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Parlando a cuore aperto, Parsi ha iniziato il suo intervento citando una frase di Oscar Wilde: “Una mappa del mondo che non prevede il paese dell’utopia non merita neppure uno sguardo”. Con queste parole, ha posto l’accento sull’importanza di sognare un mondo migliore e di rendere possibile ciò che spesso viene visto come un ideale irrealizzabile. “Partiamo dicendo che quell’ipotesi è possibile”, ha dichiarato, lanciando un messaggio di speranza e di cambiamento.

Uno dei passaggi più incisivi del suo intervento è stato il commento sullo stato di salute mentale dei leader mondiali. Parsi ha sottolineato con forza come molte delle figure di potere, citando esempi come Trump, Putin, Xi Jinping e altri, non sembrino aver mai affrontato un “esame di equilibrio e di sostenibilità mentale” per poter gestire le emozioni e le sfide a livello globale. “Chi governa il mondo”, ha affermato, “dovrebbe essere sottoposto a un esame per poter contenere senza confondersi le sofferenze e le difficoltà degli altri”. Il suo messaggio è stato chiaro: la vera sostenibilità parte da una cura profonda di sé, prima di poter prendersi cura degli altri.

Ma Parsi non si è fermata alla politica; ha allargato il discorso alla famiglia, che, secondo lei, è la prima vera “azienda” della società. “La sostenibilità dei rapporti umani all’interno della famiglia dipende da qualcosa di molto importante: una precisa mappatura”, ha detto, spiegando che la storia familiare e le dinamiche intergenerazionali giocano un ruolo cruciale nella formazione dei legami. La psicoterapeuta ha messo in evidenza l’importanza di educare i figli in un ambiente che sostenga il loro sviluppo emotivo, psicologico e fisico, con attenzione a tutti gli aspetti della vita: “Le coppie, quando diventano coppie genitoriali, devono avere la capacità di sostenere ciò che verrà poi, a livello di spazi ambientali, alimentazione, salute, istruzione”.

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Sul tema della scuola, Parsi ha lanciato una provocazione importante, suggerendo una vera e propria trasformazione delle istituzioni educative italiane. “Le scuole italiane sono 48.000 tra pubbliche e private, ma se non trasformiamo anche quelle in difficoltà estrema, queste strutture non serviranno mai come centri culturali di sviluppo”, ha affermato. L’idea di Parsi è che ogni scuola diventi un centro polivalente aperto tutto il giorno, capace di offrire supporto alle famiglie e ai ragazzi, con personale qualificato pronto a rispondere ai bisogni educativi, psicologici e sociali del territorio. “Ogni scuola dovrebbe avere una biblioteca, un magazzino di materiali educativi inutilizzati, e un rapporto diretto con il territorio”, ha proseguito. Una proposta che ha un chiaro obiettivo: creare un ambiente in cui le future generazioni possano crescere e formarsi, non solo a livello accademico, ma anche culturale e sociale.

Parlando della sostenibilità più in generale, Parsi ha sottolineato l’importanza di guardare al futuro con una nuova prospettiva, in cui non si tratti solo di rispondere alle necessità materiali, ma anche di favorire il benessere psicologico ed emotivo. “La sostenibilità non è solo un concetto ambientale, ma deve essere un percorso che coinvolge la mente, il corpo e l’anima”, ha detto, parlando di un cambiamento profondo che deve partire dall’individuo e diffondersi nella collettività.

Un passaggio fondamentale nel suo discorso è stato il riferimento al ruolo cruciale delle donne nella costruzione di una società più equilibrata e sostenibile. Parsi ha ricordato come, nella tradizione giudaico-cristiana, “la madre è il punto di riferimento per la vita, è il corpo che dà vita a ogni forma umana”. Ha poi enfatizzato che “se le donne sono infelici, è infelice l’umanità”, ricordando come il benessere femminile sia alla base della sostenibilità sociale. La psicoterapeuta ha fatto un richiamo forte al fatto che le donne devono essere valorizzate, supportate e libere di esprimere pienamente il loro potenziale, altrimenti le disuguaglianze e le sofferenze sociali continueranno a perpetuarsi.

Nel finale del suo intervento, Parsi ha richiamato l’attenzione sulla sostenibilità del mondo virtuale, esortando a “governare il mondo virtuale” e ad educare le nuove generazioni a non essere succubi delle informazioni distruttive che spesso vengono trasmesse dai media. “Non possiamo continuare a permettere che i giovani siano esposti a contenuti negativi e violenti sui social. La sostenibilità, in questo caso, significa anche educare a un uso consapevole e critico delle tecnologie”, ha concluso.



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