Esami e visite mediche, calano i tempi di attesa rispetto al 2023. Ma ci sono alcune criticità

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RIETI – Una sanità in chiaro scuro quella che emerge dal monitoraggio dei tempi di attesa della Asl di Rieti nel 2024. Bene ma non benissimo il risultato raggiunto nella diagnostica, dove su 76.530 prestazioni specialistiche rilevate ne sono state garantite 59.228, con uno scarto di 17.302 prestazioni fuori soglia e un indice “tempi di attesa” del 77,4%. Va meglio nel rilevamento delle prime visite dove su un totale di 73.974 prestazioni ne sono state garantite 67.452, con uno scarto di 6.522 prestazioni fuori soglia e con un indice tempi di attesa del 91,2%. Da un rapido raffronto con il 2023 la situazione nel reatino appare migliorata, sia nella diagnostica (poiché l’indice tempi di attesa si attestava al 64,2%), che nelle prime visite (89,8%), ma se andiamo al 2022 la situazione appare peggiorata sia nella diagnostica, con l’indice tempi di attesa che segnava il 78,2%, che nelle prime visite (97,1%). 

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Se poi raffrontiamo i dati 2024 della Asl di Rieti con quelli delle “sorelle” delle altre province notiamo che Frosinone va meglio sia nella diagnostica (80,2%) che nelle prime visite (89,5%), come pure Latina (81,7% nella diagnostica e 92,4% nelle prime visite). Fa peggio solo Viterbo fermo a 74,5% nella diagnostica e 79,8% nelle prime visite. Il monitoraggio della Regione Lazio, partendo dai tempi massimi in cui una prestazione deve essere erogata, codifica le prestazioni specialistiche ambulatoriali, visite ed esami di primo accesso, catalogandole attraverso tre colori: il rosso (quelle che non superano il 50% rispetto ai tempi previsti da sistema sanitario), il giallo (da 50% a 90%) e il verde (quelle che superano il 90%). Su 54 esami monitorati quattro sono rossi: esofagogastroduodenoscopia (41,3% indice tempi attesa – 134,7 giorni di attesa medi); ecografia bilaterale della mammella (43,9% – 125,4 giorni di attesa medi); risonanza magnetica di encefalo e tronco encefalo, giunzione craniospinale e relativo distretto vascolare (44,2% – 120,7 giorni di attesa medi); risonanza magnetica di addome inferiore e scavo pelvico (47,9% – 78,2 giorni di attesa medi).

Tra gli esami in “giallo” e che superano di poco il 50% troviamo: colonscopia totale con endoscopio flessibile (51,7% – 126,8 giorni di attesa medi); risonanza magnetica del cervello e del tronco encefalo (51% – 102,1 giorni di attesa medi); ecografia monolaterale della mammella (50,7% – 94,9 giorni di attesa medi), mentre tra i verdi ci sono le radiografie del sistema scheletrico (indice tempi di attesa 100% – giorni di attesa medi che variano da 0 a 1 a seconda della componente ossea da osservare), l’ecografia del capo e del collo (100% – 4,6 giorni di attesa medi); ecocoloorddoppler degli arti inferiori arterioso e/o venoso (100% – 1 giorno di attesa medi); mammografia monolaterale (100% – 23,5 giorni di attesa medi); tac massiccio facciale (100% – 3 giorni di attesa medi).

Quindici le prestazioni monitorate, relative alle prime visite specialistiche che oscillano tutte tra il giallo e il verde. Tra le sei in giallo spiccano la prima visita ortopedica (85,5% – 20,5 giorni di attesa medi), quella cardiologica (87,2% – 26 giorni di attesa medi) e dermatologica/allergologica (85,3% – 29,4 giorni di attesa medi). Tra quelle in verde la visita di medicina fisica e riabilitazione (100% – 1 giorno di attesa medi), oncologica (99,2% – 2,6 giorni attesa medi), endocrinologica (98,8% – 2,9 giorni di attesa medi), otorinolaringoiatrica (96,9% – 9,5 giorni di attesa medi).

Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, intervenendo recentemente ad una trasmissione radiofonica Rai, ha sottolineato come «per fare una programmazione coerente delle liste di attesa deve ancora sapere quanti elettrocardiogrammi e tac mancano a Rieti. Per il resto i risultati ci sono e sono importanti. Quando parliamo di priorità, abbiamo un miglioramento del 50% dei tempi sulle prestazioni urgenti, e del 26% sugli interventi programmati. La strada è stata tracciata. È faticosa ma è un lavoro che va fatto quotidianamente per migliorare i servizi essenziali sui territori».

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