7,2 milioni di franchi per la lotta alle specie invasive nelle aree protette, 8,3 milioni per gli interventi di recupero e conservazione dei biotopi e 2,3 milioni per la promozione delle specie e degli habitat prioritari. Per un totale di 17,8 milioni di franchi. È in questi ambiti che si distribuisce il grosso del credito complessivo di oltre 22 milioni – di cui il 51% (11,4 milioni) a carico della Confederazione, il 36% (8 milioni) del Cantone e il rimanente 13% (2,9 milioni) coperto da terzi – chiesto dal Consiglio di Stato nel messaggio, licenziato oggi, per l’attuazione del Piano d’azione della strategia biodiversità svizzera nel settore della protezione della natura durante il quadriennio 2025-2028. L’investimento proposto, afferma il governo, “garantisce continuità per il periodo 2025-2028 alle misure intraprese nel quadriennio precedente nell’ambito del Piano d’azione e sostiene prestazioni con valenza anche economica, in particolare per le regioni periferiche, che godono di un importante sostegno finanziario da parte della Confederazione”.
‘Patrimonio imprescindibile’
“Il patrimonio naturalistico e paesaggistico del Cantone – premette l’Esecutivo nel messaggio – è un elemento imprescindibile per la qualità di vita, il benessere della popolazione ma anche per l’economia locale e il turismo”. Non solo. “Gli investimenti per la valorizzazione di questa ricchezza e varietà biologica rivestono un’importanza fondamentale in ambito di adattamento ai cambiamenti climatici, di protezione dai pericoli naturali e in particolare anche a supporto di un territorio florido, variegato e attrattivo per la popolazione locale e i turisti”. Anche in Svizzera, come in Ticino, la biodiversità è ormai da decenni sotto pressione. Ed è in questo contesto che si inserisce il Piano d’azione della strategia biodiversità svizzera, approvato dalla Confederazione nel 2017. Un documento che si prefigge di indirizzare gli sforzi volti a salvaguardare, valorizzare e connettere gli spazi vitali di flora e fauna, al fine di costituire un’infrastruttura ecologica funzionante.
Quattro campi d’azione
Quattro i campi d’azione, definiti dall’Accordo programmatico con la Confederazione, degli investimenti proposti nel messaggio. In primis, la promozione dell’infrastruttura ecologica – uno dei capisaldi della strategia svizzera – composta dagli ambienti di maggior pregio naturalistico e dagli elementi naturali che ne garantiscono la connessione. In questo ambito alcuni esempi di attività sono il concetto di biodiversità nel bosco, la politica di valorizzazione dei corsi d’acqua o il sostegno ai progetti di promozione della biodiversità nell’agricoltura. In secondo luogo, la valorizzazione e conservazione dei biotopi, delle specie e degli habitat tramite la lotta alle specie invasive nelle aree protette, il risanamento e il recupero di biotopi, nonché la promozione delle specie e degli habitat prioritari. Ma anche il controllo e il monitoraggio dell’impostazione complessiva del programma d’intervento e dell’efficacia delle misure attuate, attraverso l’aggiornamento dei dati d’inventario e il confronto degli indicatori standardizzati. Non da ultimo, l’informazione, la sensibilizzazione e la formazione dei partner attivi sul territorio, degli enti pubblici, della popolazione e, in particolare, delle giovani generazioni sul ruolo e la funzione della biodiversità, sulle misure attuate e sulla peculiarità, varietà e bellezza della natura e del paesaggio in Ticino.
Nel dettaglio, per il primo campo, rileva il Consiglio di Stato, “per il quadriennio 2025-2028 sono state individuate 54 misure volte a rafforzare l’infrastruttura ecologica. In generale, si vuole continuare con l’allestimento dei piani d’azione per la protezione di specie prioritarie e lo sviluppo di strumenti per favorire la creazione di corridoi ecologici”.
Per il secondo ambito – come detto “una delle principali aree di investimento e, quindi, una delle maggiori voci di spesa” – la spesa complessiva ammonta a 17,8 milioni di franchi. I fondi saranno destinati a interventi su 66 prati secchi, 47 siti di anfibi, 24 paludi, 7 torbiere, 28 zone golenali e 48 habitat di specie prioritarie”.
Le attività di controllo, poi, vengono svolte tramite l’aggiornamento dei dati d’inventario e indicatori standardizzati. Nel periodo 2025-2028, si legge, saranno aggiornati l’inventario cantonale delle paludi e quello dei siti di anfibi, per un investimento complessivo di 120mila franchi. L’aggiornamento dei dati dell’inventario cantonale dei prati secchi sarà invece più consistente dal un punto di vista delle risorse, poiché richiederà un investimento stimato di 300mila franchi. “Questo aggiornamento – spiega il governo – è indispensabile per poter disporre di uno strumento aggiornato e funzionale all’attuazione della politica agricola federale in materia di promozione della biodiversità. Si tratta infatti di un prerequisito essenziale affinché le aziende agricole ticinesi possano accedere ai pagamenti diretti”.
Nell’ambito informazione, infine, si distinguono due principali aree di intervento: le attività di educazione ambientale e quelle di sorveglianza, divulgazione e sensibilizzazione. La prima, rileva il governo, “è promossa tramite le attività del Gruppo educazione ambientale della Svizzera italiana e dell’associazione Alleanza territorio e biodiversità, che si occuperanno di fornire consulenza a progetti d’informazione e alla formazione di specialisti”. La seconda è articolata in 11 misure: “Tra queste la più consistente riguarda i programmi di sorveglianza lungo le golene del Brenno e della Maggia, promossi dai comuni attraversati da questi corsi d’acqua. Altri interventi riguarderanno la sensibilizzazione su temi specifici (come i chirotteri e le formiche), la preparazione di pubblicazioni, l’aggiornamento della cartellonistica e la conduzione di un importante progetto d’informazione sulla biodiversità in Valle Bavona”.
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