L’avvocato Salvatore Donadei, Presidente Camera Civile Salentina, aderente UNCC, è intervenuto all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2025, presso la Corte d’Appello di Lecce, per mettere in luce nuove sfide e vecchie criticità. “Partiamo, nel modo più sintetico possibile, da alcune vere criticità del nostro Foro, che attengono ad argomenti sovente trascurati ma che, invece, in alcuni casi, interferiscono con la sopravvivenza stessa di colleghe e colleghi, e lo facciamo convinti che anche e, soprattutto, cosi si esplicita la funzione sociale dell’Avvocatura ed il ruolo anche “sindacale” che le associazioni forensi hanno il dovere-diritto di svolgere.
Attenzione massima da parte di tutti sulla legittimità del rifiuto delle iscrizioni a ruolo dei giudizi, anche in fase di impugnazione, per il mancato versamento del contributo unificato; dopo gli aumenti dello stesso già avvenuti nei precedenti anni, la nuova norma introdotta dal legislatore appare più una subordinazione del diritto del cittadino di ottenere il servizio giustizia al pagamento di un tributo. L’accesso alla giustizia sia sempre garantito, a tutti in ogni momento, cosi come prevede la nostra Carta costituzionale!
Il filtro nei giudizi di Cassazione con la previsione della condanna per lite temeraria nel caso in cui il ricorrente non aderisca alla proposta di definizione anticipata della lite: anche questa previsione normativa non appare idonea a garantire una corretta pronuncia nel contraddittorio fra le parti, mirando invece, più che altro, a smaltire (pessimo termine ma questo è) fascicoli e ridurre il carico di lavoro in tempi rapidi ma a discapito di pronunce corrette.
Molto forte il sospetto che si tratti di ripetute violazioni dell’art. 111 della Costituzione e del “Giusto Processo” che ne è l’oggetto. Tanto fa il paio, d’altro canto, con un continuo, spesso inspiegabile cambiamento delle regole del sistema giudiziario, ad opera di un legislatore farraginoso e bulimico, che da tempo ha perso di vista la tutela dei diritti dei cives , omettendo ogni forma di reale garanzia rispetto alla loro domanda di giustizia. L’appello ridotto ad un mero controllo dll’operato del primo giudice, del ricorso in Cassazione si è detto innanzi, nel processo amministrativo permane la sanzione in caso di eccessiva lunghezza degli scritti difensivi, la sinteticità della motivazione è ormai un vero “must”, la riforma Cartabia, ed il suo correttivo, han portato al paradosso, per dirla con Greco (Presidente del CNF) di un processo senza processo, coi giudici diventati invisibili, la schermata di un freddissimo computer come nostro contraddittore e l’uso, esasperato, della trattazione scritta, nel tempo divenuta un vero e proprio abuso!
Col contributo (si fa per dire) della digitalizzazione e della IA si sta perdendo, o forse si è già persa, ogni traccia di umanesimo giudiziario, una sorta di colonialismo digitale impera anche nel nostro mondo, l’invito a chi di dovere, la Politica in primis, è di non cedere completamente ai robot, alla giustizia predittiva, alle sentenze “pronunciate” dall’algoritmo, insomma, citando Giuseppe Verdi, torniamo all’antico e sarà un progresso! E’una provocazione, certo, ma al contempo non vogliamo dare ragione all’ottimo Manzoni quando, nell’Adelchi, scriveva:” Una feroce forza il mondo possiede, e fa nomarsi Diritto…”.
Altra drammatica criticità del nostro territorio, ovvero il gratuito patrocinio, caratterizzato da: tempi intollerabilmente lunghi di lavorazione delle pratiche, tempi di pagamento lunghissimi, perché tra il deposito dell’istanza di liquidazione ed il pagamento effettivo passano dai 3 ai 6 anni (!!!), molti giudici emettono il decreto di liquidazione anche dopo un anno dal deposito dell’istanza sul Siamm, negli ultimi tempi restano impagate (per mancanza di fondi stanziati dallo Stato) anche le fatture emesse su richiesta dell’Uffico Spese. Qui a Lecce è tutto fermo da ottobre 2024, con fatture emesse da agosto in poi e non ancora onorate, nell’arco del 2024 l’Ufficio Spese ha sospeso per ben due volte la richiesta di pubblicazione fatture per esaurimento fondi dello Stato, le liquidazioni risultano (fin troppo) esigue ed urge un aggiornamento ed adeguamento dei Protocolli al DM vigente (l’Equo Compenso, legge dello Stato, vale per tutti).
Edilizia giudiziaria: le condizioni logistiche, disagiate e disagevoli, in cui si celebrano le udienze sono a conoscenza di tutti, ebbene dopo gli annunci milionari degli anni scorsi a seguito della confisca dei terreni alla criminalità organizzata, il Ministero sembra stia optando per scelte molto più frammentarie con l’acquisizione dell’immobile di via Brenta e di Palazzo Perlangeli: la scelta, ancora una volta, non apparirebbe risolutiva proprio in considerazione del fatto che l’investimento non è finalizzato a ridurre i disagi dei fruitori del Servizio Giustizia e di tutti gli operatori, tanto più che non risolve(rebbe) i problemi legati alla logistica dei parcheggi e dei servizi connessi.
Una piccola riflessione sui giovani Avvocati, la cui iscrizione all’Albo risulta essere sempre più un atto di coraggio; se non vogliamo contribuire a renderlo un atto di vera incoscienza dovremmo mettere in atto un po’ di solidarietà concreta, per esempio: se non si vuol parlare di esonero dal pagamento dei contributi minimi per i primi 5, 6 anni di iscrizione a Cassa Forense, per lo meno che venga spezzato il binomio anno reddituale-semestre pensionistico, perché, fino a prova contraria, pagare la metà del contributo minimo è un’agevolazione ma resta un controsenso vedersi riconosciuti solo 6 mesi di contributi all’anno! Si faccia in modo di bloccare la soglia dei 10.000,00 euro e non si perdano, quindi, le agevolazioni ordinarie nel caso in cui tale soglia dovesse essere superata un anno, e gli anni successivi no, si eliminino i costi in fase di tirocinio, come per esempio accade nel Consiglio Notarile, garantire, come già accade in altri Fori d’Italia, l’accesso pubblico ad un elenco di professionisti che sono pronti a formare i praticanti o che sono disponibili ad attuare collaborazioni, si contenga la quota annua di iscrizione, in parallelo agli anni agevolati previsti dalla Cassa Forense.
Sul Processo Civile apprezziamo l’attenzione crescente nei confronti della Giustizia Civile, troppo spesso relegata in secondo piano, da parte del Guardasigilli; cionondimeno, le sue affermazioni sulla “accelerazione formidabile” del rito, lasciano oltremodo perplessi, non riscontrandosiassolutamente questo dato nei tribunali, come dire, dal nostro punto di vista empirico.
Al contrario assistiamo ad un preoccupante rallentamento, soprattutto per quanto concerne gli uffici del giudice di pace, quelli che toccano più da vicino la vita dei cives.
Ribadiamo con forza, dopo aver anche manifestato, il 3 novembre scorso, come altri Fori quali Torino, Napoli e Roma, che l’entrata in vigore dell’aumento delle competenze del Giudice di Pace, con grande svuotamento del carico dei tribunali, previsto per il prossimo mese di ottobre, senza un adeguato potenziamento delle strutture e del personale, provocherà un vero e proprio corto circuito del sistema, già di per se compromesso; necessita investire in modo davvero significativo, nell’organizzazione e nelle risorse. Solo cosi potremo assicurare una giustizia civile rapida, efficace ed accessibile a tutti. L’auspicio, sul punto, è di un maggiore coinvolgimento degli Avvocati per soluzioni concrete e rispettose dei dettami costituzionali.
In queste ore ricorre la Giornata Internazionale degli Avvocati minacciati (o in pericolo), istituita nel 2010 è un’occasione importante per ricordare e rendere omaggio a coloro che, in ogni parte del mondo, subiscono minacce, arresti, incarcerazioni, persecuzioni o, nei casi più estremi, pagano con la vita per l’esercizio della nobilissima Professione Forense.
Questa ricorrenza sottolinea il ruolo cruciale dell’avvocato come baluardo dello Stato di diritto e della tutela dei diritti fondamentali; in tanti, ancora troppi Paesi, purtroppo, svolgere il proprio dovere di garantire giustizia ed assistenza legale può significare esporsi a intimidazioni, violenze e repressioni da parte di regimi oppressivi o sistemi giudiziari corrotti.
Vogliamo, d’intesa con le nostre massime rappresentanze, richiamare l’attenzione sull’importanza di un impegno collettivo, a livello nazionale ed oltre, per blindare la sicurezza e l’indipendenza della professione legale, perché questo equivale a proteggere i diritti di tutti!
Il nostro tempo è verosimilmente quello in cui l’indice di credibilità del sistema-giustizia è ai minimi storici, le responsabilità sono tante e molteplici, alcune evidenti ed innegabili, e non sta a noi esplicitarle. Di sicuro dobbiamo, tutti, impegnarci a fare di più e meglio, con spirito costruttivo, rispetto reciproco, toni moderati, confronto in punto tecnico, magari tornando a riscoprire Ulpiano (II sec. d. C.) ed i suoi precetti del diritto: vivere onestamente, non offendere alcuno, dare a ciascuno il suo”.
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