Timmermans è il “Green Gate”

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Il “Green Gate” scuote Bruxelles: al centro dello scandalo scoppiato nelle ultime 48 ore c’è Frans Timmermans, ex commissario e vicepresidente della Commissione Europea, con delega al Green Deal nella passata legislatura. Secondo quanto rivelato dal quotidiano olandese De Telegraaf, per anni sarebbero stati sovvenzionati dall’Ue club ambientalisti con il compito di fare lobbying in favore dei piani verdi Timmermans. Dure le critiche di Cia, Coldiretti e Fedagripesca, che chiedono trasparenza e revisione delle normative green

Dalla Redazione

Frans Timmermans, ex commissario e vicepresidente della Commissione Ue, con delega al Green Deal

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La Commissione europea avrebbe utilizzato fondi Ue per finanziare una rete di Ong con lo scopo di “promuovere l’agenda green dell’ex commissario e vicepresidente Frans Timmermans”. Lo scoop arriva dal quotidiano olandese De Telegraaf, che – dopo avere visionato contratti riservati, tra cui uno da 700 mila euro, pagati “per orientare il dibattito sull’agricoltura” – rivela come per anni siano stati sovvenzionati dall’Ue club ambientalisti con il compito di fare lobbying in favore dei piani verdi Timmermans, che nella passata legislatura aveva la delega al Green Deal: ora il politico olandese è al centro di quello che è stato battezzato “Green Gate”.

Il caso esploso nelle ultime 48 ore ha agitato Bruxelles e riapre la polemica sul Green Deal e sull’operato del primo esecutivo von der Leyen, proprio nel giorno in cui in aula a Strasburgo era in calendario un dibattito sull’uso dei fondi comunitari dedicati alla promozione delle politiche ambientali.

Secondo De Telegraaf “alle organizzazioni finanziate da Bruxelles sono stati addirittura assegnati obiettivi precisi di lobbying verso eurodeputati e Paesi membri per accelerare l’attuazione della nuova strategia green”. Una pratica criticata addirittura dall’attuale Commissione che, per bocca del titolare al Bilancio Piotr Serafin, in seduta plenaria del Parlamento, ha ammesso come sia stato “inopportuno per alcuni servizi della Commissione sottoscrivere degli accordi che obbligano le Ong a fare lobby con i membri del Parlamento europeo”.

Cia: “Finanziare lobby abusando di risorse pubbliche non è compito della Commissione”

“La Commissione chiarisca subito le notizie emerse in queste ultime ore. Sarebbe sconcertante se l’ex commissario Timmermans avesse utilizzato – in segreto – ingenti fondi Ue per finanziare lobby ecologiste, in modo da imporre forzatamente politiche che avrebbero danneggiato le filiere agricole europee”. Queste le parole del presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, che denuncia il “grave colpo alla trasparenza dei processi democratici comunitari”. Finanziare lobby abusando di risorse pubbliche e fare pressing sui parlamentari non è compito della Commissione. “Per fare delle politiche green abbiamo sempre detto che occorrono strumenti e risorse per agevolare gli agricoltori nella transizione – conclude Fini -. Sarebbe inquietante avere la conferma che dei fondi multimilionari siano stati, invece, utilizzati per sostenere le riforme di Timmermans, al solo scopo di pilotare il dibattito pubblico contro il mondo agricolo”.

Frans Timmermans Green Gate

“Coldiretti prima e sola a denunciare l’imbroglio verde a danno delle imprese agricole”

Il “Timmermans-Gate” non sorprende invece la Coldiretti, che “già dal 2021, è stata la prima e l’unica a denunciare l’imbroglio verde e come dietro i processi di falso ambientalismo ci potesse essere ben altro, compresa anche la spinta da parte di multinazionali che hanno interessi economici legati ad altre forme di business come quello dei cibi fatti in laboratorio, su cui sta investendo una lobby di oligarchi multimiliardari”, commenta duramente l’associazione.

“Se quanto emerso dovesse essere confermato, la verità è che abbiamo sempre avuto ragione nel sostenere che dietro il Green Deal di Timmermans si nascondeva un’agenda politica a senso unico, capace solo di favorire interessi di parte e non di garantire l’equilibrio tra la sostenibilità ambientale e la necessità di proteggere la nostra agricoltura, infliggendo gravi danni alle filiere agricole in nome di un ambientalismo ideologico” hanno affermato il Segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo e il presidente Ettore Prandini. “Pretendiamo trasparenza e chiediamo che la Commissione europea faccia chiarezza. Per troppi anni – concludono – è stata demonizzata ingiustamente la figura dell’agricoltore e del coltivatore diretto che, restano i veri custodi del territorio, dell’ambiente e del patrimonio agroalimentare”.

Fedagripesca: “Rivalutare ora tutte le decisioni prese in tema di Green Deal”

Il caso Timmermans, se confermato, è un vero e proprio scandalo anche per Fedagripesca Confcooperative. “Abbiamo ripetutamente denunciato in questi anni – commenta il presidente Raffaele Drei – che norme come quella del ripristino della natura e della riduzione dell’uso dei fitofarmaci fossero di fatto prive di basi scientifiche o di valutazioni di impatto e che muovessero solo da scelte di natura ideologica. Scelte che finivano per criminalizzare gli agricoltori, accusandoli di essere nemici dell’ambiente. Eravamo dunque nel giusto quando denunciavamo il fatto che dietro tali decisioni ci fossero solo principi ispirati ad una ideologia green e che non si fosse prestata la dovuta attenzione al rischio che tali norme riducessero la capacità produttiva del continente europeo e minacciassero altresì la competitività di intere filiere produttive”.

“In attesa che si faccia chiarezza sul caso – conclude Drei – lanciamo ora un appello alla nuova Commissione e ai nuovi parlamentari europei affinché le proposte normative del Green Deal vengano tutte messe in stand-by. È opportuno rivedere attentamente e rivalutare tutte le scelte passate che impattano pesantemente sulla sostenibilità economica di molti comparti agricoli, in particolare quelli delle aree mediterranee”.

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