Lobby green, tutti i nuovi altarini europei

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Prosegue il botta e risposta tra europarlamentari e Ong green dopo lo scoppio del Timmermans-gate. Reso noto che organizzazioni come Wwf, Slow Food e ClientEarth usavano i finanziamenti europei anche per fare attività di lobbying, pure il Ppe, che sguazza nello “scandalo”, non può dirsi immune agli attacchi. Tutte le novità

 

L’inchiesta del quotidiano olandese De Telegraaf ha attirato l’attenzione su quanto succedeva a Bruxelles circa le pressioni esercitate dalle Ong green per promuovere i piani verdi dell’ex commissario socialista Frans Timmermans anche grazie ai finanziamenti dell’Unione europea.

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Il Partito popolare europeo (Ppe), che durante la campagna elettorale per le ultime elezioni europee, ha chiesto “maggiore responsabilità e trasparenza per le Ong, in particolare per quelle che accedono ai finanziamenti dell’Ue”, ci si è subito tuffato.

Tuttavia, l’europarlamentare tedesca del Ppe Monika Hohlmeier, che ieri è intervenuta sulla questione alla sessione plenaria di Strasburgo, a detta del Corporate Europe Observatory, riceve ogni anno 75.000 euro da un’azienda agroalimentare che a sua volta beneficia di 6,5 milioni di euro provenienti dallo stesso fondo Ue che sostiene le Ong green.

L’INCHIESTA SULLE LOBBY GREEN

Organizzazioni come Wwf, Slow Food, ClientEarth e molte altre hanno ricevuto sovvenzioni europee attraverso il programma Life, uno strumento di finanziamento dell’Ue per l’ambiente e l’azione per il clima, che stanzia 5,4 miliardi di euro di finanziamenti tra il 2021 e il 2027.

Tra le attività che ci hanno svolto almeno fino allo scorso novembre c’erano anche quelle di advocacy e lobbying, per cui però – in seguito alle crescenti pressioni sulla Commissione Ue affinché riveda le sue politiche ambientali – hanno ricevuto da Bruxelles la richiesta di interromperle per non compromettere la reputazione dell’Unione.

LA LETTERA DELLE ONG

Alla richiesta di Bruxelles, il 5 dicembre scorso, le Organizzazioni della società civile ambientale hanno risposto con una lettera aperta indirizzata alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.

“Con un bilancio di soli 5,4 miliardi di euro per il periodo 2021-2027 (meno dello 0,3% del bilancio totale dell’Ue di 2.000 miliardi di euro se si combinano il Quadro Finanziario Pluriennale e il Next Generation EU), Life offre una serie di benefici sociali di importanza cruciale e crea un sostegno sociale per gli obiettivi dell’Ue. Le sovvenzioni di funzionamento che un certo numero di organizzazioni ambientali europee ricevono per sostenere il loro funzionamento e la loro partecipazione allo sviluppo delle politiche ambientali a livello europeo, a loro volta, rappresentano solo una frazione di questa somma”, scrivono le Ong.

“Le sovvenzioni operative Life per le Ong ambientali e le organizzazioni della società civile – precisano – ammontano a 15,5 milioni di euro all’anno, pari allo 0,006% del bilancio dell’Ue. Questa piccola frazione della spesa dell’Ue contribuisce a far sì che le voci della società civile e delle Ong ambientaliste che chiedono di vivere bene entro i limiti del pianeta siano ascoltate e bilancino altre voci”.

Infine, al contrario di quanto afferma dalla Commissione, le Ong ritengono che grazie al programma Life il loro impegno abbia contribuito “a rafforzare la reputazione dell’Ue come leader mondiale nella necessaria transizione globale verso un futuro decarbonizzato e a inquinamento zero”.

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BOTTA E RISPOSTA A STRASBURGO

Ieri, con la riapertura del caso, durante la sessione plenaria di Strasburgo, l’europarlamentare tedesca del Ppe Monika Hohlmeier, ha alluso al fatto di aver trovato “linee guida per la manipolazione delle procedure legislative nei contratti della Commissione”. “È sconcertante che una Direzione generale sostenga l’inasprimento delle proposte della Commissione attraverso reti di attivisti”, ha dichiarato.

Di tutta risposta il socialista olandese Mohammed Chahim ha ribattuto che “l’ipocrisia sembra prevalere qui”, sostenendo che sarebbe “scandaloso se le grandi e ricche multinazionali [fossero] le uniche organizzazioni che possono fare pressione qui grazie alle loro enormi risorse”. Anche l’eurodeputato svedese della sinistra Jonas Sjöstedt si è detto d’accordo, ricordando le “migliaia di lobbisti che rappresentano le grandi aziende e le associazioni di categoria, e [che] sono loro a dominare Bruxelles”.

HOHLMEIER ALLA CARICA…

Sebbene il commissario europeo per il Bilancio Piotr Serafin abbia ammesso che “è stato inopportuno per alcuni servizi della Commissione […] obbligare le Ong a fare pressioni specifiche sui membri del Parlamento europeo”, ricevendo gli applausi dei legislatori della destra dell’emiciclo, non è stato sufficiente per Hohlmeier, che ha presentato tre richieste all’esecutivo Ue.

In primo luogo, ha detto che “i fondi dell’Ue devono essere spesi per obiettivi chiaramente definiti e in linea con la legislazione europea”. Poi, “dobbiamo essere in grado di monitorare la trasparenza di come vengono spesi i fondi” e infine ha chiesto un audit interno dei contratti tra Commissione e Ong.

…MA RICEVE INDIRETTAMENTE SOLDI DAL PROGRAMMA LIFE

Hohlmeier, però, stando a quanto riferito dal Corporate Europe Observatory (CEO), in quanto membro del Consiglio di vigilanza riceve 75.000 euro all’anno dall’azienda agroalimentare BayWa, a sua volta beneficiaria di 6,5 milioni di euro dallo stesso fondo Ue che sostiene le Ong green. L’organismo di controllo con sede a Bruxelles, accusandola di “ipocrisia”, ha affermato che la decisione dell’europarlamentare di non dichiarare la sovrapposizione nel suo esame del programma Life riflette un conflitto di interessi.

Il CEO è un’organizzazione non-profit che si occupa di raccogliere e documentare le azioni e gli eventuali effetti del lobbismo aziendale sui processi decisionali all’interno dei principali organi dell’Unione europea.

“BayWa, il più grande commerciante di prodotti agricoli in Germania e attivo in numerosi Paesi del mondo, avrebbe anche svolto attività di lobbying presso il Parlamento europeo. Ciò solleva il dubbio che i fondi dell’Ue vengano utilizzati per scopi simili a quelli che Hohlmeier critica quando denuncia i gruppi ambientalisti”, ha scritto in una nota il CEO.

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LA REAZIONE DI CONFAGRICOLTURA

Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura e presidente del Copa, l’organizzazione che unisce le associazioni degli agricoltori in Europa, ha espresso sdegno per lo scandalo sulle lobby green e si attende che ora la Commissione passi dalle parole ai fatti, anche perché ora la maggioranza parlamentare è diversa da quella del primo mandato e “c’è un peso diverso del Ppe e anche dei conservatori”.

“Certo che è stato inopportuno”, ha detto al Foglio riprendendo il termine usato da Serafin. “Ma ancora più inopportune – ha precisato – sono le parole di chi difende Timmermans, dicendo che in democrazia vanno finanziate le Ong perché dall’altro lato ci sono le multinazionali che hanno tante risorse. In democrazia non è possibile un uso compensativo dei soldi di tutti, soprattutto se fatto in maniera poco trasparente […] Noi non abbiamo risorse che non sono nostre e ce ne vantiamo, è un privilegio non vivere delle elargizioni di altri. Ci sentiamo liberi nei confronti di tutti”.



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