Sul cruscotto dei Giochi del Mediterraneo si spegne la spia rossa per Massafra, Castellaneta e Mottola, ma resta accesa per Taranto. Tant’è che il Comune di Taranto è stato convocato dal commissario Massimo Ferrarese per il pomeriggio di lunedì per un punto di situazione. I tre Comuni della provincia non correrebbero più il rischio di essere sostituiti dal commissario nelle procedure di appalto, mentre per Taranto la criticità non è più solo il centro sportivo Magna Grecia destinato a ospitare otto campi da tennis (importo di poco superiore ai 7 milioni), ma anche il PalaMazzola (pallavolo maschile e ginnastica, importo 4 milioni), il campo di calcio comunale Talsano (calcio e allenamento, 4 milioni), il campo scuola Salinella (atletica leggera, 3 milioni), e la Villa Peripato (pallacanestro 3×3, un milione).
Meno problematica appare la situazione dello skatepark nel rione Salinella, opera da 5 milioni e 300mila euro. Tranne Magna Grecia e skatepark rientrati nel secondo masterplan dei Giochi sbloccatosi in agosto, tutti gli altri impianti stanno nel primo masterplan approvato il 16 aprile dal Governo e bollinato dalla Corte dei Conti alla fine dello stesso mese. A questo punto, bisogna fare un passo indietro e risalire all’inizio del 2024, quando la struttura commissariale ipotizzava la possibilità che il decreto che dava il via libera al primo masterplan potesse arrivare tra febbraio e marzo in modo da lanciare le gare a giugno.
Cosa succede
In realtà il masterplan ha avuto l’ok dopo e quindi da giugno 2024 la tempistica è stata aggiornata. Il Comune di Taranto, per le opere di sua competenza, ha proposto gennaio 2025, solo che adesso siamo arrivati e il Comune propone un ulteriore slittamento non essendo pronto per l’affidamento dei lavori. E cioè aprile per il campo scuola Salinella e la Villa Peripato, maggio per il PalaMazzola, il campo di Talsano e il centro Magna Grecia e febbraio per lo skatepark, il cui progetto è andato in verifica tecnica.
Se passasse questa tempistica, le opere del Comune finirebbero a giugno-luglio 2026, praticamente a ridosso dell’inaugurazione dei Giochi che avverrà a fine agosto. Ma è un ruolino di marcia che commissario e tecnici della struttura non condividono. Il ragionamento che si fa è che se è vero che il primo masterplan è arrivato dopo rispetto alle previsioni iniziali, comunque è uno slittamento di circa tre mesi, mentre Palazzo di Città non ha calcolato uno slittamento analogo per i suoi adempimenti, e quindi proporzionale, ma è andato oltre.
E adesso andare da gennaio ad aprile-maggio come propone il Comune, significa spingersi ancora oltre. In proposito, si fa un raffronto con le opere più grandi dei Giochi. Stadio Iacovone, stadio del nuoto e PalaRicciardi – impianti, rispettivamente, da 60 milioni, 40 milioni e 23 milioni e 800mila euro – sono stati finanziati tra primo e secondo masterplan, le gare lanciate a fine agosto – dopo che il decreto dei ministri per il secondo masterplan ha avuto la registrazione della Corte dei Conti -, gli appalti assegnati e i cantieri di stadio del nuoto e Iacovone aperti.
Perché – è la domanda che ci si pone – se è stato possibile serrare i tempi per gli impianti più impegnativi, non è stato fatto altrettanto per quelli meno complicati? Probabilmente c’è un problema nell’avanzamento delle progettazioni. A proposito, potrebbe rientrare il caso Magna Grecia. L’appalto per la redazione del Pfte (Piano di fattibilità tecnico-economica) è in stand by perché uno dei soggetti che costituiscono il raggruppamento professionale temporaneo che se lo è aggiudicato su gara bandita dal Comune, è risultato non avere in regola il Durc, il Documento unico di regolarità contributiva. Sarebbe stato però accertato che il Durc irregolare è dovuto ad un recente, mancato versamento Inps del soggetto in questione, aspetto, questo, sanabile in quanto recente.
E quindi vengono meno le ipotesi che si stavano vagliando, ovvero togliere dal raggruppamento il soggetto con il Durc irregolare, oppure attribuire la progettazione del Magna Grecia al secondo classificato. Resta tuttavia il problema che il Magna Grecia arranca, così come arrancano gli altri progetti citati. E se è vero che sono opere ritenute ancora fattibili in un anno, non è tuttavia da escludere che su Magna Grecia, campo di Talsano e PalaMazzola il commissario possa fare valutazioni diverse. Ovvero sostituirsi al Comune.
La piega che prenderà la situazione la si capirà lunedì. Rientrati invece i problemi di Mottola e Castellaneta, che hanno affidato i lavori per i rispettivi palazzetti, mentre Massafra (adeguamento dello stadio) ha ottenuto i pareri, che mancavano, del Coni e dei Vigili del Fuoco e quindi può far avanzare l’iter.
Infine, per lo Iacovone la Impresit ieri aveva demolito quasi tutto l’anello inferiore di una delle due curve, adesso si valuterà se l’impresa deve potenziare gli escavatori all’opera, mentre la Seli si metterà al lavoro per la ristrutturazione tra il 10 e il 15 febbraio. E il 10 febbraio la Ferraro avvierà lo scavo delle piscine olimpioniche.
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