaerie d’Italia in amministrazione straordinaria. “L’ultimo decreto Ilva conferma che il governo brancola nel buio. Da mesi non si hanno notizie della cessione di AdI e nel frattempo, in una situazione di incomprensibile stallo, il governo decide ancora una volta di attingere dal patrimonio destinato alle bonifiche per consentire la continuità produttiva, con il paradosso per cui i soldi che servivano per riparare i danni causati da una fabbrica altamente inquinanti vengono utilizzati per mantenere in piedi uno stabilimento che inquina esattamente come prima” – la nota congiunta del deputato Ubaldo Pagano e di Mino Borraccino e Mattia Giorno, consiglieri del Presidente della Regione Puglia rispettivamente per il Piano Taranto e per il coordinamento e monitoraggio delle attività connesse ai piani regionali‚ nazionali ed europei per la transizione ecologica‚ culturale‚ economica ed energetica dell’area di Taranto – “È inaccettabile che i cittadini di Taranto paghino ancora una volta il conto dell’incapacità di chi ci governa. Se garantire la produttività è indispensabile per favorire il celere passaggio di proprietà dell’acciaieria, il governo avrebbe dovuto trovare altrove le risorse necessarie e non di certo toglierle alla bonifica ambientale. La produzione torna a calpestare le esigenze di ambiente, salute e lavoro, come nel passato più cupo. Se proprio i fondi del patrimonio destinato devono essere dirottati verso altre finalità, è bene che vadano a risarcire quelle comunità che più di tutti hanno sofferto la presenza tossica dell’ex Ilva, come ad esempio il Fondo Tamburi, che potrebbe aiutarci a garantire che tutti coloro che hanno chiesto l’indennizzo possano vederselo pienamente riconosciuto, evitando così che arrivi loro solo una parte di quanto spetterebbe“.

Giustizia per Taranto: “Un nuovo ladrocinio”

Poche ore dopo un primo comunicato, è arrivato anche un nuovo affondo di Giustizia per Taranto, ancora più duro del precedente. “Ancora una volta assistiamo a un vero e proprio ladrocinio ai danni dei tarantini. Le risorse vengono sottratte alla vera priorità del nostro territorio, il risanamento ambientale. Vi è anche una possibile violazione di una prescrizione europea, che intendeva evitare aiuti di Stato diretti a un impianto già responsabile di disastri ambientali” – spiega il movimento – “Siamo di fronte a un paradosso: i fondi destinati alla riparazione dei danni ambientali vengono dirottati per sostenere la fabbrica che quegli stessi danni li ha causati. Chiediamo a tutti i politici locali di alzare la voce contro questo scempio. È tempo di cambiare strada: pretendere la chiusura immediata dello stabilimento, immensa e devastante fonte di inquinamento, avviare un piano serio di riconversione economia e ambientale, unica via per un futuro sostenibile e giusto per Taranto“.

Confapi elogia il governo

Di tutt’altro tenore, invece, il commento di Confapi Taranto. “Abbiamo sempre sostenuto che il futuro dello stabilimento non può prescindere dal processo di ambientalizzazione in corso. Come associazione di categoria abbiamo il dovere di salvare i posti di lavoro e le imprese dell’indotto e per questo continuiamo ad apprezzare gli sforzi del governo per la continuità produttiva della fabbrica” – ha spiegato il presidente Fabio Greco – “I fondi appena stanziati servono a non interrompere le attività manutentive necessarie ed indispensabili ai fini dell’adeguamento ambientale. Siamo certi che il governo, che ha dimostrato di avere a cuore le sorti dello stabilimento, è impegnato sin da ore ad individuare nuovi capitoli di spesa per le attività di ambientalizzazione“.

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