Anno giudiziario – La mappa del crimine in Umbria: parchi e centri commerciali in mano ai minori. Albanesi e nigeriani si dividono lo spaccio

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La presenza di sodalizi criminosi, spesso di matrice etnica straniera che controllano il traffico di sostanze stupefacenti, è un segnale “della presenza silente delle organizzazioni della criminalità organizzata nel territorio, in quanto è evidente che tale fenomeno criminale non si sarebbe potuto radicare senza l’assenso, più o meno esplicito, dei sodalizi mafiosi” ha rilevato nella sua relazione il procuratore Sergio Sottani.

Alcune indagini della Procura distrettuale hanno evidenziato “la presenza di soggetti di spessore criminale riconducibile ad organizzazioni di criminalità organizzata nel traffico illecito di sostanze stupefacenti – prosegue il procuratore generale – Quindi l’assenza di un radicamento sul territorio non può certo tranquillizzare, ma tutt’al più rappresentare un motivo di riflessione su quali siano le forme di presenza di una criminalità organizzata che ha dimostrato, anche nel territorio umbro, una capacità di penetrazione nel tessuto economico finanziario”.

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L’infiltrazione mafiosa, secondo la Procura, assume caratteristiche diverse nelle “aree di matrice, quelle dove è storicamente presente, rispetto a quelle di proiezione e dalle altre apparentemente neutre”. E l’Umbria può essere inquadrata in quest’ultima tipologia. “Nel nostro territorio, dove non sono stati registrati casi di scioglimento di enti locali a causa di infiltrazioni mafiose, l’attenzione deve concentrarsi su un un’attenta attività di analisi del fenomeno criminale – scrive Sottani – Innanzi tutto, con riguardo all’utilizzo del web per operazioni di riciclaggio finanziario. In argomento, l’utilizzo di per sé lecito, delle criptovalute, tuttavia, per la sua difficile tracciabilità, è assolutamente idoneo per consentire anche forme illecite di trasferimenti di capitali”.

Altro aspetto è “il numero, non elevato ma neanche insignificante, di interdittive prefettizie antimafia nel nostro territorio. Come tali significative di una inquietante presenza di segnali da vagliare con particolare cura”.

In tema di associazioni mafiose in Umbria un punto storico è rappresentato dalla sentenza pronunciata lo scorso 4 dicembre 2024 dal Tribunale perugino nella vicenda processuale assurta agli onori della cronaca con il nome evocativo “Quarto Passo.” Il giudice umbro ha inflitto 277 anni di carcere a 30 imputati, confermando la sussistenza di un’associazione mafiosa operante nel territorio perugino nel primo decennio di questo secolo fino al 2013.

Altre specifiche caratteristiche della criminalità nel territorio umbro sono quelle legate al traffico illecito di sostanze stupefacenti e contro il patrimonio, segnatamente i furti in abitazione, spesso opera di bande provenienti da fuori regione e senza particolari collegamenti con criminali locali.

Nel territorio di competenza della Procura di Perugia, la criminalità organizzata non è stanziale, ma il territorio è oggetto di interesse da parte di cosche esterne, soprattutto per attività di riciclaggio e reinvestimento. I gruppi criminali stranieri, in particolare albanesi e nigeriani, controllano il traffico di stupefacenti, con legami stretti con organizzazioni transnazionali. I gruppi nigeriani sono attivi nell’importazione e vendita di eroina, mentre gli albanesi si concentrano sulla cocaina e hashish. Lo spaccio al minuto è gestito da soggetti nordafricani, spesso irregolari.

La criminalità economica e finanziaria è significativa, con frodi fiscali e truffe legate ai bonus pandemici. I reati contro la pubblica amministrazione sono pochi, ma vi è un significativo dark number di illeciti non emersi. I reati contro il patrimonio, come furti e rapine, sono in aumento, così come le truffe informatiche.

Da qualche anno si è lanciato l’allarme sulla criminalità minorile, “quale sintomo di un disagio ben più grave a cui si dovrebbe far fronte non solo con la repressione penale, sicuramente doverosa a fronte di episodi di particolare efferatezza, ma con la contestuale adozione di interventi socioeducativi – prosegue Sottani – Il fenomeno della devianza minorile nel distretto si accentra nelle aree urbane e particolarmente, in ordine decrescente, a Perugia, Terni, Foligno, Bastia Umbra, Assisi, Città di Castello, Orvieto, Corciano, Castiglione del Lago, Spoleto, Città della Pieve, Narni, Todi, Magione, Bettona, nei centri maggiori, soprattutto nei centri commerciali e nelle zone verdi”.

La devianza minorile nel distretto si concentra nelle aree urbane, soprattutto nei centri commerciali e nelle zone verdi, con un numero notevole di giovani immigrati inoccupati coinvolti nel piccolo spaccio e nel consumo di sostanze. I reati contro l’incolumità personale, come le lesioni, sono frequenti, così come i furti e i reati sessuali. Il consumo di sostanze stupefacenti è un problema rilevante, con un aumento dei reati di spaccio. I minori stranieri sono spesso coinvolti in episodi di spaccio e reati contro la persona.

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