Ogni tanto qualcuno pensa alla via Roma

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Via Roma a Ragusa, una volta via principale della città ed epicentro della vita sociale e commerciale della città resta il simbolo di un centro storico superiore vittima della più assoluta desertificazione commerciale e residenziale, ormai allargata, a macchia d’olio, su tutte le vie che vi confluiscono, via Salvatore, via Sant’Anna, corso Vittorio Veneto e corso Italia.
Via principale che assurge a simbolo di una città avviata, da tempo, per l’incapacità degli amministratori, verso un declino che, alla luce della mancanza di interventi validi, comincia a diventare problematico e irreversibile.

Un gruppetto di consiglieri comunali di minoranza, che si autodefinisce, come mittente di un comunicato stampa, ‘GRUPPO CONSIGLIERI COMUNALI RAGUSA’ lanciano la proposta sperimentale di aprire la traffico veicolare la via Roma.
Protagonisti dell’iniziativa, che, forse, sarà affiancata da un Atto di Indirizzo rivolto all’amministrazione comunale e sottoposto al civico consesso, iniziativa diffusa attraverso il comunicato stampa e preceduta da un video diffuso sui social, i consiglieri Federico Bennardo, Rossana Caruso, Sebastiano Zagami e Gaetano Mauro.
Un gruppetto composito, formato dai tre consiglieri di maggioranza passati all’opposizione, fra i quali la vicepresidente del Consiglio comunale, Caruso, che farebbero riferimento alla DC di Ignazio Abbate e di Totò Cuffaro, riferimento certo e dichiarato di Caruso e Zagami, non certo e non dichiarato di Federico Bennardo.
Gruppetto al quale si è aggregato, per l’occasione, il consigliere di minoranza, dalla prima ora, Gaetano Mauro di Generazione Ragusa. Pensavamo che il consigliere Mauro si occupasse solo di questioni più interessanti, e la sua storia consiliare ne è testimone.
Le espressioni più giovani del Consiglio Comunale, sulle quali la città potrebbe confidare per una azione amministrativa più seria e svincolata dalle catene della politica tradizionale, che ha avvinghiato, ormai, anche il falso civismo del sindaco Cassì e della sua truppa, sono purtroppo protagoniste di iniziative che, spesso, destano non poche perplessità.
Si sorride ancora per l’ingenua iniziativa dei consiglieri Sortino e Mezzasalma per chiedere al sindaco di pretendere, dal Presidente della Regione, le stesse somme riservate all’aeroporto di Trapani.
Ora questa iniziativa per l’apertura al traffico di via Roma che mostra tutti i limiti, per come è posta, di un provvedimento viabilistico che non può essere scisso da innegabili questioni di sicurezza, di verifica degli effettivi benefici, se avulso da indispensabili misure da adottare nel quadro di un approccio più ampio e competente alla materia.
Se l’iniziativa e il video sono fatti per cercare di carpire visibilità e consenso presso i pochi commercianti della via, non serve per quello che si può ottenere, sia per il nutrito gruppetto come pure in termini di opposizione alle politiche dell’amministrazione.
Invece di attaccare il sindaco e gli assessori competenti, anche della precedente giunta, per il fallimento delle politiche commerciali per la via – una su tutte l’inefficace iniziativa delle incentivazioni per nuove attività commerciali, peraltro inopinatamente allargata a vie che con il centro storico non hanno nulla a che fare e, segnatamente, con la via Roma, inefficace anche per l’esiguità del contributo singolo – invece di portare all’attenzione dei cittadini l’assenza di qualsivoglia politica urbanistica per il centro storico, l’inadeguatezza delle agevolazioni per il ripopolamento commerciale e residenziale del centro, c’è questo teatrino per una proposta che non regge.
Non regge, intanto per questioni di sicurezza, una via che, per come è stata trasformata, non ha marciapiedi o delimitazioni di sorta per separare il traffico veicolare da quello pedonale.
Una proposta che non regge perché il passaggio delle vetture potrebbe portare a episodi di sosta selvaggia, che potrebbe mettere a rischio la pavimentazione in calcare, come avvenuto in altre vie della città, una proposta che non è detto possa incentivare la vivibilità della via e di quelle adiacenti.
Casomai, si dovrebbe partire dall’eliminazione della sosta a pagamento in centro, occorrerebbe trovare il modo di richiamare in zona marchi celebri, anche le eccellenze del territorio e della città, con agevolazioni mirate e non favorire il sorgere di attività improvvisate, senza esperienza, che ti fanno pagare due aperitivi 40 euro.
In ogni caso, la comunque rispettabile proposta dell’apertura al traffico, da sola, non può costituire soluzione ai problemi, nemmeno come propedeutica ad altri interventi.
Da scartare anche l’ipotesi delle chiusure al traffico temporanee, questa amministrazione, come per le ZTL, ha dimostrato di saper fare solo confusione, con il risultato di allontanare definitivamente la gente che non può essere costretta a prendere una laurea per capire cosa è consentito e cosa no.
Eccessiva la pretesa di poter definire l’iniziativa “Una metamorfosi per il centro storico, nostalgica dimora aristocratica (?!?), pronta a fungere da catalizzatore per il recupero dell’intero quartiere e da incubatore di nuove imprenditorialità commerciali”
Non si comprende, peraltro, quali benefici ha potuto apportare l’apertura del piccolo tratto da via Salvatore, prima e da via Sant’Anna dopo, che possono avere avuto effetti solo per il parcheggio sul Ponte Nuovo e per snellire il traffico nella parte sottostante via Roma, comunque ingessata dalla chiusura della via Mario Rapisardi, per la quale nulla dicono i consiglieri.
Per chiudere, i consiglieri dicono che l’obiettivo “è quello di trovare una soluzione condivisa e sostenibile che rilanci via Roma come punto nevralgico della città, in grado di attrarre nuovi visitatori e rivitalizzare il commercio locale”. Ma non si comprende cosa dovrebbero visitare i visitatori e quale commercio locale potrebbe essere rivitalizzato.
Certi fenomeni sono ormai cronici e irreversibili: nella vicina Modica chiudono ristoranti stellati, addirittura un noto locale pubblico si sposta dal centro storico alla Sorda e accusa notevoli benefici in termini economici, i fenomeni vanno prevenuti, monitorati e servono misure tempestive.
A Ragusa, da sette anni si assiste al declino e ci sono, a tutt’oggi, solo parole, proclami e progettualità tutta da scoprire.
Ma di questo, stranamente, forse perché in prossimità di grandi mutamenti politici, nessuno si occupa.


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