Tensione nell’aria fra Donald Trump e la Fed, a meno di una settimana dal primo incontro di politica monetaria del 2025. Nel suo intervento al World Economic Forum, il presidente statunitense è tornato a chiedere tassi di interesse più bassi. Le parole di Trump sono suonate come un attacco, nemmeno tanto velato, alla banca centrale, che ha recentemente ridotto le previsioni di tagli e si appresta a lasciare invariato il costo del denaro nel primo appuntamento dell’anno. Il tema sarà senz’altro un argomento della conferenza stampa di Powell, presidente della Federal Reserve, al termine del meeting di mercoledì.
Trump alla Fed: “Tassi devono scendere subito”
“Pretenderò che i tassi di interesse scendano immediatamente”, ha affermato Donald Trump nel corso del forum di Davos, senza menzionare apertamente la Fed. “E allo stesso modo, dovrebbero scendere in tutto il mondo. I tassi dovrebbero seguirci ovunque“, ha aggiunto, chiarendo in maniera inequivocabile la direzione auspicata per la politica monetaria.
In seguito, il presidente ha rincarato la dose: si aspetta che i tassi scendano “molto” e pensa che la Fed lo ascolterà. Ha precisato inoltre che prevede di parlare direttamente con il presidente Powell “al momento giusto”.
Trump, infine, ha intenzione di chiedere all’Arabia Saudita e all’Opec di abbassare il prezzo del petrolio, per ridurre l’impatto inflazionistico delle materie prime.
Si accende lo scontro Trump-Powell
Le ultime dichiarazioni di Trump si inseriscono nell’ambito di una diatriba che va avanti da tempo. In campagna elettorale, il tycoon ha più volte criticato l’operato della Fed e del chairman Powell, che a sua volta ha ribadito l’indipendenza dell’istituto e l’impossibilità di essere rimosso dal proprio ruolo prima del termine del suo mandato.
Lo stesso Trump ha calmato le acque nei mesi scorsi, affermando che non è sua intenzione sollevare Powell e che intende soltanto “esprimere la sua opinione” sui tassi.
In ogni caso, è lecito aspettarsi delle divergenze di vedute nei prossimi mesi, con la Fed restia a tagliare velocemente i tassi di interesse, al contrario di quello che vorrebbe l’inquilino della Casa Bianca.
Fed tira dritta sulla sua strada
A tal proposito, la banca centrale si riunirà per la prima riunione di politica monetaria la prossima settimana, annunciando le proprie delibere il 29 gennaio. Dopo aver abbassato i tassi di interesse di 100 punti base negli ultimi quattro mesi del 2024, la Fed si appresta a lasciare invariato il costo del denaro nel range 4,25-4,50%.
Nell’ultimo appuntamento del 2024, a dicembre, i funzionari hanno rivisto al ribasso le loro previsioni sui tagli di quest’anno, prevedendo soltanto due riduzioni. I primi dati macro hanno supportato e ulteriormente acutizzato questa visione. Dopo il job report di dicembre qualcuno ha persino ipotizzato una nuova stretta monetaria, ma il parziale allentamento dei prezzi al consumo (nella componente core) hanno nuovamente spostato le aspettative. Focus ora sul Pil Usa e il Pce core in uscita la prossima settimana, dopo la riunione del Fomc.
Tassi Fed, uno o due tagli nel 2025: focus su dazi e Trump
Secondo i dati del CME Group, al momento i mercati si aspettano che la Fed lasci invariato il costo del denaro per un po’ di tempo, procedendo poi con una riduzione di 25 punti base (probabilmente a giugno). I trader assegnano circa il 50% di probabilità ad un’altra mossa entro la fine dell’anno.
L’attuale situazione macroeconomica degli Stati Uniti, con una crescita economica solida, una sana occupazione e un’inflazione ancora elevata sta inducendo la Fed a lasciare i tassi su livelli restrittivi, in attesa di valutare gli effetti dei dazi minacciati da Trump e delle altre politiche economiche della nuova amministrazione.
Per eventuali spunti su questi temi e sulle ultime parole del presidente americano sarà interessante ascoltare le parole di Powell, nella conferenza stampa in programma mercoledì al termine della riunione di politica monetaria.
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