Piazza Cortevecchia. Balboni: “Ferrara dialoga con innovazione e panorama internazionale”

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Il progetto di Piazza Cortevecchia tra i più importanti per il primo numero dell’anno di Domus, storica rivista mensile di architettura e design fondata dall’architetto Gio Ponti e da Giovanni Semeria nel 1928.

Per il numero di gennaio di Domus, il curatore editoriale Bjarke Ingels, tra i più famosi e originali architetti del panorama internazionale, ha scelto di approfondire Piazza Cortevecchia e la sua recente riprogettazione, inaugurata la scorsa estate e frutto di un percorso partecipato tra Comune di Ferrara e la comunità.

“Ferrara – commenta il vicesindaco Alessandro Balboni – si dimostra, ancora una volta, capace di dialogare con l’innovazione e il panorama internazionale. La pubblicazione è una ulteriore conferma dell’importanza di un progetto che valorizza la nostra città anche a livello nazionale e internazionale, come già dimostrato con la recente menzione d’onore al premio internazionale di architettura Piranesi Award. Piazza Cortevecchia è un modello che vogliamo replicare per altre soluzioni che presto prenderanno avvio, come Piazza Travaglio e Piazza Gobetti, volte a coniugare sostenibilità, sicurezza, accessibilità e identità storica”.

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“È un onore – spiega Mario Benedetto Assisi di Inout architettura, progettista della nuova Piazza Cortevecchia insieme a Valentina Milani – sapere che il nostro progetto per Piazza Cortevecchia a Ferrara è stato selezionato per comparire nel primo numero di questa nuova direzione editoriale di Bjarke Ingels, dedicato alla pietra”.

“A dicembre – conclude Assisi – abbiamo ricevuto una lettera personale da Ingels stesso, che ha mostrato interesse e apprezzamento per il nostro lavoro. La pubblicazione su Domus è un riconoscimento importante, che sta portando questo progetto a livelli che nessuno si sarebbe mai aspettato. È emozionante vedere come una piazza pensata per valorizzare la comunità, l’accessibilità e il verde urbano stia arrivando a ottenere una risonanza così ampia”.

Tra gli elementi centrali e caratterizzanti il progetto per la redazione di Domus, vi sono il concetto della piazza descritta come “una porta d’ingresso alla città storica, oltre che un luogo intensamente attraversato”, caratterizzato dalla presenza di “diverse attività commerciali, bar e ristoro”, e la vocazione alla flessibilità e al suo uso spontaneo.

‘La sua vocazione’ – si legge nell’articolo – è stata interpretata come “una nuova piazza urbana”, “attraversabile, flessibile, colonizzabile spontaneamente, adatta a ospitare molteplici attività” con l’obiettivo di “incentivare le possibilità di sosta, l’uso spontaneo, la pluralità di allestimenti ed eventi”.

Premiata anche l’accessibilità e inclusività caratterizzanti il progetto. Per Domus infatti enfatizza il suo essere “un suolo continuo, disponibile, interamente accessibile, privo di discontinuità, di gradini e rampe, adatto al muoversi di tutti”. I materiali scelti “impiegano gli stessi codici materici al fine di accentuare la riconoscibilità e la continuità con le limitrofe piazze cittadine”.

Non da ultimo, il suo approccio “green”, votato al verde urbano e ai benefici dell’ecosistema. Il progetto, sempre per la prestigiosa rivista, ambisce a fare della piazza “un’oasi verde in grado di attuare e concretizzare specifici benefici ecosistemici”. Mette poi in rilievo le soluzioni adottate per preservare la natura storica del luogo. A causa della “presenza di sottoservizi, fondazioni di antichi edifici e presenze archeologiche”, le nuove alberature sono state poste “a quote superiori dell’attuale piano di calpestio”.

Una menzione non poteva mancare al curioso design adottato. Le “isole verdi” – si legge nell’articolo – sono “tronchi di cono, che affiorano dal suolo, di diametro variabile e di altezza massima di un metro oltre il piano di calpestio”, raccordati “morbidamente alla quota della piazza”. Sono rivestite con “cubetti di porfido” che seguono “un ricco disegno geometrico di cerchi concentrici”.

Altre punti di merito per Domus riguardano poi i materiali naturali e duraturi utilizzati, quali il porfido, pietra naturale che offre “sicurezza per il transito di pedoni e automezzi, assicurando la longevità dell’intervento e una ridotta manutenzione”, e la gestione sostenibile dell’acqua piovana, con “uno strato di raccolta Permavoid System che, come una sorta di grande spugna, raccoglie e conserva l’acqua meteorica”. Questo sistema consente di “evitare il sovraccarico d’acqua nella rete fognaria in caso di eventi meteorici intensi e la sua conservazione per i periodi di siccità prolungati”.

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