una bella storia di valorizzazione del territorio di Orvieto e del suo vino – VINODABERE – Esperienze nel mondo del vino, della gastronomia e della ristorazione

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Ho avuto il piacere di partecipare ad una intensa giornata, organizzata dallo studio MultiMedia Milano, che mi ha fatto conoscere una delle più dinamiche realtà enologiche dell’ Orvietano che guarda con fiducia al suo futuro, non dimenticando le sue origini.

Argillae riassume e sintetizza l’amore per la natura e per la terra del suo fondatore, il Cavaliere del Lavoro Giuseppe Bonollo, discendente di una famiglia di distillatori la cui storia inizia ai primi del ‘900, e che grazie a lui è arrivata a primeggiare in questo settore nel panorama italiano.

Il Cavaliere Bonollo si dedicò per molto tempo alla ricerca di un territorio vocato alla produzione di vini di eccellente qualità ed individuò la zona ideale ad Allerona, sulle colline a nord di Orvieto. A metà degli anni ‘80 prende quindi forma Argillae, azienda che deve il suo nome proprio alla conformazione dei terreni argillosi e calcarei su cui si trova, diventando così la realizzazione concreta di quel sogno.

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Nonostante il forte legame con il suo territorio di appartenenza l’attenzione di Argillae è stata rivolta per molti anni, quasi esclusivamente, al mercato estero nel quale gode di buona notorietà. Nel 2015, però, avviene un vero cambio di rotta con l’ingresso in azienda di Giulia Di Cosimo, nipote di Giuseppe Bonollo, alla quale il nonno ha affidato l’azienda in un vero e proprio passaggio di consegne. L’obiettivo di Giulia fin dall’inizio è stato, infatti, quello di valorizzare l’azienda e l’intero territorio dando vita ad un percorso teso a riportare l’Orvieto ai fasti di un tempo, in cui era considerato uno dei migliori vini d’Italia.

L’azienda agricola Argillae si estende sulle colline fra Allerona e Ficulle, a nord-ovest di Orvieto, su una superficie di circa 220 ettari complessivi che si snodano lungo il percorso dell’Autostrada del Sole. Gli ettari vitati sono 15, con una esposizione est-ovest, sulle pendici di ridenti ed assolate colline che si trovano ad un’altitudine compresa tra i 150 ed i 300 metri.

Particolare attenzione è rivolta alle varietà autoctone Grechetto, Procanico, Verdello, Drupeggio e Malvasia. Non mancano tuttavia varietà internazionali come Chardonnay, Sauvignon Blanc, Viognier, Merlot e Cabernet Sauvignon.

 Il Terroir

Il nostro terroir è la nostra anima, la nostra fonte primaria di ispirazione.
Racchiude tutte le nostre potenzialità e segna tutti i nostri limiti”

Giulia Di Cosimo ama definirlo così: la composizione del suolo, le peculiari condizioni climatiche, le varietà prescelte ed impiantate, ciò che circonda il vigneto (per esempio fiume, lago e bosco), le specie animali e vegetali che lo popolano, ma soprattutto la fusione unica ed irripetibile di tutti gli elementi sopracitati. È proprio dal terroir, ed in particolar modo dalla componente principale del suolo, che deriva il nome della Cantina. I terreni sono prevalentemente composti da strati calcareo-argillosi, composizione che li rende più freschi rispetto ad altri tipi di terreno. L’argilla trattiene bene l’acqua, capacità che si rivela fondamentale per fronteggiare la stagione secca. La componente calcarea invece possiede ottime capacità drenanti, evitando così malattie dovute ai ristagni e all’umidità. Dalle caratteristiche di questi terreni hanno origine vini di ottima struttura, buona acidità e con ottime potenzialità di invecchiamento. Tra le componenti più inaspettate di questo terroir troviamo anche numerosi fossili appartenenti all’era pliocenica, milioni di anni fa gran parte della regione era ricoperta del mare, che ora contribuiscono ad aggiungere complessità ai suoli nonché sapidità e carattere ai vini.

La Sostenibilità

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L’ecosostenibilità è parte integrante dell’identità di Argillae e riguarda sia l’architettura della cantina che le attività agricole. L’edificio che ospita la cantina è stato progettato per immergersi nell’ambiente circostante: il Pianterreno è riservato all’affinamento e stoccaggio dei vini (in serbatoi di acciaio inox termocontrollati), al laboratorio di analisi ed alla sala degustazione. Il piano inferiore, interamente realizzato sottoterra in modo da ridurre l’impatto sul paesaggio circostante ed i consumi energetici, ospita la suggestiva sala delle botti ispirata al magnifico Duomo di Orvieto.

Tra le altre pratiche messe in opera per attuare una viticoltura sostenibile vi sono le operazioni di potatura e vendemmia (svolte esclusivamente a mano), la concimazione eseguita esclusivamente con fertilizzanti naturali (stallatico). il ripristino dei livelli di azoto nel suolo tramite piantumazione di favino, il sistema di riscaldamento tramite caldaia a bio masse ed il riciclo delle acque reflue tramite un impianto di fitodepurazione. L’impegno a favore dell’ambiente e della salute del consumatore è continuo e vede la cantina attiva nel cercare di migliorare sempre di più il prodotto attraverso la qualità delle materie prime e le procedure di produzione adottate.

La sala di degustazione

Gli Assaggi

Dopo la conoscenza della Tenuta passiamo a quella degli interessanti vini prodotti che ha avuto, in parte, luogo nella luminosa sala di degustazione adiacente alla cantina ed in parte presso l’accogliente Trattoria da Carlo (Vicolo del Popolo 9 – Orvieto), tappa consigliata per chi volesse fare conoscenza con l’ottima cucina tradizionale orvietana.

 

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Centopercento – Spumante Brut

Le uve (Grechetto, Drupeggio, Verdello e Malvasia) provengono da un vigneto promiscuo di quasi 50 anni e sono raccolte nella fase di maturazione tra l’erbaceo e il neutro; successivamente sono sottoposte ad una breve macerazione a freddo e pressate delicatamente. Il mosto viene vinificato, dopo sfecciatura, a temperatura controllata in vasche di acciaio. Al termine della prima fermentazione alcolica avviene il passaggio in autoclave, con la seconda fermentazione e la presa di spuma. Presenta note di frutta gialla (pesca ed ananas), floreali e minerali che aprono ad un sorso fresco, gradevole e di buona persistenza.

Orvieto Superiore DOC 2023

Vino giovane e vibrante che riesce ad esprimere al meglio la freschezza dei vitigni Grechetto, Procanico, Malvasia, Sauvignon Blanc e Chardonnay. Al naso emergono subito le classiche note agrumate, accompagnate da leggeri sentori di frutta tropicale e fiori di acacia. Il profilo olfattivo è completato da un tocco “dolce” e delicato (ricorda un “profumo da signora”) che ne accentua la profondità. Alla beva il vino si presenta agile e fresco, con un’acidità ben bilanciata che lo rende estremamente scorrevole e di grande gradevolezza.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Nel 2023, in occasione del 500° anniversario della scomparsa del pittore Luca Signorelli (autore dello splendido Giudizio Universale nella Cappella Nova del Duomo di Orvieto) sono state commercializzate 1000 bottiglie della vendemmia 2022 con una speciale etichetta raffigurante il volto del grande artista. Un doveroso omaggio ad un personaggio che si fece pagare per quel capolavoro anche con una fornitura di vino di Orvieto, a conferma di quanto in quel periodo tali vini fossero tenuti in considerazione.

 

Orvieto Classico Superiore DOC Panata 2021

Uno dei vini che rappresenta l’apice della produzione di Argillae. Mix di Grechetto (65%), Chardonnay (20%) e Procanico (15%), provenienti dai migliori vigneti dell’azienda, viene vinificato in acciaio e per il 15% in barrique, con affinamento sulle fecce ed un anno di invecchiamento in bottiglia. Si presenta con eleganti note agrumate, di frutta tropicale, di fiori gialli, di mughetto e nuances minerali. Al palato denota una bella struttura, sostenuta da una gradevole freschezza, sapidità ed un lungo finale ammandorlato su cui si innestano ritorni di sensazioni agrumate: un ottimo rappresentante della sua tipologia. Il nome rende omaggio alla tradizione Orvietana: la Panata era la brocca di ceramica (come quella che ci mostra Giulia Di Cosimo nella parte destra della foto), da circa 1 litro, con cui era misurato il vino servito nelle osterie della città.

Durante la visita in cantina abbiamo anche provato “en primeur” l’annata 2023, a partire dal 2022 sono utilizzate solo le varietà autoctone (Grechetto e Procanico), per ribadire il sempre crescente legame di questa cantina col suo territorio. L’annata calda evidenzia al naso le note di frutta tropicale ed una florealità “dolce” (acacia e ginestra), a cui segue una gradevole sensazione di idrocarburo. Sorso rotondo e di grande struttura con un deciso finale “boisé”, parliamo di un campione spillato direttamente dalla barrique, che lasciano presagire un bel futuro per questo vino.

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Umbria Bianco IGT Primo d’Anfora

Primo d’Anfora, ottenuto da uve di Grechetto, Malvasia e Drupeggio (provenienti dalla “Vigna Vecchia” di oltre 45 anni), è il frutto del forte desiderio di Giulia Di Cosimo di creare un vino che chiudesse un ciclo vitale, come ci racconta lei stessa:

L’argilla, che è la principale componente dei nostri terreni e ci identifica, tanto che abbiamo deciso di indossarla nel nome aziendale, nutre le viti, donando la forza necessaria per produrre le uve di cui, una volta raccolte e rese mosto, sotto forma di anfora diventa contenitore e custode. Il cerchio, dunque, si chiude: tutto parte dalla terra e ad essa ritorna”.

Primo vino aziendale figlio di questa filosofia deve il suo nome al particolare processo di vinificazione e affinamento sulle fecce per 8 mesi, che avvengono interamente in anfore di terracotta da 500 litri, realizzate con l’argilla estratta direttamente dai vigneti dell’Azienda. Dopo tale passaggio, seguono due anni di ulteriore affinamento in bottiglia che ne garantiscono la migliore espressione aromatica. Le anfore di terracotta hanno il grande vantaggio di garantire un’adeguata aerazione del mosto, grazie alla loro porosità, senza apportare sapori esterni, come è il caso del legno e sono state prodotte da Sirio Anfore, una realtà artigiana gestita da Michele Bean e Fabrizio Ratti, situata nei pressi della vicina Città della Pieve. Di loro si è già parlato su Vinodabere qui: https://vinodabere.it/cantine-aperte-2024-in-friuli-michele-bean-le-anfore-sirio-e-i-vini-dellazienda-roi-clar/

2017

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Bel colore carico di riflessi dorati, ci regala un bouquet largo e variegato che spazia dal tabacco chiaro alla frutta tropicale, fieno, crosta di pane, muschio, note agrumate e mandorla. Sorso pieno e strutturato, quasi masticabile, che viene equilibrato da una vibrante freschezza e si conclude con un lunghissimo e persistente finale in cui brillano ritorni ammandorlati e burrosi che lo rendono un assaggio memorabile.

2020

Anche per questa annata veniamo accolti da un calice carico di riflessi dorati che deborda di note agrumate, di miele di acacia, frutta gialla, sottobosco, zafferano e pietra focaia. Bocca larga, armonica, sapida e di bella freschezza con un lunghissimo finale in cui tutte queste sensazioni si fondono con grande eleganza. Peccato che ne vengano prodotte solo 1980 bottiglie…

 

Argillae S.r.l.

Vocabolo Pomarro, 45 – 05011 Allerona (TR)

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

e-mail: info@argillae.eu

sito web: www.argillae.eu
tel. +39 0763.624604

 

 

Sirio Anfore – presso Amphora s.r.l.s.
Vocabolo Fornace,1 – Loc.Ponticelli – 06062 Città della Pieve (PG)

e-mail: info@sirioanfore.com

sito web: www.sirioanfore.com

Tel. +39 0578 1965207



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