Il libro indaga congiuntamente la scienza politica di Thomas Hobbes e la scienza economico-politica di William Petty, autori che sviluppano il loro contributo teorico a metà del XVII secolo durate il periodo di svolgimento del processo della cosiddetta accumulazione originaria del capitale, quello della separazione tra il lavoro e i suoi mezzi di realizzazione. In questo studio si intende indagare come questo processo sia stato più o meno compreso dalla produzione concettuale dei due autori, determinando il campo in cui nella modernità si definisce la distinzione epistemologica tra scienza politica ed economia politica classica – e dunque quella tra concetti politici e concetti economici. Il risultato primario di questa concettualizzazione è il separarsi dalla scienza politica di matrice giusnaturalistica di un sapere nuovo: un sapere dell’accumulazione e della distribuzione, prima esposizione dell’economia politica classica, che delimita lo spazio per un nuovo oggetto scientifico, il concetto di rapporto sociale di produzione. Guardare insieme alla produzione teorica di Hobbes e Petty permette di gettare luce sulle condizioni epistemologiche che hanno reso possibile la nascita della moderna conoscenza sociale ed economica.
Ciò che deve essere spiegato non è il rapporto tra capitale e lavoro salariato nel suo senso diretto e immediato – per così dire, il capitale come soggetto o potere strutturale – ma piuttosto la costituzione sociale su cui il rapporto si fonda e attraverso il quale sussiste. I presupposti del capitale nell’espropriazione del produttore diretto, che «all’origine si presentavano come condizioni del suo divenire – e perciò non potevano ancora scaturire dalla sua azione come capitale – si presentano ora come risultati della sua stessa realizzazione, della sua realtà, posti da esso». Che cosa significa, dunque, affermare che la separazione originaria tra capitale e lavoro si trasforma nella premessa dei rapporti di classe capitalistici e diventa, allo stesso tempo, il risultato della loro riproduzione?
Marx, in tedesco, parla di una «sogenannte ursprüngliche Akkumulation». Il riferimento a una Ursprung non connota causalità, non si riferisce cioè a un evento storico in quanto causa della formazione di un diverso assetto di rapporti sociali. Piuttosto, il termine indica la genesi dell’esistente – o meglio: esso determina l’indagine sull’esistente nella sua genesi. Per parafrasare una formula divenuta celebre: l’anatomia dell’essere umano può spiegare l’anatomia della scimmia, ma non l’inverso. Se l’anatomia della scimmia riuscisse veramente a spiegare l’anatomia dell’essere umano, allora la scimmia avrebbe già l’essere umano come necessità innata della sua evoluzione. Fuor di metafora, lo sviluppo storico non è la conseguenza di leggi storiche astratte che si dispiegano in forza di una necessità storico-naturale. Questo approccio presenterebbe il modo di produzione capitalistico come «inquadrato in leggi di natura eterne ed indipendenti dalla storia», ed è la concezione che permette agli economisti di contrabbandare i rapporti capitalistici come «incontestabili leggi di natura della società in abstracto». L’accumulazione originaria, dunque, è tale solo dal punto di vista dell’accumulazione capitalistica. Concepita come un’accumulazione ursprüngliche, essa non è affatto primitiva.
L’inizio del capitalismo pesa come un macigno sulla forma organizzata capitalisticamente del lavoro sociale umano. Non solo è lavoro libero sotto il comando del capitale: esso scompare allo sguardo nel mondo sociale, e ricompare nelle categorie economiche come capitale, profitto e saggio di interesse, categorie che sembrano svuotate di ogni contenuto umano-sociale. Così, il capitalista e il lavoratore salariato «sono in quanto tali semplicemente incarnazioni, personificazioni del capitale e del lavoro salariato; sono caratteri sociali determinati, che il processo di produzione sociale imprime agli individui». Il capitalista e il lavoratore salariato appaiono come risultati umani di quelle stesse categorie economiche che derivano dalla lotta di classe sull’espropriazione originaria dei mezzi di sussistenza dalla massa della popolazione. In altri termini, l’essere umano sensibile persiste nelle e attraverso le categorie economiche, che sono l’oggetto e il soggetto della sua pratica sociale pervertita (verrückte). Tuttavia, la costituzione sociale è sempre costituzione storica e, nonostante la sua apparente scomparsa nella forma sociale capitalistica, il presupposto costitutivo del capitalismo è anche la sua premessa permanente.
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