Quell’uomo malato sulla sedia a rotella “dimenticato” per cinque giorni fuori dalla stazione

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 


Per cinque giorni è rimasto invisibile. Lì, seduto sulla sedia a rotelle, cercava un po’ di riparo con alcune coperte mentre i passanti velocemente e distrattamente attraversavano il piazzale della stazione di Monza. Qualcuno, avvicinandosi, gli ha chiesto se avesse bisogno di aiuto, ma quel giovane straniero che non parlava italiano rispondeva di no e tornava a ripararsi sotto la coperta. Qualcuno gli ha portato anche un po’ di cibo. Fino a quando, sabato sera, Roberta Campani (presidente dell’associazione L’Armadio dei poveri), allertata della presenza di un ragazzo sulla sedia a rotelle che si trovava fuori dalla stazione di Monza, si è precipitata sul posto.

“Era sporco, infreddolito e sofferente”

Lì è iniziata per Roberta e il volontario Lollo Solazzo una lunghissima notte di soccorso e di vicinanza a quel giovane sconosciuto che stava male. “La situazione era drammatica – racconta Roberta Campani a MonzaToday -. Quel giovane straniero non parlava italiano. Quando gli dicevo che avrei chiamato i soccorsi, diceva di no. Era sporco, infreddolito, visibilmente sofferente. Per quel poco che siamo riusciti a sapere, abbiamo capito che c’era qualche passante che, mosso da pietà, gli portava da mangiare”. Roberta e Lollo hanno trascorso lì tutta la notte. “Non potevamo lasciarlo da solo – ha proseguito -. Gli siamo stati accanto, abbiamo allertato i soccorsi e le forze dell’ordine. Quel giovane, anche se si rifiutava, aveva bisogno di aiuto. Sono rimasta sconvolta da quegli occhi e dal volto sofferente che però si rifiutava di essere portato in ospedale. Gli abbiamo portato altre coperte e vestiti, visto che era infreddolito”.

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

Chi dorme e rischia di dormire in strada a Monza

“Per 5 giorni è rimasto un invisibile in stazione”

Ieri mattina è giunto in stazione anche il consigliere comunale Paolo Piffer (Civicamente), che all’alba era stato allertato della situazione da alcuni cittadini. “Non parlava italiano, presumibilmente parlava tigrino (una delle lingue parlate in Etiopia, ndr). Sembrava in uno stato confusionale e soprattutto non permetteva a nessuno di avvicinarsi – ha spiegato Piffer -. Sono stati immediatamente chiamati i soccorsi, dopo pochi minuti sono arrivate la Croce Bianca e la polizia locale, successivamente l’auto con il medico a bordo. Dopo circa 5 ore di tentativi, si è riusciti a far salire a bordo dell’ambulanza il ragazzo che ora è in ospedale”. Nel frattempo, Roberta Campani seguirà la vicenda del giovane anche in questa fase di ricovero in ospedale. “Ci siamo già accordati per portargli il cambio dei vestiti e qualsiasi altra cosa abbia bisogno – aggiunge la presidente dell’Armadio dei poveri -. Abbiamo già portato in discarica la sedia a rotelle e le coperte e ci siamo attivati per recuperarne un’altra. Quello che mi fa più male è la totale indifferenza: non capisco come un giovane sulla sedia a rotelle e in evidente stato di sofferenza possa essere rimasto per cinque giorni senza aiuti seri, affidandosi solo al buon cuore di qualche passante o volontario che gli portava da mangiare. Quel giovane doveva essere trasferito subito in ospedale”.

“Questo episodio ci deve far riflettere, tutti”

Un lavoro difficile e delicato quello compiuto da Roberta Campani e dal suo volontario, poi supportati dai soccorritori e dalle forze dell’ordine che, con delicatezza e sensibilità, hanno prima di tutto cercato di creare un contatto e un minimo dialogo con quel giovane che da cinque giorni era diventato un ospite invisibile nell’affollatissima stazione monzese. “Un grazie alla polizia locale e alla Croce Bianca per la competenza e l’umanità dimostrata in una situazione sicuramente non facile – aggiunge il consigliere comunale Piffer –. Loro, come tutte le altre associazioni del territorio dedicate alla grave marginalità sociale, fanno ogni giorno un lavoro straordinario che spesso non si conosce e non si ‘ri-conosce’ fino in fondo. Stamattina mi sono recato sul posto nel mio doppio ruolo di operatore della grave marginalità e di consigliere comunale. Questo mi ha permesso di offrire il mio modestissimo aiuto agli operatori coinvolti nell’operazione, oltre che di comprendere quali criticità la nostra città presenta nel supporto a chi vive una condizione di così forte disagio. Quello che è successo dovrebbe far riflettere tutti, nessuno escluso”.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link