Audio. Ricerca Mappe Sonore Università Cattolica sulla fruizione della musica online, tra webcasting, aggregatori, piattaforme live streaming

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Mappe Sonore. La galassia multiforme della musica nel web, studio dell’Università Cattolica di Milano in collaborazione con Itsright e contribuzioni di Newslinet e Consultmedia, ha esplorato due settori diversi: da un lato le web radio italiane e gli aggregatori di flussi streaming radiofonici; dall’altro lo streaming online.

La galassia eterogenea

Una galassia eterogenea costituita da una miriade di soggetti piccoli e medi, al fianco di player di riferimento, riscrive il modo in cui la musica viene utilizzata; sfide significative in termini di diritti, monetizzazione e frammentazione del mercato.

Mappe Sonore

La ricerca è stata presentata nei giorni scorsi nel corso dell’evento “Mappe Sonore. La galassia multiforme della musica nel web”.

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Multiforme e pulviscolare

È una “galassia multiforme e pulviscolare” quella della fruizione di musica online al di fuori delle grandi piattaforme di streaming on demand (es. Spotify, Apple Music), web radio, aggregatori, piattaforme di live streaming di vario genere: micro soggetti con modelli variegati e liquidi di micro business convivono con grandi operatori, in un ampio ecosistema che fa un utilizzo elevato e sistematico di musica.

Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

È quanto emerge da una ricerca realizzata dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, in collaborazione con Itsright, collecting che rappresenta oggi oltre 280.000 artisti e 7.000 produttori discografici.

Indagine sull’uso della musica online fra web radio e streaming

Lo studio – al quale hanno contributo anche Newslinet e Consultmedia – è stato presentato il 21 gennaio in Università, nel corso dell’evento “Mappe Sonore. La galassia multiforme della musica nel web.”

La ricerca

La ricerca è il risultato di un’indagine qualitativa che analizza l’utilizzo di musica online fuori dalle grandi piattaforme on demand, esplora il panorama delle web radio e dello streaming in Italia, con l’obiettivo di catalogare comportamenti, atteggiamenti e direzioni di evoluzione dei protagonisti del settore nel contesto digitale contemporaneo.

Galassia vitale piena di contenuti ed innovazioni

“La galassia vitale e piena di contenuti e innovazioni che abbiamo esplorato testimonia l’inesauribile potere creativo della musica e, allo stesso tempo, pone nuove sfide di equità e trasparenza”, commenta il prof. Matteo Tarantino, dell’Università Cattolica di Milano.

La musica come risorsa

“Tutti usano la musica come risorsa, ora primaria, ora secondaria, per ingaggiare il proprio pubblico; questa fame di musica non sempre si traduce nei giusti introiti per gli artisti che di quella musica sono interpreti.

Pulviscolarità del web

La ricerca allora dimostra che accademia, istituzioni e collecting devono lavorare di concerto per affrontare la pulviscolarità del web e garantire un’effettiva tutela dei diritti, anche grazie ad una maggior condivisione dei dati sugli utilizzi di musica”, continua Tarantino.

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Rapporto tra streaming e musica registrata

“La ricerca dell’Università Cattolica dello scorso anno aveva evidenziato quanto poco lo streaming musicale remuneri gli artisti.

Milioni di utilizzazioni illecite

Quella di quest’anno completa l’indagine sul rapporto tra streaming e musica registrata, evidenziando una galassia multiforme e pulviscolare di milioni di utilizzazioni illecite.

Sistema di norme astratte di tutela dei diritti ampio e pertinente a fronte di un sistema di enforcement insufficiente

Il paradosso che viviamo è quello di un sistema di norme astratte di tutela dei diritti ampio e pertinente a fronte di un sistema di enforcement insufficiente. La gestione collettiva dei diritti è certamente la strada su cui individuare le soluzioni.

Alla ricerca degli strumenti necessari per dare pieno valore alla musica

Il nostro tradizionale approccio negoziale al mondo digitale deve però trovare nelle stesse tecnologie – inclusa l’intelligenza artificiale – gli strumenti per dare pieno valore, non solo economico, alla musica”, interviene Gianluigi Chiodaroli, presidente di Itsright.

Web radio, aggregatori e streaming online

Lo studio si concentra su due settori diversi: da un lato le web radio italiane e gli aggregatori di flussi streaming radiofonici, dall’altro lo streaming online.

Tre diverse prospettive

Per ciascun settore la ricerca propone tre diverse prospettive – i contenuti, le infrastrutture e le comunità di riferimento – facendo emergere sostanzialmente tre aspetti che meritano di essere approfonditi.

La lenta evoluzione delle web radio in Italia

Muovendo dall’analisi di un campione di 225 web radio, la ricerca esamina struttura organizzativa, pubblico target, tecnologia utilizzata, contenuti offerti e modelli di sostenibilità economica rilevabili nel mondo delle radio digitali IP.

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Quadro stabile ed invariato

Ne emerge un quadro sostanzialmente stabile, invariato negli ultimi decenni, degli eredi della radio tradizionale. Il segmento più interessante è quello predominante delle web radio commerciali, che seguono un formato tradizionale con una programmazione musicale popolare e programmi di intrattenimento.

Tecnologicamente avanzate

Tecnologicamente avanzate, dispongono di app proprietarie e piattaforme esterne come YouTube e Spotify, nonché di una presenza strutturata sui social media.

Alcune web radio rappresentano versioni low cost di emittenti FM

In questo senso molte web radio del campione osservato rappresentano versioni a costo ridotto di emittenti FM tradizionali: sul web aumenta quindi la competizione e la frammentazione tra gli operatori, perché ogni emittente cerca di ritagliarsi una propria nicchia di pubblico, tentando di fidelizzarlo all’interno del proprio sistema chiuso.

Web radio istituzionali e del terzo settore

Accanto alle web radio commerciali, si mantiene costante un’ampia presenza di emittenti finanziate da bandi pubblici o semipubblici – le c.d. web radio istituzionali e del terzo settore – che, pur disponendo di minori risorse tecnologiche, si propongono come punto di riferimento soprattutto informativo per le comunità che le seguono.

Innovazioni nel mondo degli aggregatori

Le principali innovazioni nel mondo delle web radio si verificano a livello degli aggregatori, ossia di quei servizi che raccolgono i flussi delle emittenti e li inseriscono in motori di ricerca, directory o sistemi di raccomandazione.

Frammentazione aggregata

Anche il settore degli aggregatori presenta una rilevante frammentazione. Si osservano molti operatori di piccolo livello, soprattutto locali, e pochi grandi operatori internazionali in grado di dare l’indirizzo all’ambito; tutti svolgono però il medesimo ruolo di orientatori della ricerca musicale degli utenti sul web ed offrono anche servizi simili alla concessione pubblicitaria connessa al flusso musicale.

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I grandi aggregatori

I grandi aggregatori appaiono per seguire l’obiettivo strategico di portare questa galassia di flussi radiofonici in tre spazi essenziali, potenzialmente incrementando la copertura radiofonica al 100% del tempo di veglia degli utenti.

I tre spazi

Le tre aree di presidio sono: 1) la casa, attraverso l’integrazione delle app degli aggregatori negli home speaker quali Amazon Alexa o Google Home; 2) l’automobile, mediante integrazione delle app degli aggregatori negli entertainment center degli autoveicoli; 3) la sfera personale, tramite applicazioni di aggregazione per smartphone.

Meta-emittente

L’aggregatore arriva ad offrirsi anche come meta-emittente: nelle ultime versioni, i player più avanzati sono in grado di spostare automaticamente l’utente fra flussi radio multipli seguendo i suoi gusti.

L’industria del live streaming: un panorama variegato

Un ambito di crescita impressionante rispetto all’utilizzo di musica sul web è quello dell’industria del live streaming, ossia la trasmissione in diretta via web di contenuti da parte di creatori (streamer).

Linee essenziali dell’utilizzo della musica

Il report individua le linee essenziali dell’utilizzo della musica in questo settore, distinguendo tra streaming generalista o mainstream (prendendo in esame la piattaforma leader, Twitch, ma anche i canali musicali puri, il gaming, i canali creativi e IRL – In Real Life) e il c.d. streaming per adulti.

Musica massicciamente presente

La musica in questi contesti è massicciamente presente. Nello streaming, ed in particolare nelle dirette, essa è elemento di arredo frequentissimo e crea identificazione nella comunità di utenti. La frequenza e la centralità della musica, presente in modo strategico, aumentano significativamente nello streaming di contenuti per adulti in diretta, settore in continua crescita nel periodo post-pandemia.

Quale ruolo per i diritti degli artisti e dei produttori in questi scenari?

Nel mondo delle web radio e degli aggregatori, la principale criticità per la tutela effettiva dei diritti degli artisti risiede nella forte frammentazione del settore: tanti utilizzi di musica distinti, tanti utilizzatori, di natura diversa e mutevoli nel tempo, e dunque notevoli difficoltà di un’efficace regolarizzazione su base individuale.

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Pratiche di elusione del controllo del diritto d’autore e dei diritti d’autore

Rispetto all’industria del live streaming, si riscontrano vere e proprie pratiche di totale elusione del controllo del diritto d’autore e dei diritti connessi da parte dei creator ed un ruolo in apparenza neutro delle piattaforme stesse.

Opacità verso l’esterno

A complicare ulteriormente lo scenario è la sostanziale opacità verso l’esterno di questi settori. Sebbene il digitale consenta un monitoraggio preciso su contenuto, utilizzo, e destinatari di ciascun flusso (qualcosa che era solo nei sogni degli operatori del mondo mediale analogico), di fatto tali dati sono tendenzialmente invisibili all’esterno.

Lavoro di squadra tra collecting ed istituzioni

I sistemi esistenti di tutela del diritto d’autore e dei diritti connessi si dimostrano ancora fragili e la distribuzione dei benefici economici derivanti da questi nuovi spazi di utilizzo musicale è iniqua per i titolari dei diritti, primi fra tutti gli artisti. Da qui, la necessità di un lavoro di squadra tra collecting e istituzioni, anche accademiche, per proporre soluzioni credibili. (E.G. per NL)



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