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NEW YORK\ aise\ – Si è conclusa la missione di cinque giorni in Siria di Ted Chaiban, vicedirettore generale dell’UNICEF per l’azione umanitaria e le operazioni di rifornimento. Durante la missione Chaiban si è confrontato con le autorità di transizione, le comunità, il team delle Nazioni Unite, i partner, i genitori e i bambini di Damasco, Aleppo e Idleb.
“È emerso un messaggio chiaro”, riferisce: “c’è speranza per un futuro migliore, ma per spianare una strada solida verso la ripresa e cogliere questa opportunità rarissima/che si presenta una volta nella generazione, è necessario un impegno immenso e coordinato a livello nazionale e internazionale. Fin dall’inizio, le autorità e i partner internazionali devono dare priorità a un periodo di transizione inclusivo che affronti le vaste sfide derivanti da oltre un decennio di conflitto incessante, che ha lasciato molte città, villaggi e infrastrutture critiche in rovina e milioni di persone sfollate”.
“La Siria rimane una delle situazioni umanitarie più complesse al mondo”, afferma Chaiban. “Milioni di bambini e famiglie continuano ad affrontare condizioni terribili in un contesto di instabilità e di lenta ripresa. Si stima che 16,7 milioni di persone, tra cui 7,5 milioni di bambini, abbiano bisogno di assistenza umanitaria. Più di 7,2 milioni di persone sono ancora sfollate, molte delle quali sopportano inverni rigidi in rifugi di fortuna. La continua crisi economica ha spinto più dell’85% delle famiglie in povertà”.
Come ha affermato il vicedirettore UNICEF, “quasi il 40% degli ospedali e delle strutture sanitarie sono parzialmente o completamente non funzionanti. Quasi 13,6 milioni di persone necessitano di servizi idrici, sanitari e igienici migliori. 2,4 milioni di bambini sono fuori dalla scuola e un altro milione rischia di abbandonarla, privandoli potenzialmente di opportunità per un futuro migliore e ostacolando la ripresa del Paese”.
“Infine, ma non meno importante”, sottolinea ancora Chaiban, “i bambini sono stati esposti a violenze orribili e continuano ad avere problemi di protezione. Negli ultimi 13 anni, le Nazioni Unite hanno verificato circa 25.500 gravi violazioni in Siria, tra cui il reclutamento di bambini e l’uccisione e la mutilazione di bambini. La creazione di un ambiente protettivo per i bambini è un’esigenza urgente. Alcune di queste privazioni sono state esemplificate durante la mia missione a Ma’arrat al Nu’man, una città che un tempo era fiorente con quasi 100.000 residenti, ma che ora si trova in un silenzio inquietante. È una città fantasma, segnata da quasi 14 anni di conflitto incessante. Il livello di distruzione è sconcertante: i servizi pubblici e le infrastrutture sono in rovina. Eppure”, racconta Chaiban, “in mezzo a questa devastazione, ho incontrato famiglie determinate a tornare e a ricostruire le loro vite. La loro resilienza è di grande ispirazione, ma non possono farcela da sole. Un’azione immediata è fondamentale per ripristinare i servizi essenziali e creare le condizioni per un ritorno sicuro e dignitoso”.
“Questo ritorno sicuro”, sottolinea, “non può essere raggiunto senza un’intensificazione degli sforzi di sminamento umanitario per rimuovere i 324.000 ordigni inesplosi (UXO) sparsi nel Paese. Queste minacce invisibili sono diventate la principale causa di vittime infantili in Siria, uccidendo o ferendo più di 116 bambini solo nel dicembre 2024”.
Il vicedirettore generale UNICEF ha incontrato Abdo, 18 anni, che ha perso un arto a causa di un ordigno esplosivo nel 2020, all’età di 14. Anche suo padre ha perso la vista nell’incidente. “Grazie al supporto dell’UNICEF, Abdo ha ricevuto assistenza in denaro, sostegno psicosociale ed è stato indirizzato alla formazione professionale e all’assistenza protesica. È uno dei tanti bambini colpiti in Siria”.
In Siria Chaiban ha assistito a una notevole solidarietà tra le comunità siriane che si sono sostenute a vicenda. Tuttavia, evidenza, “l’immensa portata dei bisogni, sommata alle vulnerabilità preesistenti e alla pressione sui servizi sociali, ha messo sotto pressione il tessuto sociale. Questo aspetto deve essere affrontato con attenzione nei piani per il periodo di transizione e nella risposta umanitaria e di ripresa. Le donne e le ragazze adolescenti devono essere in prima linea in questa transizione, contribuendo a plasmare la nuova Siria con ruoli di primo piano nel governo, nelle imprese, nell’assistenza umanitaria e in altre attività di costruzione della comunità”.
L’UNICEF rimane impegnato a sostenere la Siria nel suo percorso di ripresa e ricostruzione, soprattutto nell’unire gli sforzi per dare priorità al benessere e al futuro dei suoi bambini. “Nell’ultimo anno”, ricorda il vice direttore, “abbiamo contribuito a sostenere importanti sistemi idrici che hanno permesso a più di 7 milioni di persone di avere acqua pulita e sicura. Quasi 1 milione di bambini ha avuto accesso a opportunità di istruzione formale e non formale. Abbiamo fornito vaccini essenziali a 470.000 bambini, la metà dei quali bambine, salvaguardando il loro futuro”.
Per Chaiban, “affinché la Siria possa progredire, le autorità provvisorie devono, come hanno indicato, sostenere un processo di transizione inclusivo, che abbracci la ricca diversità della nazione, rispetti tutte le etnie e dia potere a ogni ragazza, ragazzo, donna e uomo. Il rispetto dell’uguaglianza di genere e dei diritti umani deve essere una pietra miliare del futuro della Siria. La comunità internazionale deve agire con decisione, mobilitando risorse per rafforzare questa transizione critica. L’alleggerimento delle sanzioni e la facilitazione delle misure per rafforzare gli sforzi di recupero e ricostruzione possono aprire la strada a progressi duraturi. Il tempo è fondamentale, le aspettative sono alte ed è necessaria una rapida azione collettiva per ripristinare la speranza, la pace e la stabilità”.
“L’UNICEF è pronto a svolgere un ruolo di primo piano laddove l’infanzia è più importante: fornendo competenze in materia di assistenza sanitaria di base, acqua, servizi igienici e sanitari, istruzione e protezione sociale”. Per Chaiban “i bambini della Siria devono rimanere al centro di ogni sforzo. Il loro futuro è in gioco. Insieme”, ha concluso, “cogliamo questa opportunità e agiamo con coraggio per garantire un domani più luminoso a tutti i bambini della Siria”. (aise)





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