Economia, il Canavese è in affanno per il crollo dell’export e si prevede il ricorso alla cassa integrazione
Negli ultimi anni, l’export piemontese ha mostrato una dinamica significativa, confermandosi come uno dei motori principali dell’economia regionale. Dopo un 2023 da record, in cui le esportazioni del Piemonte hanno raggiunto un valore di 64,9 miliardi di euro, il 2024 ha segnato una fase di rallentamento, con un calo delle esportazioni nei primi nove mesi dell’anno. Tuttavia, le prospettive per il 2025, pur moderatamente positive, offrono un segnale di resilienza per il tessuto industriale piemontese e canavesano.
Il 2023 ha rappresentato un anno di grande crescita per l’export piemontese. Le esportazioni regionali hanno registrato un incremento del 9,1% rispetto al 2022, trainate principalmente dai settori dei mezzi di trasporto (+24,9%), della meccanica strumentale (+7,0%) e dell’industria alimentare (+3,7%). I mezzi di trasporto hanno rappresentato il 25,3% del totale, confermandosi il comparto di punta, seguito dalla meccanica e dall’alimentare, che ha raggiunto un valore di oltre 8 miliardi di euro. I principali mercati di destinazione sono stati la Francia, la Germania e gli Stati Uniti, che insieme hanno assorbito oltre il 38% delle esportazioni piemontesi, a dimostrazione dell’importanza del mercato europeo e americano per la regione. Nonostante l’exploit dell’anno precedente, il 2024 ha segnato un’inversione di tendenza. Nei primi nove mesi dell’anno, l’export piemontese ha subito una contrazione del 3,5%, equivalente a una perdita di 1,7 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo del 2023. Questo calo è stato particolarmente marcato nel settore automotive, che ha registrato una flessione del 31%, penalizzato dalla crisi globale del comparto e dalla riduzione della domanda sui mercati tradizionali. Anche le esportazioni verso Germania e Francia, i principali partner commerciali della regione, hanno subito una riduzione significativa, contribuendo ulteriormente alla frenata complessiva.
Il territorio del Canavese, storicamente caratterizzato da un tessuto produttivo dinamico, ha risentito delle difficoltà legate al contesto economico internazionale. Secondo l’Indagine Congiunturale sul trimestre ottobre-dicembre 2024, condotta da Confindustria Canavese, le imprese locali hanno registrato un peggioramento della redditività (-8,1%) e una contrazione delle esportazioni (-7,4%). Nonostante queste difficoltà, l’ottimismo per il futuro non manca. Per il primo trimestre del 2025, le attese delle imprese canavesane indicano un lieve miglioramento, con un saldo positivo per la produzione (+2,5%) e per gli ordini totali (+1,2%). Anche le aspettative sull’occupazione sono moderatamente positive (+3,3%), sebbene un’impresa su cinque preveda di ricorrere alla cassa integrazione guadagni nei prossimi mesi.
Le imprese piemontesi e canavesane, pur attraversando una fase complessa, dimostrano una significativa capacità di adattamento e una visione proattiva per il futuro. La stabilità o il lieve incremento delle previsioni di produzione e ordini per il 2025 testimoniano la resilienza del sistema produttivo regionale. Tuttavia, sarà fondamentale monitorare l’andamento dei mercati internazionali, in particolare quello europeo, e implementare strategie mirate per sostenere la competitività sui mercati esteri. Tra le priorità per il 2025 figurano: diversificazione dei mercati per ridurre la dipendenza da partner tradizionali, innovazione tecnologica per migliorare la qualità e la competitività dei prodotti, e sostenibilità per rispondere alle crescenti esigenze del mercato globale.
Il 2023 ha dimostrato il potenziale dell’export piemontese, ma il rallentamento del 2024 ha evidenziato la fragilità legata alla crisi di settori chiave come l’automotive e alla contrazione dei mercati europei. Per il Canavese, così come per l’intera regione, il 2025 rappresenta un banco di prova per consolidare la ripresa e affrontare le sfide future con nuove strategie. In un contesto internazionale sempre più competitivo, la capacità di innovare e diversificare sarà determinante per mantenere il Piemonte al centro della scena economica globale.
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