Tutte le perplessità della Filt Cgil sul Piano regionale dei trasporti

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Dilazione debiti

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Un documento di otto pagine per mettere nero su bianco, “tutto ciò che non va nel Piano regionale dei trasporti”. A scriverlo – le osservazioni sono state inviate anche alla Regione, oltre che al sindacato nazionale – è la Filt Cgil Valle d’Aosta, che in una nota spiega anzitutto che “in Valle d’Aosta è necessario risolvere il nodo della rete dei trasporti per rendere più attrattiva la nostra regione”.

Diverse le annotazioni sul cahier des doléances del sindacato riguardanti il Piano: “Sono da evidenziare le priorità degli utenti, la sinergia tra le modalità dei trasporti, l’integrazione tariffaria, dando una risposta definitiva alla domanda sempre più crescente di mobilità collettiva”. Non solo: “Devono essere rafforzati i collegamenti con l’esterno, nell’ottica di una visione globale del trasporto, garantire le coincidenze tra tutti i vettori. Bisogna arrivare ad un piano sostenibile, ecologico e compatibile; gli utenti userebbero meno l’automobile e i turisti sfrutterebbero appieno tutti i collegamenti”.

Il trasporto Ferroviario

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Lato ferrovia, la Filt Cgil segnala come sia “positivo l’avvio dei lavori per l’elettrificazione della linea Aosta – Ivrea per garantire un servizio adeguato ed efficiente, senza rotture di carico nei collegamenti con il Piemonte, la Lombardia, la Liguria. Ci aspettiamo una maggiore regolarità del servizio grazie all’efficientamento degli incroci, ai sistemi di sicurezza e ai nuovi materiali rotabili che saranno più capienti”.

“Vi sarà una sostenibilità del servizio grazie, appunto, all’impiego della trazione elettrica anziché termica e saremo la prima regione italiana ad avere tutte le stazioni accessibili alle persone con mobilità ridotta – dice sempre il sindacato –. È fondamentale che alla riapertura della tratta Aosta – Ivrea vi siano le condizioni per un trasporto merci su rotaia a disposizione delle attività produttive valdostane quali per esempio la Cogne Acciai Speciali, le Acque minerali. Bisogna inoltre progettare un polo della logistica a ridosso del parco ferroviario come già espresso nelle nostre proposte nei vari Piani Regionali dei Trasporti, con il coinvolgimento di tutti i portatori di interessi (Rfi, i vettori del trasporto merci, Confindustria)”.

La riapertura linea ferroviaria Aosta-Pré-Saint-Didier

Verso l’alta Valle, cambia tutto: “Riteniamo assolutamente indispensabile, invece, la riapertura della tratta Aosta – Pré-Saint-Didier, 32 km di linea ormai abbandonata a se stessa e vittima di rifiuti e di degrado”.

Sulla proposta di acquisizione del sedime ferroviario da parte della Regione e riguardo la soluzione di un collegamento Metro Bus da Aosta a Pré-Saint-Didier/Courmayeur/Skyway utilizzando una parte della tratta ferroviaria, la segretaria generale Filt Cgil VdA Cristina Marchiaro spiega: “Riteniamo opportuno mantenere la ferrovia, unica alternativa alla strada, di competenza allo Stato e di Rfi, che ha previsto nel suo piano decennale la riapertura e l’esecuzione dei lavori a suo carico della tratta e del servizio ferroviario a Trenitalia, come previsto dall’appalto in essere per i pendolari, ripristinando anche treni regionali veloci da Pré-Saint-Didier a Torino e Milano, utilizzando da subito i treni bimodali”.

E aggiunge: “L’infrastruttura ferroviaria deve essere ammodernata, inserita nel sistema nazionale ed internazionale dei trasporti ed intesa in continuità dal Piemonte a Pré-Saint-Didier senza rotture di carico ad Aosta. Perciò, vanno effettuati interventi sul sistema ferroviario eliminando le criticità, per garantire la fluidità del servizio in quanto nell’asta di fondo valle devono confluire ed interagire tutte le modalità di trasporto. Inoltre, visto il grande interesse da parte di un turismo dedicato, sarebbe opportuno promuovere, in sinergia con le agenzie turistiche e di settore, l’utilizzo sistematico della ferrovia e degli altri vettori per effettuare itinerari turistici, culturali, archeologici ed enogastronomici (anche con treni storici), in particolare nei fine settimana e nel periodo non scolastico”.

“Per questo – dice ancora la Segretaria –, alla stazione di Pré-Saint-Didier chiediamo, al fine di dare continuità al servizio, di prevedere un hub di interscambio con parcheggio da cui far partire bus di linea ibridi/elettrici/idrogeno per Courmayeur/Skyway e La Thuile. Il servizio di trasporto potrebbe essere affidato a Trenitalia così da proporlo sulle piattaforme di acquisto di biglietti ferroviari”.

La “partita” patrimoniale

Non solo trasporti tout court, perché Marchiaro punta anche su un’altra questione: “Bisogna rafforzare il confronto con la dirigenza di Rfi sul territorio valdostano per affrontare e risolvere tutte le pratiche in materia di patrimonio, progetti di eliminazione passaggi a livello e autorizzazioni varie (rapporti tra RFI, Regione e privati). La segregazione proposta nella stazione di Aosta risulta inaccettabile. Pertanto, si chiede di prevedere un sovrapassaggio accessibile in alternativa al passaggio a raso”.

“Inoltre, con un sottopassaggio nell’ambito della stazione (che potrebbe essere ampliato) e un collegamento stradale (in via Chamolé), risulta inutile un ulteriore attraversamento a raso che andrebbe di fatto a creare una criticità a livello di sicurezza e regolarità di esercizio – dice sempre la segretaria Filt –. Per questo, si deve confermare il ruolo determinante dell’autostazione di via Carrel come punto di interscambio tra treno, trasporto pubblico locale urbano, extraurbano ed internazionale, visti i lavori già previsti di collegamento tra la stazione e il terminal”.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Verso Pré-Saint-Didier, passando per il progetto Fossil Fuel Free

Tornando sul lato ferroviario, la Filt Valle d’Aosta spiega come “la chiusura della tratta ferroviaria Aosta – Pré-Saint- Didier sia in contrasto con le normative”, riferendosi alla legge regionale 22 del 2016 “che prevede il ripristino del servizio ferroviario con oneri a carico di Rfi”, ma anche al Programma Strategico di Interventi per la Ferrovia approvato dal Consiglio Regionale nel 2019.

A questo si aggiunge la Roadmap per una Valle d’Aosta Fossil Fuel Free, “che prevede la riapertura ed elettrificazione della tratta ferroviaria Aosta – Pré-Saint-Didier e al Piano Industriale delle Ferrovie dello Stato al 2031, che include la riapertura della tratta con un finanziamento di 71 milioni di euro”.

Acque Fredde?

Acque Fredde, a Gressan, punto da cui partiva la teleferica per lo stabilimento Cogne - Foto Nicole Jocollé
Acque Fredde, a Gressan, punto da cui partiva la teleferica per lo stabilimento Cogne – Foto Nicole Jocollé

Nelle osservazioni di otto pagine il sindacato dei trasporti della Cgil Valle d’Aosta evidenzia anche “la necessità di inserire nel Prt l’infrastruttura Cogne – Acque Fredde mantenendo il collegamento su binari o, in alternativa, un collegamento stradale con servizio a spola, utilizzando veicoli ibridi o mini bus elettrici, attrezzati anche per trasporto biciclette”.

Per quanto concerne invece il trasporto merci il sindacato spiega: “Al fine di incentivare e dirottare il traffico delle merci dalla gomma al ferro, è necessario promuovere accordi tra le attività produttive e l’industria presenti in Valle e le imprese ferroviarie presenti sul mercato del trasporto merci”. Per l’Area della logistica “si propone la realizzazione a sud della ferrovia, o altra area attigua, un polo della logistica e della distribuzione dove far confluire ed insediare le aziende di trasporto merci e logistica. Solo in questo modo si può realizzare un modello di consegne delle merci (ultimo miglio) condiviso tra tutti i vettori, almeno per Aosta e i comuni della Plaine”.

Il trasporto pubblico locale

Se Atene piange, Sparta non ride, verrebbe da dire. Difatti, la Filt Cgil ne ha anche per il trasporto pubblico locale. “Se, come riportato nella presentazione, si farà uso di autobus snodati ad alta capacità sorgono alcuni dubbi pratici riguardo la conduzione degli stessi”, si legge. Tra questi, “il percorso su strada tradizionale, dopo l’abbandono della sede dedicata, e l’effettiva concorrenzialità dei veicoli sul percorso non dedicato”, ma anche sulle “differenze climatiche tra i due capolinea che comportano delle difficoltà durante eventi climatici avversi come su tratte innevate o ghiacciate”. Questo, “vista già la difficoltosa gestione di un autobus a due assi su ghiaccio o neve ed essendo ribassati”.

“Ogni intervento volto al decremento dell’uso dei veicoli privati a favore del trasporto pubblico con evidente vantaggio sociale, ambientale e per la sicurezza stradale è ovviamente ben accolto – concede il sindacato –. Qui non si avversa il nobile intento, ma la sua modalità di realizzazione”.

I disagi del traffico

Sui disagi – dovuto alla puntualità e alla frequenza – spiega ancora Cristina Marchiaro: “Sono facilmente preventivabili nella tratta tra Morgex e Courmayeur, particolarmente ingolfata d’estate e soprattutto d’inverno per la massiccia iniezione di veicoli dovuta alla presenza turistica, per i rallentamenti dovuti a conducenti non avvezzi o addirittura impreparati al clima invernale, per le occasionali ma frequenti chiusure manutentive del ramo autostradale parallelo, per le code di attesa del Traforo del Monte Bianco che talvolta si estendono fino a Courmayeur”.

Dilazioni debiti fiscali

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