IVASS ha pubblicato il bollettino sull’attività assicurativa nel comparto auto delle imprese vigilate. Iniziamo a pubblicare degli approfondimenti per agevolarne una lettura critica.
di Leandro Giacobbi
Il Bollettino Statistico di IVASS su “L’attività assicurativa nel comparto auto (2018-2023)” pubblicato il 21 gennaio 2025 merita un’attenzione particolare sia sui contenuti, dato che sono riportate e commentate tutte le componenti dell’andamento tecnico R.C. Auto e CVT, ma soprattutto sulle tavole allegate in formato excel perché su queste si possono fare degli interessanti riflessioni.
Innanzitutto sulla relazione viene dato ampio spazio ai differenti risultati tecnici sul ramo R.C. Auto in base al canale distributivo prevalente, distinguendo il business “diretto” da quello “tradizionale”.
Sulle differenze di questi due canali distributivi ci siamo già soffermati in passato, esprimendo non poche perplessità, che sono da confermare anche con le risultanze 2023.
Innanzitutto, iniziamo ad esaminare il combined ratio di competenza, precisando che quest’ultimo riporta al numeratore l’onere dei sinistri di competenza di ciascun esercizio al quale vengono sommate le spese di gestione, escludendo l’effetto derivante dall’avanzo o del disavanzo della riserva sinistri stanziata per far fronte ai sinistri accaduti negli esercizi precedenti, mentre al denominatore sono utilizzati i premi di competenza.
La Figura 5b del Bollettino esprime tutte le perplessità sulle imprese che si avvalgono principalmente del canale diretto dato che il risultato è 128,3% che, come sottolinea IVASS, è un indice di una gestione che non permette di conseguire l’equilibrio tecnico. Qui, la comunicazione di IVASS è talmente soft, da assumere un tono stranamente ironico.
Quello che, però, va sottolineato è che gli aumenti di premi effettuati nel 2023, che hanno coinvolto tutto il settore R.C. Auto, dato che la crescita della raccolta premi di competenza è stata +1,8% sul 2022, hanno permesso al “mercato” e al canale “tradizionale” di recuperare, invertendo la tendenza, mentre questo effetto sul canale prevalentemente “diretto” è stato pressoché nullo con una riduzione dello 0,2% rispetto al 2022.
Questo scenario sul canale prevalentemente “diretto”, già di per sé preoccupante, viene ulteriormente peggiorato dall’andamento dell’eccedenza della riserva sinistri relativa ai sinistri precedenti.
Infatti, dalla Figura 6 del Bollettino il canale prevalentemente “diretto” presenta un dato addirittura negativo, in controtendenza rispetto agli anni precedenti dove questo canale presentava una politica di riservazione molto prudente e conservativa, molto migliore del canale “tradizionale”. Su questo dato negativo, che rappresenta una media, per cui ci saranno delle imprese con un dato ancora maggiormente negativo, andrebbe fatta una lettura fortemente critica perché non è assolutamente concepibile in un ambito di corretta gestione del business che il riservato relativo ai sinistri di esercizi precedenti rispetto ai premi di competenza sia insufficiente.
Al termine di questa riflessione sui canali di distribuzione e andamento tecnico non può mancare il saldo tecnico che è riassunto nella Figura 7b del Bollettino.
Innanzitutto, ci permettiamo di evidenziare che, da un punto di vista meramente metodologico, non ha molto senso presentare tutta una serie di grafici con due canali prevalenti, quello “diretto” e quello “tradizionale”, e poi per i saldi tecnici introdurre il canale “bancario/finanziario”. In ogni caso, salvo l’anno pandemico, il canale prevalentemente “diretto” presenta dei risultati sempre negativi, con un 2023 veramente disastroso.
A questo punto, nel 2024 per raggiungere la profittabilità le imprese coinvolte avrebbero dovuto aumentare i premi di quasi il 30% ed intervenire sulle riserve sinistri degli anni precedenti, direi mission impossible; quindi, anche per il 2024 difficilmente il risultato sarà positivo, anche se saremo felicissimi di essere smentiti.
È però necessaria una riflessione critica. Pur comprendendo che in un libero mercato sia assolutamente possibile svolgere un’attività industriale in perdita (ma ha senso per più anni? Quali sono gli obiettivi?), occorre precisare che il settore merceologico in questione, la polizza R.C.Auto, ha delle sue peculiarità “sociali”, quali da esempio:
- è costantemente esaminata nel panel delle spese degli italiani;
- è un obbligo per il cittadino per cui è equiparata ad una specie di imposta;
- ha una tassazione che contribuisce in modo rilevante al prelievo fiscale;
- ha una tassazione che copre le spese del Servizio Sanitario Nazionale;
che richiederebbero un approccio più articolato.
Primo passaggio. Possiamo definire “dumping” quello che le imprese, che operano prevalentemente sul canale “diretto”, stanno portando avanti e che il risultato finale è una distorsione del mercato, tenuto conto che le imprese che applicano delle tariffe eque e tecnicamente corrette non possono competere con premi irrealisticamente bassi.
Il passaggio successivo è il ruolo delle “authority” e la comunicazione al consumatore/assicurato. Se alcune imprese da anni stanno operando in un mercato “strategico” come quello R.C.Auto con rilevanti perdite, con riserve sottostimate nel 2023, il consumatore non ha il diritto ad una esauriente informazione? Non potrebbe accadere che le perdite determino una riduzione dei costi sul servizio e/o una politica di liquidazione dei sinistri più “rigida” rispetto al mercato con un pregiudizio per gli assicurati? L’ “authority” non dovrebbe assumere un ruolo proattivo, cercando di trasferire il punto di osservazione della clientela dal “premio finale” ad un servizio qualitativamente elevato a 360°? In questo ambito, non devono essere utilizzate delle modalità informative più esplicite per dare modo al consumatore di avere tutte le informazioni per effettuare una scelta consapevole?
Questa è una criticità che coinvolge tutte le aziende del comparto “utility” e pur ammettendo che le imprese di assicurazione R.C.Auto operano in un settore diverso dei servizi essenziali, è altrettanto vero che la necessità di garantire la protezione dei consumatori è assolutamente analoga.
Ci auguriamo che questa sollecitazione possa costituire un punto di partenza tra gli addetti ai lavori per una riflessione che è veramente indispensabile.
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