«Problemi che si sono sedimentati nel tempo»

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Carlo Nordio ha fatto il pompiere e ha tentato di spegnere oggi, 23 gennaio, le infuocate polemiche di questi giorni, innescate peraltro da dichiarazioni da lui espresse sulla sicurezza della città di Treviso. «Mi sono stupito che siano state date delle interpretazioni critiche da parte mia nei confronti del sindaco» ha spiegato il Guardasigilli a margine di un evento che si è svolto in mattinata al Ca’ Foncello di Treviso «Mario Conte non è solo un amico, è anche un ottimo amministratore. Io ho espresso quello che molti trevigiani, compreso l’ex sindaco Gentilini, esprimono, cioè la preoccupazione di una città che di tanto in tanto è vittima di queste bande che non si sono integrate. Sono problemi che si sono sedimentati nel tempo e non è colpa certamente dell’amministrazione attuale e nemmeno ovviamente delle forze dell’ordine attuale, ma di una mancata integrazione della quale avremmo dovuto tanti anni fa prendere in considerazione gli sviluppi negativi».

«Innanzitutto andrebbero applicate le leggi che ci sono e poi riconsiderare in termini ampi quello che è il concetto di minore età» aggiunge Nordio «nel senso che fino a ieri si pensava che il minorenne fosse, tutto sommato, pacifica, magari un pò discola, oggi vediamo che ci sono casi di lesioni gravissime o di omicidi commessi da minorenni, per non parlare di aggressioni sessuali fatte da donne anche in modo programmato, come è emerso nelle ultime indagini o episodi con persone che circondano le donne o ne abusano. Credo che una maggiore severità nell’applicazione delle leggi nei confronti dei minori sia necessaria».

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Carlotta Bazza (Pd): «E’ più tranquillo di chi la scorta non ce l’ha»

«Per quanto ci pensi, non riesco a mettere a fuoco le parole di Nordio, dice infatti il Ministro “Treviso era una città sicura e felice, ora le persone hanno paura ad uscire di casa”. A che titolo parla? Come cittadino? Come ministro? Come politico di Fratelli d’Italia? Mi rendo conto che c’è bisogno di fare fare un po’ di chiarezza nelle sue varie identità, perché, se parla come cittadino, si potrebbe anche capirlo, anche se a dirla tutta, le volte che lui esce di casa e si muove nella sua città, è accompagnato da una scorta, perché Nordio oltre che un nostro concittadino, è anche un ministro, e quando passeggia per Treviso, dal suo punto vista è più tranquillo di chi la scorta non ce l’ha». Nella polemica di questi giorni si inserisce anche la consigliera comunale del Pd, Carlotta Bazza, che punta il dito contro il ministro meloniano e le sue ultime uscite.

«Vorrei però sottolineare che quando il ministro dice che Treviso la ricorda come un’oasi felice mi fa venire in mente più un nonnino indifeso capace solo di rimpiangere i bei tempi andati, Nordio però è Ministro di Grazia e Giustizia e l’Ordine pubblico è invece una delle molte responsabilità che il suo Dicastero dovrebbe avere. Non accetto però questo vero e proprio stigma su Treviso come cittadina e soprattutto, non lo accetto come consigliera, naturalmente senza scorta» continua Bazza «Treviso ha sempre avuto fama di città tranquilla, certamente, nella post-pandemia, come molte città italiane la sua popolazione più in difficoltà subisce tutti gli effetti di una difficile crisi economica, con i relativi problemi di disagio giovanile, come è cronaca di ogni giorno per tutte le città italiane. Ma da qui a vedere che un Ministro della giustizia arrivi a dipingere la sua città come un far west ne corre. Questo amplificare su un piano nazionale un problema comune a molti altri centri, come se Treviso fosse un luogo in cui le persone sono infelici e insicure a uscire di casa, non fa bene alla città, non fa bene al nome della città, non fa bene alle sue attività commerciali e turistiche. Il problema è serio e non va affrontato con allarmismi che possono solo creare una brutta nomea alla nostra bella città, va invece preso di petto con soluzioni chiare e concrete, soprattutto da parte di chi, come Nordio, è parte politica rilevante di questo governo, e ne avvalla tutte le scelte in materia di Giustizia. Invece sentenzia su Treviso, e quindi sulle inevitabili responsabilità del suo Sindaco, solo per portare acqua al suo mulino politico, in vista della delicata partita delle regionali. E questo, per dire, non sembrerebbe dover rientrare tra i compiti di un Ministro, che dovrebbe avere molti e più pressanti impegni riguardanti lo stato della giustizia italiana. Invece entra a gamba tesa, col peso della sua carica, in una contesa politica locale, inaugurando di fatto la vera e propria campagna elettorale, piegando a fini politici le reali preoccupazioni dei cittadini e dei commercianti. 

«L’unica soluzione che propone è quella di convertire caserme e condomini dismessi in strutture detentive per i minori. Pezo el tacon del sbrego» chiude Bazza «Proprio lui che non riesce a dire una parola sull’istituto Penale per Minori della sua città, in cui i ragazzi detenuti, già in una condizione di per sé difficile e poco dignitosa a causa del sovraffollamento, vivono una allarmante situazione di degrado, dove la missione di recupero e rieducazione del carcerato, ancor più minore con tutta la vita davanti, risulta impossibile da realizzare. Semmai caserme e palazzi dismessi dovrebbero essere convertiti in spazi sociali e culturali dove i ragazzi possano trovare nella cultura e nella socialità dei veri luoghi di confronto e di crescita. E ancora questo non basterebbe perché ovviamente la situazione del disagio giovanile è molto più complessa e il Decreto Caivano si è dimostrato una risposta giusta solo per riempire le carceri di minori. Ma davvero un ministro di questo governo può arrivare a tanto? Siamo fratelli d’Italia o mio Fratello è sempre e soltanto figlio unico?».



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