“La Bella Vita” e la Piombino del futuro: oltre la monocultura ma l’industria rimane un settore centrale – Video

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Conto e carta

difficile da pignorare

 


PIOMBINO. A guardare quelle scene sembra di assistere alla fine della parabola dell’industria dell’acciaio di Piombino. L’ultimo passo della crisi della città fabbrica e la disgregazione dell’identità operaia. Sì, certo, sembra vero. All’epoca, però, nessuno avrebbe pensato che, dopo più di trent’anni, la città si sarebbe trovata di nuovo a un punto di partenza. Lo stesso punto di partenza.

Il film e il contesto

Del resto i punti di contatto tra la finzione e la realtà sono sottili come un coils: una multinazionale (giapponese nel film) mette la mani sulla fabbrica, Bruno va in cassa integrazione assieme a 800 operai (sono 810 gli operai messi in cassa integrazione a zero ore proprio in questi giorni, 1.310 in tutto), la capannina sulla spiaggia simbolo di una svolta turistica che nella città toscana si è consumata solo in parte.

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

E, in generale, una nebbia sul futuro che neanche dopo più di un trentennio accenna a diradarsi. Più fitta dello spolverino. Insomma, per certi aspetti a Piombino La bella vita non sembra mai giunta ai titoli di coda, neanche dopo lo spegnimento e l’abbattimento dell’altoforno. Oggi (23 gennaio), a distanza di anni, Il Tirreno ha provato a guardare indietro nel tempo dalle poltroncine del cinema teatro Metropolitan e, al tempo stesso, ha cercato di allungare lo sguardo verso il futuro. Un futuro che va oltre la monocultura industriale di una fabbrica che non esiste più, ma che comunque potrebbe essere fatto anche di acciaio.

I talk

Di questo si è parlato nel corso del talk economico coordinato dal giornalista del Tirreno Manolo Morandini al quale hanno partecipato, oltre all’assessora al lavoro e alla attività produttive, le aziende del polo siderurgico. Francesca Pisa, direttore comunicazione Europa Tenaris, ha spiegato come, pur in un’ottica di diversificazione del sistema economico di un territorio, l’industria continui ad avere un’importanza fondamentale: «la crescita di un territorio – ha specificato – ha nell’industria una grande forza propulsiva. Non solo. L’industria innovativa crea posti di lavoro di qualità. E soprattutto è nell’industria che si continua a creare innovazione». Insomma, la sfida è proprio questa. Un’industria più sostenibile dal punto di vista ambientale che sappia convivere con altre economie. E non la fabbrica dickensiana citata da Paolo Virzì nel suo video di saluto al pubblico del Metropolitan, «uguale agli stabilimenti della prima rivoluzione industriale».

Piombino attende da una vita di voltare questa pagina, ma non ci è mai riuscita. Ora in ballo c’è un progetto di rilancio basato su una condivisione della medesima area industriale di due multinazionali: Jsw che si dedicherà alla produzione di prodotti lunghi (rotaie) e Metinvest – Danieli, intenzionata a realizzare una nuova acciaieria elettrica per la produzione di piani (coils). Si attende la firma di due accordi di programma, nel frattempo l’attesa i è ammortizzata dalla cassa integrazione. Il traguardo sta nel far ripartire Piombino, il cui polo dell’acciaio, oltre a Jsw e Metinvest, può contare su Tenaris e su Liberty Magona. L’amministratore delegato di Metinvest Luca Villa non ha potuto partecipare all’evento del Tirreno, perché bloccato a Londra per degli impegni. Presente, in collegamento, il presidente di Jsw Steel Italy, Marco Carrai.

Gli interventi

«Sarebbe ingiusto non partire da un’autocritica – ha spiegato Carrai – quando Jsw ha preso in mano l’area di crisi complessa di Piombino era un gruppo indiano-centrico, subentrato in accordo di programma fatto per tutt’altro. Abbiamo avuto la colpa di non capire bene quale fosse il contesto dell’epoca. Ma negli ultimi anni, con tutti i problemi del caso, stiamo riuscendo a focalizzare e a ottenere dei parziali successi, anche se non è facile parlare di successi, pur parziali, quando ci sono tanti lavoratori in cassa integrazione. Abbiamo approvato il nostro piano industriale, che vuole fare di Piombino non solo un polo per la produzione di rotaie, ma anche un polo di ricerca e sviluppo di tutto ciò che attiene alla sistemistica ferroviaria. Proprio oggi abbiamo lavorato alla variante puntuale che porterà al revamping del treno rotaie». Insomma, per coloro che hanno partecipato al talk economico, proprio prima dell’inizio del film, Bruno (il protagonista interpretato da Claudio Bigagli) non dovrà per forza cambiare vita (lasciare la fabbrica per aprire uno stabilimento balneare). In città i lavoratori, dopo anni di delusione, si fidano il giusto. Solo il tempo, a Piombino, stabilirà chi avrà ragione. Magari senza aspettare altri trent’anni.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Richiedi prestito online

Procedura celere

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link