Non solo acqua. Ma anche tanta diplomazia: con cui muoversi in maniera abile tra la politica. C’è questo dietro tra le righe della riunione tenuta l’altro giorno a Roma nella sede nazionale dell’Anbi, associazione che riunisce i consorzi di bonifica italiani. Chi crede che siano ancora i vecchi enti che aprono e serrano i chiusini per far arrivare l’acqua ai contadini ha una isione sorpassata. C’è un elemento sul quale riflettere.
All riunione di martedì con tutti i presidenti ed i direttori dei Consorzi di Bonifica del Lazio c’erano un po’ di persone. Tanto per elencare: l’assessore regionale al Bilancio e Agricoltura Giancarlo Righini, il Segretario Generale dell’Autorità di Bacino con Marco Casini e l’Amministratore Delegato di Acea Acqua, Francesco Buresti. Il significato strategico: è la fotografia di un importante risultato di coesione, collaborazione e raccolta di consenso e reputazione. Ancora più dirompente dopo decenni di assordante silenzio dell’Anbi Lazio.
Il nuovo braccio operativo
Il significato politico: Anbi Lazio è diventata di fatto il braccio operativo della Regione nella gestione dei cambiamenti climantici. Soprattutto nella gestione delle infrastrutture che sono la vera linea del fronte. Non va sottovalutato il succcesso nazionale registrato dal Lazio: la Regione ha ritenuto di interesse pubblico gli impianti della Bonifica, creando una direzione presso l’assessorato con personale e competenze che se ne occupino.
È il risultato di un mosaico che la presidente Sonia Ricci ed il Direttore generale Andrea Renna hanno composto con pazienza, una tessera alla volta. In modo trasversale: sia quando alla Pisana governava il centrosinistra di Nicola Zingaretti e sia ora che c’è il centrodestra di Francesco Rocca. La ragione l’ha spiegata martedì l’assessore Righini: «Oggi nel Lazio ci sono competenze per affrontare i problemi della risorsa idrica. E c’è un’infrastruttura di linee idriche con più di 10mila metri di reti. È un patrimonio per tutti». È quella competenza tecnica ad avere fatto la differenza, attraversando in maniera trasversale la politica con lo scopo di realizzare le infrastrutture con cui garantiree acqua al mondo agricolo e zootecnico del Lazio, evitando allagamenti ed inondazioni quando si abbattono i temporali di dimensione tropicale.
Basta con la gestione dell’emergenza
Oggi Anbi Lazio ha idee, visione, progetti e volontà di fare pesare i propri numeri. Che sono importanti. Ha messo a segno, grazie proprio al dialogo con l’assessore Giancarlo Righini, una riforma storica con la certificazione del fatto che gli impianti irrigui non potevano essere figli di nessuno. Ha catalizzato risorse importanti per la manutenzione di fossi e canali nel prossimo biennio: somme che permettono programmazione e coerenza. Al tempo stesso viene sconfitto il fantasma dei provvedimenti all’ultimo minuto: che spesso era anche senza idee oltre che senza acqua per la siccità.
Viene smarcato così nel Lazio il concetto di assistenzialismo, magari anche per pagare le richieste di contributo e non le bollette (quelle si pagano per luce e gas). E viene smarcato il concetto che chiunque possa fare ciò che vuole scavandosi un pozzo artesiano non conforme alle regole, facendo sparire l’acqua agli agricoltori onesti.
Ecco che allora la riunione di Anbi Lazio in occasione della giornata dedicata a tutte le Anbi che operano nel Paese per far comprendere la centralità del proprio lavoro, assume un valore diverso. Propio mentre il cambiamento climatico pone la necessità di scelte nel risparmio, nel riuso dell’acqua e nella ristrutturazione della rete per fare in modo che quei lavori si traducano anche nella riduzione delle perdite di acqua.
I risultati concreti
In cosa si traduce, all’atto pratico, questa abilità diplomatica messa in campo da Anbi lazio? Il contrasto del cuneo salino, l’automazione delle paratoie, la creazione di invasi di pompaggi: queste sono le risposte ottenute dalle Bonifiche del Lazio che ha avuto l’abilità di intuire i problemi, progettare le soluzioni, farsi finanziare le opere con cui salvare i territori e le loro aziende agricole.
Anbi Lazio era una delle Cenerentole del sistema. La posizione è cambiata. E non si può negare il ruolo svolto da Regione Lazio, in particolare dall’assessore Giancarlo Righini grazie anche alla sua duplice delega: regione Lazio ha visto lungo alzando l’asticella delle prestazioni ma garantendo ascolto e struttura dedicata. Permettendo di lavorare con un passo diverso ma sempre concertato.
Ecco che allora, prendendo in prestito una riflessione che qualcuno ha sussurrato durante l’incontro di martedì scorso: è la prima volta che Anbi Lazio concretizza una cosa del genere ed è la prima volta che unisce, su obiettivi comuni, Enti e strutture, a vantaggio di cittadini, imprese e consorziati. Il risultato è stato quello di dare gambe a quel Patto per il Suolo che ormai non è più uno slogan ma una necessità. Per tutti.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link