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Il giorno della cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario in Cassazione, il faro è puntato sulla riforma della giustizia. Nel discorso di apertura, davanti al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al Guardasigilli, Carlo Nordio, la prima presidente Margherita Cassano ha chiesto «rispetto» tra le istituzioni, un «patto per lo stato di diritto», in modo da «alimentare la fiducia dei cittadini». L’alto magistrato, illustrando lo «stato di salute» del comparto giustizia, ha affermato che «i dati restituiscono un’immagine della magistratura diversa» da quella rappresentata e «posta alla base di progetti riformatori». Una magistratura che, «conscia delle sue responsabilità», cerca di assolvere «al meglio i propri doveri» con «impegno professionale, senso del limite e della misura».
Un ruolo svolto in una fase in cui «rendere giustizia» è divenuto «più difficile e richiede al giudice la ferma osservanza di alcuni principi» tra cui il «rispetto delle attribuzioni previsto» dalla Costituzione. Parole pronunciate nel pieno del processo parlamentare della riforma costituzionale voluta dal governo, il cui punto centrale è la separazione delle carriere dei magistrati. Nordio ha replicato nel suo intervento, parlando di «dovere assunto verso gli elettori». Il Guardasigilli ha sottolineato che «la riforma si presenta nuova, ma per quanto riguarda l’indipendenza e l’autonomia della magistratura. I contenuti sono ben noti, ma ribadisco ancora una volta il postulato assoluto dell’indipendenza del pm rispetto al potere esecutivo». Secondo il ministro «il ruolo del giudice uscirà difeso e rafforzato, senza indebolire l’accusa».
L’ORGANICO
Nordio ha parlato anche degli interventi già diventati operativi: «L’anno scorso si sono svolte in contemporanea le procedure relative a ben quattro concorsi, circostanza sino ad ora assolutamente mai verificatasi, che consentiranno, grazie anche all’ampliamento della pianta organica, l’ingresso in tempi abbastanza rapidi di circa duemila nuovi magistrati ordinari». Anche il personale amministrativo – ha aggiunto – «è stato coinvolto sul versante della formazione e ora attendiamo il completamento dell’iter del disegno di legge per la magistratura onoraria del contingente a esaurimento». Mentre «altre misure di reclutamento molto importanti hanno riguardato tutto il personale dell’amministrazione penitenziaria e avranno sicuramente un impatto positivo sull’emergenza carceraria».
Ha cercato di smorzare i toni della polemica il vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli, facendo appello all’«esigenza di armonia tra le istituzioni», che «deve essere riaffermata specialmente in questo transito storico, caratterizzato da forti tensioni». Pinelli ha sottolineato che «il fondamento del giudice sta nella sua terzietà: se si è risolutori di conflitti non si può essere parte. Certo, la magistratura interviene legittimamente nel dibattito e porta il proprio contributo di competenza, ma non deve divenire parte del conflitto». E ancora: «Nutro una ferma speranza nel superamento delle importanti sfide che attendono la magistratura: una magistratura il cui “autoisolamento” è il maggior rischio che possa correre». Per il Procuratore generale, Luigi Salvato, la magistratura deve invece essere «sentinella anche del rispetto dei limiti che si impongono al Legislatore, presidiati infine dalla Corte costituzionale». Ma si intravedono segnali «di una crisi di fiducia preoccupante».
LA PROTESTA
Intanto l’Anm è sul piede di guerra e ha lanciato una protesta contro la riforma. Oggi, durante le cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario, che si svolgeranno in tutta Italia nelle sedi delle Corti di Appello, i magistrati saranno in toga, con la coccarda tricolore e la Costituzione in mano, pronti ad abbandonare l’aula nel momento in cui il ministro della Giustizia – o un rappresentante del ministero – prenderà la parola. Il Comitato direttivo centrale dell’Associazione li ha anche invitati a raccogliersi all’esterno dell’aula «mostrando cartelli sui quali saranno trascritte frasi tratte da un testo significativo sul valore della Costituzione». L’Anm ha ribadito: «L’attacco al pubblico ministero evidenzia una profonda confusione, tradendo quello che è l’obiettivo reale della riforma, ovvero la sottoposizione del pm al potere esecutivo».
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