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I dati e i numeri della giustizia a Bologna: «Impressionanti le morti sul lavoro, boom di reati minorili e contro le donne»

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di
Marco Madonia

La fotografia scattata durante la cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario: morti bianche quasi raddoppiate, crescono le violenze sessuali. Drastico calo delle pendenze e ingolfamento sul tema migranti

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Negli ultimi due anni in regione il numero di morti sul lavoro è passato da 26 a 42 vittime. Non solo la strage di Suviana con 7 morti, i due operai della Toyota HM e l’operaio in appalto investito sui binari. 

La crescita «impressionante» delle morti «bianche» è stata evidenziata dalla Procura generale in apertura dell’anno giudiziario: «Un tema che continua a destare allarme e provocare indignazione, praticamente una strage — hanno scritto nella relazione il procuratore generale della Corte di Appello Paolo Fortuna e l’avvocato generale Ciro Cascone —. La domanda che ci poniamo, e poniamo, è se sia accettabile che 42 persone siano uscite di casa una mattina per andare al lavoro e non siano più tornate a casa. Si poteva evitare? Chi doveva farlo? Ci limitiamo a citare le parole del presidente Mattarella: gli incidenti mortali si possono e si debbono prevenire».




















































Nella lunga lista di criticità della giustizia lungo la via Emilia, c’è poi l’ingolfamento sul fronte dei migranti, dopo le ultime riforme e le pendenze in aumento per procedimenti di protezione internazionale. A parlarne, nella sua relazione, il presidente facente funzione della Corte d’appello bolognese Giuseppe De Rosa. 

Per quanto riguarda l’ultimo anno, «il presidente del Tribunale — ha fatto presente De Rosa —segnala che le pendenze della Sezione Protezione internazionale ammontano a 9.920, il 59%». Lo stesso presidente del Tribunale, ha spiegato De Rosa «dà atto del fatto che la sezione Immigrazione è quella con le più alte criticità». Criticità che si riverberano anche sul Tribunale dei minori, dove «i procedimenti per la tutela e accoglienza dei minori stranieri non accompagnati sono una vera emergenza» e rappresentano «circa un terzo delle iscrizioni e delle pendenze civili».

Nel bilancio della giustizia, c’è il dato drammatico dei femminicidi: «Nell’ultimo anno sei donne sono morte, uccise per mano di un uomo, e questo dato non è concepibile né tollerabile». Tra i numeri segnalati in tema di violenza di genere, la crescita dell’11,6% dei reati di maltrattamenti in famiglia, del 35,7% della violazione di obblighi di allontanamento o divieto di avvicinamento. Netto l’aumento delle iscrizioni per violenza sessuale di gruppo (da 7 a 18 contro ignoti, +157%), e per violenza sessuale (+8,6% contro noti, +5,8% contro ignoti).

Altro tema che preoccupa è il dato sui reati dei minori. «Le iscrizioni presso la Procura per i Minorenni sono in forte aumento negli ultimi tre anni», ha detto De Rosa riportando anche un passaggio tratto dalla relazione della presidente del Tribunale per i minorenni che sottolinea come «un contesto territoriale sempre più variegato e complesso, connotato in modo preoccupante da crescente disagio e devianza giovanile che sovente sfocia in una vera e propria esplosione di condotte antisociali e spiccatamente criminali».

A chiudere il tema degli arretrati che, rispetto al recente passato, finalmente si riducono. «Il settore penale della Corte di Appello sta registrando una drastica riduzione delle pendenze: al 30 giugno 2024 hanno raggiunto il minimo di 11.345 cause, mentre erano oltre 19mila al 30 giugno 2019», ha detto De Rosa. 

Le prescrizioni sono state il 18,1% delle definizioni nell’ultimo anno giudiziario, in netto calo rispetto al 33,7% dell’anno precedente. Nel complesso, le pendenze sono in diminuzione per il dibattimento monocratico e l’appello del Giudice di Pace (-10%), ma in aumento per il dibattimento collegiale e la Sezione Assise che trattano i procedimenti più onerosi (+8% rispetto l’anno precedente)».

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