Picchia agenti di polizia al Quarticciolo, ma torna libero dopo 24 ore. «Non costituisce un pericolo»

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Picchiò i poliziotti al Quarticciolo, ma è già libero: per il giudice non è socialmente pericoloso e non andrà più al centro per il rimpatrio per essere espulso. L’arresto di Maher M. O., tunisino di 26 anni, artefice della rivolta contro gli agenti che lo avevano fermato per un controllo anti-droga scatenando contro di loro la rappresaglia dei pusher a colpi di spray urticante, è tornato in libertà. E questo nonostante la priorità data dal Viminale a prefetti e questori di tutta Italia affinché garantiscano le espulsioni, dando seguito ai rimpatri. Invece, lo straniero per effetto di una decisione della Corte d’Appello di Roma non potrà essere trattenuto nel cpr di Bari a cui era stato destinato.

I PRECEDENTI

Per la giudice Maria Rosaria Ciuffi, infatti, nei suoi confronti non sussistono gli elementi di pericolosità, né il rischio di fuga. Non solo. Dal momento che il 26enne, entrato in Italia nel 2020, ha una domanda di protezione internazionale attualmente all’esame del Tribunale di Roma, il suo mancato trattenimento nel territorio nazionale determinerebbe finanche l’impossibilità per lo Stato italiano di acquisire gli elementi fondanti della richiesta stessa. La decisione è arrivata ieri dopo il ricorso presentato dal difensore del tunisino contro il provvedimento d’arresto caldeggiato dalla Questura di Roma. La difesa si è opposta alla convalida sostenendo lo status formale di incensurato dell’indagato, sottolineando come non sia a rischio fuga avendo un domicilio, lo stesso dove è stato effettivamente rintracciato il giorno dopo l’aggressione, ovvero un letto presso il centro di prima accoglienza di via Staderini, nella vicina Tor Sapienza. È qui che il ragazzo vive con tutta la sua famiglia da quando è in Italia. Precedenti di polizia? Solo una segnalazione per un furto aggravato avvenuto in Francia nel 2022. Mentre l’anno prima, nel luglio 2021, era stato denunciato a piede libero per falsa attestazione di generalità a pubblico ufficiale. Non abbastanza tuttavia per inficiarne la posizione.
Il fermo di Maher era scattato il 18 gennaio e il trattenimento nel cpr notificato lunedì sera. I poliziotti del Distretto Prenestino avevano insistito per la convalida puntualizzando il rapporto sui fatti in cui il giovane era rimasto coinvolto nella notte tra il 16 e il 17 gennaio. In quell’occasione, Maher e un’italiana di 40 anni che era in sua compagnia, Federica S., vennero controllati e identificati in via Ostuni, ai piedi dell’ex commissariato occupato tra i lotti del Quarticciolo assediati dagli spacciatori.
Il 26enne si era ribellato ai poliziotti richiamando l’attenzione di una ventina di altri ragazzi nordafricani che in pochi istanti accerchiarono e assalirono la pattuglia nebulizzando lo spray al peperoncino. Maher, sulle prime riuscì a fuggire, ma appunto venne rintracciato e portato in Questura il giorno successivo. Arrestata anche la quarantenne. Gli investigatori trovarono nascoste nel sottosella dello scooter al quale la coppia era appoggiata, 136 dosi di coca e soprattutto crack.

LE MOTIVAZIONI

Il tunisino era stato, dunque, arrestato per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale e la circostanza ricollegata ai fatti del giorno precedente proprio per attestarne il profilo di pericolosità. La Cassazione, si legge nel dispositivo ha accolto il ricorso della difesa contro la convalida del trattenimento nel cpr, riporta che «la valutazione della sussistenza del requisito della pericolosità sociale va effettuata in concreto e all’attualità, tenendo conto dell’esame complessivo della sua personalità, desunta dalla condotta di vita e dalle manifestazioni sociali in cui questa si articola, senza limitarsi a una valutazione dei precedenti penali». Eppure la Corte d’Appello all’esito della camera di consiglio di ieri, ha ritenuto che «i fatti avvenuti in data 16 gennaio inducono senza dubbio a riflettere sull’effettività del percorso di integrazione avviato dal richiedente», ma che «a oggi agli stessi non ha fatto seguito alcun provvedimento dell’autorità giudiziaria e, dunque, non possono da soli giustificare una valutazione in termini di pericolosità sociale a supporto della legittimità del trattenimento». Intanto ieri nuovo blitz anti-droga dei carabinieri al Quarticciolo. «Dimostrazione – afferma in una nota il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Marco Scurria – che lo Stato dà un segnale di presenza forte nei quartieri dove la criminalità cerca di radicarsi». Il tunisino che si è scagliato sui poliziotti, tuttavia, dovrà lasciare il territorio nazionale da solo. Se mai vorrà.
Alessia Marani
Camilla Mozzetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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