Altri addii nella sanità, chi lascia (e chi subentra)

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Lasciano il Ministero della Sanità l’ex direttore della Prevenzione Vaia e il capo del legislativo. Negli ultimi mesi gli addii di Mantoan (Agenas) e Palù (Aifa)

Negli ultimi mesi il mondo della sanità italiana è stato teatro di importanti cambiamenti nei suoi vertici. Tra dimissioni improvvise, avvicendamenti e scelte strategiche, il ministero guidato da Orazio Schillaci e importanti istituti hanno visto un ricambio significativo di figure chiave. Ecco un punto sulle ultime novità.

FRANCESCO VAIA, L’ADDIO DEL GRANDE ESCLUSO

Il professor Francesco Vaia, ex responsabile della Prevenzione del Ministero della Salute ed ex direttore dello Spallanzani di Roma, ha deciso di lasciare il dicastero per “tornare sul campo”. “Ho scelto di occuparmi delle persone, soprattutto di quelle che più hanno bisogno” ha spiegato con un post sui social, sottolineando il suo nuovo impegno con l’Autorità Garante Nazionale per promuovere i diritti umani e l’inclusione sociale.

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Vaia era stato tra i candidati a capo del nuovo Dipartimento della Prevenzione e della Ricerca, ma la nomina è andata poi a Maria Rosaria Campitiello, passata dalla segreteria tecnica del ministro alla guida di uno dei Dipartimenti chiave, a seguito della riorganizzazione del dicastero voluta dallo stesso Schillaci. Una scelta che aveva alimentato anche polemiche sul piano politico, considerato che Campitiello è la compagna del viceministro agli Esteri Edmondo Cirielli .

Secondo molti osservatori, Vaia ha pagato lo scotto di un contesto politico complesso e delle critiche sollevate per alcune sue proposte, come la bozza del piano pandemico contenente misure restrittive. La nomina della Campitiello è stata interpretata come una decisione più politica che tecnica. Bisogna vedere adesso chi sarà nominato alla Direzione generale Prevenzione.

CAMBIO ALLA GUIDA DELL’UFFICIO LEGISLATIVO DEL MINISTERO, ARRIVA ANDREA GIORDANO

Un’altra posizione cruciale per il governo della sanità è cambiata la scorsa settimana: Massimo Lasalviacome era stato anticipato da quotidianosanita.it – ha lasciato la guida dell’Ufficio legislativo del ministero. Subentra il magistrato della Corte dei Conti Andrea Giordano, una figura di grande esperienza.

Giordano, già Avvocato dello Stato, è professore universitario in materie giuridiche ed economiche e ha ricoperto incarichi di alto livello presso vari ministeri, tra cui quello dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. È stato inoltre presidente del Collegio dei Revisori dei Conti dell’Università di Messina e giudice del Tribunale Federale Nazionale della Figc.

DA PALU’ A MANTOAN, LE DIMISSIONI ECCELLENTI DEGLI ULTIMI MESI

Quelli di Vaia e Lasalvia sono soltanto gli ultimi di alcuni addi nel mondo della sanità e del ministero, tra motivi personali e politici. Lo scorso anno, febbraio 2024, Giorgio Palù, presidente dell’Aifa, annunciò le sue dimissioni. “La mancata sintonia col ministro e l’assenza di risposte dal Governo mi costringono a lasciare” aveva spiegato in una riunione informale con il cda. L’addio di Palù, avvenuto a sole tre settimane dalla sua riconferma, rappresentò il culmine di un lungo tira e molla sulla riforma della governance dell’Agenzia. Al suo posto Schillaci nominò Robert Giovanni Nisticò.

A fine dicembre, altre dimissioni a sorpresa: quelle del direttore generale di Agenas, Domenico Mantoan. La decisione, comunicata l’ultimo giorno dell’anno, è legata alla volontà di andare in pensione anticipata, evitando le penalizzazioni previste dalla nuova normativa previdenziale. Mantoan, 67 anni, è stato una figura chiave per la sanità italiana.

IL PRIMO ADDIO, QUELLO DEL CAPO DI GABINETTO MORACE PINELLI

Ad aprire le danze, nell’ottobre 2023, fu Arnaldo Morace Pinelli, allora capo di gabinetto del Ministero della Salute. Le sue dimissioni sembra siano state dovute a incomprensioni con il ministro Schillaci. L’addio arrivò in un momento cruciale, proprio mentre il Consiglio dei Ministri si apprestava a varare una manovra economica da tre miliardi di euro per la sanità.

Questi avvicendamenti riflettono tensioni e sfide che attraversano il mondo della sanità italiana, tra dinamiche politiche, riforme necessarie e pressioni esterne. 

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