CATANZARO Il “cambio di passo” della Regione Calabria nella gestione e nel riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Dà buoni riscontri il Piano regionale approvato dalla Giunta regionale, su proposta del vicepresidente Filippo Pietropaolo: uno stanziamento di oltre 44 milioni, provenienti dai fondi europei e dai fondi Fsc, per finanziare 32 progetti con il coinvolgimento di 27 Comuni. A illustrare i risultati del piano in una conferenza stampa alla Cittadella il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro, che ha la delega nazionale alla gestione dei beni confiscati alla mafia, il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto e lo stesso Pietropaolo. In Calabria – sono i dati emesi in conferenza stampa – sono complessivamente 3.649 gli immobili confiscati, di cui 3004 trasferiti agli enti locali e 449 mantenuti al patrimonio dello Stato, i restanti destinati alla vendita: 1809 sono gli immobili in gestione per iter giudiziario mentre aziende destinate sono 256, per 243 avviata la liquidazione, e 362 sono le aziende in gestione per iter giudiziario.
L’intervento della Ferro
La Ferro ha fatto il punto su un piano anche più generale esprimendo «soddisfazione per quanto messo in campo e per i risultati di una delega che ho fortemente voluto, una delega che ha visto nell’ultimo anno il 46 per cento in più di assegnazioni ai beni confiscati agli enti locali, beni che diventano presìdi importanti per la sicurezza, per la legalità, per il sociale. Questa è una grande sfida alla quale abbiamo affiancato ovviamente anche una sfida culturale con una mostra che ha toccato Roma e Milano e arriverà a Reggio Calabria. Un impegno che ha anche la simbologia importante di uno stato che è più forte delle mafie e restituisce ai cittadini sane e onesti ciò che è stato tolto». La Ferro si è detta «felicissima per l’operato della Regione Calabria, del presidente Occhiuto che ha accettato la mia proposta di inserire questa delega che è stata affidata al vicepresidente Pietropaolo e con il primo protocollo siglato con l’Agenzia nazionale: la Calabria è stata la prima Regione a siglarlo, mettendo in campo azioni di affidamento e di affiancamento ai Comuni, di demolizione e quindi anche di salvaguardia dell’ambiente. Quindi avanti tutta: sono certa – ha rimarcato il sottosegretario all’Interno – che i Comuni calabresi daranno un segnale molto forte dimostrando da quale parte stare e ci daranno le giuste gratificazioni».
L’intervento di Occhiuto
«Credo – ha detto a sua volta il presidente della Regione Occhiuto – che abbiamo dimostrato una determinazione che in passato non c’era nell’utilizzo dei beni confiscati, in più occasioni ce l’ha riconosciuto il ministero dell’Interno. Con questo Piano facciamo un notevole investimento e lo facciamo avendo modificato le regole e prevedendo accordi con le amministrazioni locali in maniera tale da rendere più veloce la spesa di queste risorse».
L’intervento di Pietropaolo
Quindi, l’intervento di Pietropaolo, che ha spiegato nel dettaglio l’iter e le finalità del Piano, con un occhio anche al futuro: «Noi abbiamo realizzato una manifestazione di interesse rivolta ai 145 Comuni che hanno beni confiscati già assegnati dall’Agenzia nazionale invitandoli a presentare dei progetti e indicando dei criteri. Di questi 145 Comuni ne hanno partecipato poco più della metà, e quindi abbiamo selezionato i progetti, progetti che riteniamo validi. La novità importante è che la Regione ha stanziato tra Pr Calabria e Fsc 44 milioni: di questi 44 milioni la gran parte sono già impegnati con questi progetti. Abbiamo poi da parte 18 milioni per finanziare la gestione: è la prima volta che si dà un contributo, un sostegno per i primi tre anni alle iniziative che si attuano. Quello che vorrei chiedere sia al presidente Occhiuto sia al sottosegretario Ferro, che ringrazio per la presenza, è che se avessimo altri 20 milioni riusciremmo a completare, rifare un avviso per incentivare tutti i Comuni a partecipare: sarebbe un segno molto importante sul territorio». Pietropaolo ha poi osservato che «adesso parte una fase di co-progettazione tra la Regione, i Comuni identificati, il Terzo Settore e le Prefetture perché con questa co-progettazione, che ci garantisce la sostenibilità della nostra attività, si identificano esattamente le iniziative che saranno realizzate e sono sempre rivolte al sociale. La co-progettazione è fondamentale, anche con l’individuazione di tavoli con prefetture e forze dell’ordine in modo da evitare il rischio del rientro di soggetti poco trasparenti nel bene confiscato». Pietropaolo ha rivendicato il fatto che «l’amministrazione regionale ha cambiato completamente registro rispetto al passato per superare le criticità con riferimento ai criteri di attivazione delle iniziative e anche dalla gestione dei fondi». (a. cant.)
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