Un ponte verso l’inclusione: il corso sperimentale di avvicinamento alla Lingua dei Segni Italiana

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In una società sempre più diversificata, l’inclusione non dovrebbe essere solo un ideale, ma una pratica quotidiana. Creare un ambiente realmente inclusivo significa ascoltare le esigenze degli altri e trovare modi per abbattere barriere, siano esse fisiche, culturali o comunicative. In questo contesto, avvicinarsi alle necessità delle persone sorde e imparare a comunicare attraverso la Lingua dei Segni rappresenta un passo concreto per promuovere empatia, rispetto e connessione.

La lingua dei segni, infatti, non è solo uno strumento per superare un ostacolo linguistico, ma un vero e proprio ponte che collega mondi spesso separati, offrendo un’opportunità per creare relazioni autentiche e significative. Con questo spirito, il team Sostenibilità di Banca Sella, in collaborazione con Ca’ Sella, ha dato vita al primo corso sperimentale di avvicinamento alla Lingua dei Segni Italiana (LIS). L’obiettivo era duplice: sensibilizzare i partecipanti alle tematiche legate alla comunità sorda e fornire loro un set di conoscenze pratiche per interagire in modo efficace e rispettoso.

A seguire, alcune testimonianze dei partecipanti al corso offrono uno sguardo personale e autentico sull’esperienza vissuta, rivelando l’impatto profondo che questa iniziativa ha avuto sia a livello individuale che collettivo.

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Sonia Bertin, del team Expertise, ha partecipato al corso LIS spinta dalla curiosità per questa lingua unica, ricca di storia e regole, che stimola il cervello in modo originale. Il tempo trascorso durante le lezioni le ha lasciato una forte voglia di approfondire la LIS, che considera un’abilità che arricchisce e unisce le persone, abbattendo barriere comunicative.

Ottavia Caselli, responsabile del Servizio BSE Collection & Legale, da sempre affascinata dalla bellezza “estetica” della LIS, ha deciso di partecipare al corso per abbattere le barriere tra udenti e sordi. Cresciuta con una nonna sorda, ha trovato nell’esperienza un’opportunità unica per entrare in contatto con un mondo ricco di valore. La difficoltà maggiore è stata memorizzare i segni, in particolare quelli meno intuitivi, ma Ottavia crede che la LIS sia un primo passo fondamentale per favorire una comunicazione autentica, che ora applica nel lavoro quotidiano.

Selene Delle Cave, dell’Ufficio HR Operations, ha voluto partecipare al corso LIS per uscire dalla sua comfort zone e comprendere una realtà sconosciuta. In passato, grazie all’esperienza di animatrice e al volontariato con le Special Olympics, aveva già avuto modo di confrontarsi con persone sorde e questo le ha permesso di comprendere ancora di più il valore della LIS. Ciò che l’ha colpita maggiormente è la ricchezza lessicale della lingua dei segni, in cui ogni sfumatura, come le espressioni facciali, ha un ruolo fondamentale. La difficoltà principale è stata capire come strutturare le frasi e usare correttamente le espressioni facciali, ma per Selene la LIS è un’opportunità che amplia la visione del mondo e arricchisce la comunicazione non verbale.

Laura Giorgini, del team Legale Contenzioso e promotrice dell’iniziativa, è sorda profonda sin da piccola ed ha voluto sensibilizzare i colleghi sulle difficoltà che incontrano le persone sorde, spesso invisibili agli occhi della società. È rimasta colpita dall’entusiasmo con cui il corso è stato accolto dai partecipanti, che ha mostrato quanto l’ambiente lavorativo che la circonda sia ricco di empatia. Laura riconosce la difficoltà di far comprendere la sordità, un handicap invisibile ma invalidante, e consiglia a chi non ha mai pensato di imparare la LIS di avvicinarsi a questa lingua, che arricchisce il proprio mondo espressivo e favorisce una comunicazione più solare ed empatica.

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Silvia Lancione, Vice responsabile dell’Ufficio Bpo Core Banking in Centrico, ha partecipato al corso LIS con il desiderio di abbattere barriere e pregiudizi. Ha trovato significativo partecipare con colleghi di uffici diversi, mettendosi in gioco e imparando da chi già conosceva la LIS. La difficoltà principale è stata la memoria e la coordinazione dei segni, ma la pratica ha facilitato l’apprendimento. Ha apprezzato l’esperienza, che le ha permesso di avvicinarsi a un nuovo mondo, e spera che piccoli gesti come salutare con la LIS possano migliorare l’integrazione e l’inclusione.

Benedetta Lega, dell’Ufficio Contenzioso, ha deciso di partecipare al corso LIS spinta proprio da Laura Giorgini, che l’ha coinvolta nel progetto. Durante il corso, è entrata in contatto con una comunità forte e unita, dove il senso di appartenenza è un valore fondamentale. Ascoltare storie personali e vedere come le persone sorde affrontano le difficoltà l’ha profondamente colpita, facendola riflettere sull’importanza di certi aspetti della vita che spesso trascuriamo. La principale difficoltà è stata imparare ad ascoltare con gli occhi e comunicare attraverso i gesti, un processo che richiede grande sensibilità. Benedetta considera la LIS non solo un modo di comunicare, ma un arricchimento educativo ed emotivo che aiuta a concentrarsi su ciò che conta davvero nella vita.

Sabrina Locatelli, del Cost Management, ha organizzato il corso con Laura Giorgini, motivata dal desiderio di dare valore all’interesse dei colleghi. Quello che l’ha più sorpresa è stato aprire gli occhi su un mondo parallelo, rendendosi conto delle difficoltà quotidiane delle persone sorde, difficoltà che non aveva mai davvero compreso fino in fondo. Sabrina invita tutti a non credere di sapere già tutto, ma a saper ascoltare con il cuore, poiché questa esperienza arricchisce la sensibilità e amplia le percezioni. Nella sua vita quotidiana, intende fare tesoro delle testimonianze di chi vive in un mondo silenzioso e, con la lingua dei segni e la volontà, unire i mondi udenti e sordi, creando un ambiente inclusivo e rispettoso.

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Edoardo Magenga, del team di gestione crediti deteriorati, ha trovato nella curiosità e nella voglia di imparare la spinta per partecipare. L’aspetto più significativo dell’esperienza è stato scoprire una realtà che, pur essendo nuova per lui, è quotidiana per molte persone. Imparare una lingua nuova richiede tempo e concentrazione, ma anche solo conoscere qualche segno può arricchire e aprire nuove opportunità. Inoltre, i segni appresi gli offrono occasioni di confronto con la collega Laura Giorgini e sottolinea come la conoscenza di diverse lingue favorisca la coesione e il dialogo.

Andrea Morabito, membro del team IT di Fabrick Spa, ha partecipato al corso LIS per la curiosità di entrare in un mondo silenzioso ma ricco di espressione, e per abbattere le barriere comunicative. Ha trovato affascinante scoprire come mani e viso possano raccontare storie e creare connessioni senza parole. La difficoltà principale è stata coordinare i gesti e le espressioni facciali, che seguono una logica diversa dalla lingua parlata. Per lui, imparare la LIS è un passo verso l’inclusione e spera di utilizzarla per creare un ambiente più accogliente e rispettoso.

Cinzia Laura Tomasi, specialist del Team Expertise di Banca Sella, ha colto con gioia l’opportunità di partecipare, attratta dalla LIS come modello di comunicazione, ha apprezzato soprattutto l’ambiente di condivisione creato durante il corso, che l’ha arricchita sia culturalmente che emotivamente. La principale difficoltà è stata ricordare i segni, una sfida comune con ogni lingua straniera. Considera l’apprendimento della LIS un valore aggiunto che può arricchire la vita quotidiana e professionale, e desidera trasmettere questa conoscenza ai suoi figli, approfondendo ulteriormente la lingua.

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Paola Visconti, del team di Organizzazione in Fabrick, ha sempre avuto un forte interesse nell’avvicinarsi alla Lingua dei Segni. L’aspetto più importante di questo corso per lei è stato la possibilità di avvicinarsi alla comunità delle persone sorde che, un po’ per imbarazzo, un po’ per le difficoltà di comunicazione, le erano sempre sembrate distanti dalla sua realtà.

Nadia Zaghi, del team Marketing e comunicazione esterna di Banca Sella, ha condiviso l’esperienza con il marito Flavio Bastino, anche lui collega. Ha trovato significativo il senso di umanità e uguaglianza tra colleghi e docenti, e l’incredibile forza comunicativa delle persone sorde. La principale difficoltà è stata memorizzare i segni, ma ha usato un quaderno per facilitare l’apprendimento. Il corso ha arricchito la sua capacità comunicativa e le ha permesso di avvicinarsi alla lingua dei segni, rafforzando l’inclusione.

Un futuro più inclusivo
Il corso LIS non è stato solo un’esperienza educativa ma anche un’opportunità per abbattere barriere e pregiudizi. La partecipazione entusiasta e i racconti dei partecipanti dimostrano che piccoli passi possono portare a grandi cambiamenti verso un ambiente lavorativo e sociale più inclusivo. L’iniziativa ha gettato le basi per una nuova consapevolezza: imparare la LIS non è solo un arricchimento personale ma un ponte verso una società più equa e accogliente.
 



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