Il fondo per la povertà educativa minorile non è stato rinnovato dal governo nella Legge di Bilancio. Per questo sono arrivati appelli per ripristinare lo stanziamento economico
Con la Legge di Bilancio 2025 non è stato rinnovato il fondo per la povertà educativa che negli anni ha permesso di realizzare numerosi progetti che hanno coinvolto circa 500mila minori. Di fronte a questo taglio sono arrivati numerosi gli appelli da parte delle istituzioni locali, rivolti al Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, affinché il governo riveda questa decisione.
Il fondo per la povertà educativa
Il fondo era stato istituito con la Legge di Bilancio del 2016 e da subito si era rivelato uno strumento prezioso per combattere le disuguaglianze presenti sul territorio italiano, creando opportunità per i ragazzi e le ragazze, da nord al sud. Un problema, quello della povertà educativa, che continua a essere allarmante. Infatti, secondo i dati Istat, il 70% dei giovani tra i 3 e i 19 anni non ha mai visitato una biblioteca, quasi il 40% non pratica sport e molti non hanno mai avuto accesso a esperienze culturali come il teatro, il cinema o i musei.
L’appello delle città
Di fronte a questo scenario e al taglio del fondo per la povertà educativa, 19 assessori di 10 grandi Comuni d’Italia hanno inviato una lettera rivolta al Ministro dell’Istruzione Valditara e al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in cui chiedono “con forza” un ripensamento urgente e il ripristino del Fondo. “Non è infatti sostenibile la cancellazione di una misura che ha dato un contributo imprescindibile nel delicato compito di tenuta sociale e di contrasto alle diseguaglianze”, si legge nella lettera.
Rendere strutturale l’esperienza
“Al contrario – prosegue la lettera degli assessori – proprio l’esperienza maturata in questi anni grazie al Fondo dovrebbe suggerire di trasformare in senso strutturale azioni come quelle sperimentate. Non servono le cattedrali nel deserto, azioni sensazionalistiche o interventi episodici. Occorre al contrario generalizzare, rendere strutturali e coltivare metodo e strategie nate intorno al Fondo per il contrasto alla povertà educativa”.
Appello della Fondazione Terre des Hommes
Anche la Fondazione Terre des Hommes è intervenuta sul tema, definendo una “grave scelta” la decisione del governo di non rifinanziare il Fondo dedicato al contrasto della povertà educativa minorile. Paolo Ferrara, direttore generale di Terre des Hommes, ha detto che serve “una risposta Paese forte e sistemica, che metta in rete i soggetti pubblici e privati, sostenendo chi lavora nei territori a fianco dei più deboli e rendendo protagoniste le comunità locali. Proprio quello che il Fondo aveva iniziato a costruire con progettazioni rigorose e altrettanto rigorose valutazioni d’impatto”.
Con i Bambini
Uno dei primi a lanciare l’allarme sul fondo per la povertà educativa era stato Marco Rossi Doria, presidente dell’Impresa sociale Con i Bambini ed ente attuatore del fondo. “In Italia sono 1,3 milioni i bambini che vivono in povertà assoluta. Raggiungono i 2-3 milioni, se consideriamo anche i minori in povertà relativa. Quello della povertà educativa è un problema di massa e insieme un problema strategico. Per affrontarlo, occorre mettere insieme risorse pubbliche e private”.
Anche le opposizioni attaccano il governo
Critiche per il taglio del fondo contro la povertà educativa sono arrivate anche dalle opposizioni, che appoggiano l’appello degli assessori. L’onorevole Elisabetta Piccolotti di AVS afferma che “La mancata inclusione del Fondo nella Legge di Bilancio 2025 rappresenta un passo indietro nella lotta alle disuguaglianze e alla povertà educativa, una realtà allarmante che segna destini di chi nasce in contesti sociali difficili”.
Tagli anche al fondo per l’infanzia
Il mancato rinnovo del fondo per la povertà educativa non è l’unico taglio che il governo ha compiuto. Michela Di Biase, capogruppo PD in commissione infanzia e adolescenza ha denunciato le decurtazioni anche al fondo nazionale infanzia e adolescenza. “Ormai è chiaro, i diritti dei minori sono fuori dagli obiettivi del governo Meloni. Quando si tratta di trovare risorse e investimenti tagliano i fondi ed i progetti per l’infanzia. È una vergogna“.
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