di Francesca Leoci
La Puglia si conferma un polo universitario in crescita, con un’offerta formativa diversificata e una qualità della vita competitiva. Le sfide per aumentare l’attrattività verso studenti fuori regioni e come le università telematiche stanno cambiando il panorama formativo
Secondo i dati del Ministero dell’Università e della ricerca per l’anno accademico 2022/2023, il sistema universitario in Puglia conta 82.713 studenti. Un dato che include le principali università della regione: l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro con circa 39.972 iscritti, seguita dall’Università del Salento con 18.000, l’Università degli Studi di Foggia con 12.300 e infine il Politecnico di Bari con 9.800 studenti.
Nel contesto nazionale, il Lazio emerge come la regione con il maggior numero di iscritti universitari (242.022), grazie principalmente alla presenza della Sapienza di Roma. Tuttavia, considerando l’intero Sud Italia (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia), il numero totale di studenti raggiunge i 378.432, con la Campania in testa a 193.170 iscritti.
Mobilità studentesca: studenti fuori regione
Ma quanti studenti fuori regione arrivano negli atenei pugliesi? Ancora una volta, il divario tra Nord e Sud si percepisce visibilmente. Mentre le università del Centro-Nord attraggono maggiormente studenti da altre regioni, il Sud, inclusa la Puglia, registra una minore mobilità in entrata. Sono soprattutto regioni come Lombardia e Lazio ad avere un numero maggiore di studenti universitari, sia per la presenza di grandi atenei sia per la concentrazione di opportunità lavorative.
Nonostante ciò, la Puglia si distingue per alcuni vantaggi competitivi grazie alla qualità della vita e ai costi relativamente contenuti rispetto alle metropoli settentrionali, contribuendo a suo modo a un flusso migratorio significativo verso il Sud.
Università telematiche: che ruolo occupa la Puglia?
A giocare un ruolo fondamentale all’interno del panorama formativo italiano sono le università telematiche che, offrendo un’esperienza simile a quella delle università tradizionali, ma con l’accesso a lezioni e materiali didattici in modalità e-Learning. Queste istituzioni adottano un sistema flessibile, capace di adattarsi alle esigenze individuali degli studenti, che possono seguire le lezioni e sostenere esami in modalità asincrona. Ciò consente di conciliare efficacemente studio, lavoro e vita personale. Un aspetto che si è rivelato particolarmente importante durante gli anni della pandemia, quando, impossibilitati a frequentare le lezioni in presenza, molti studenti hanno potuto continuare il proprio percorso formativo da remoto.
Rispetto al resto del Sud Italia, la Puglia rappresenta l’8,1% delle iscrizioni telematiche, posizionandosi dietro la Campania (16,4%), la Sicilia (14,5%) e il Lazio (14,1%). È interessante notare come Bari abbia registrato un significativo incremento delle iscrizioni, con un +174% nell’ultimo quinquennio.
Mentre Campania e Sicilia registrano un numero più alto di iscritti alle università telematiche, per quanto riguarda gli atenei fisici, però, la Puglia mantiene una posizione competitiva grazie a un’offerta formativa diversificata e atenei ben strutturati, oltre ad un’alta qualità della vita offerta dalle città pugliesi.
Taranto: la città dimenticata
Nelle statistiche sugli studenti iscritti alle università pugliesi, nessuna menzione su Taranto. La città dei due mari non compare come sede universitaria autonoma, in quanto ospita esclusivamente sedi distaccate di altri atenei, principalmente dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro (UniBa). Gli studenti di queste sedi sono infatti già compresi nel totale di circa 81.002 iscritti alle università pugliesi.
Nonostante la sua ricca storia e il suo patrimonio culturale, Taranto fatica ancora ad affermarsi come polo universitario di rilievo. Tuttavia, un importante passo avanti è stato compiuto con l’istituzione di un nuovo corso di laurea in Farmacia presso la sede tarantina di UniBa, che inizierà nell’anno accademico 2024-2025.
Il corso, che accoglierà 75 studenti senza test d’ingresso, si propone come un’opportunità formativa non solo per il territorio ionico ma anche per le regioni limitrofe. Un’iniziativa che mira a contrastare il fenomeno della migrazione studentesca e a consolidare il ruolo di Taranto come centro universitario di riferimento nel Sud Italia.
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