In un bistrò della Galleria Umberto I: sottratti 2500 euro, 1200 di danni. Uno dei soci, Antonio Visconti: «La rabbia c’è, ma non voglio che prevalga. Mi ha colpito vedere che uno dei due ladri ha rubato all’altro, nascondendo i soldi»
«Sì, certo, la rabbia c’è, ma voglio prevalga un altro sentimento. Ognuno deve fare la sua parte per costruire un messaggio positivo, e oggi questo è quello che mi sento di fare». Offrire un lavoro a chi l’ha derubato. Una reazione tanto inusuale quanto esemplare. Antonio Visconti è, con il socio Gennaro Pelliccia, titolare di due locali tra piazza Trieste e Trento e la Galleria Umberto I, nel cuore di Napoli. La scorsa notte due persone hanno scassinato gli infissi del suo bistrò «Funè Fucina Cafè», uno delle due è entrata e ha portato via 2500 euro in contanti. Rubando due volte. Ai proprietari e anche al suo complice che lo aspettava all’esterno: «La cosa che più mi ha lasciato perplesso», racconta Visconti, che ha appena lasciato il commissariato di Polizia dove è andato a denunciare il furto subito, «è che stando alle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza si vede che uno dei due malviventi si è infilato le banconote tra gli slip per fregare il suo complice. Con lui, ha condiviso solo i pochi soldi che c’erano nel pezzo di cassa che ha portato via, circa 50 o 60 euro. Insomma, se è andata così non è una bella cosa…».
Una bella cosa, invece, hanno deciso di farla i due ristoratori: «Siamo disposti a offrire un lavoro a questi ragazzi se intendono cambiare vita. Stamattina, vedendo quello che era successo, ci abbiamo pensato un momento su e abbiamo contattato il deputato Francesco Emilio Borrelli per lanciare un appello attraverso i suoi social. Vorremmo far loro comprendere che lavorando onestamente potrebbero guadagnare di più che con questi furtarelli. Quindi che si facciano avanti e si costituiscano. Se vogliono cambiare vita avranno uno stipendio di 1400 euro netti al mese», dice Visconti.
Uno slancio da padre? «I miei figli sono ancora piccoli, però, sì, ho pensato che magari sono solo ragazzi e meritano un’altra opportunità. Chissà se si fanno avanti, loro o qualcuno che li conosce. Ovviamente noi contatteremo le forze dell’ordine, è giusto che paghino. Però potrebbe aprirsi per loro un’opportunità concreta di cambiare vita. Napoli sta cambiando in meglio, abbiamo un debito con la città e vogliamo fare la nostra parte».
Il locale nel quale la notte scorsa sono entrati i ladri è aperto dal 2020. Un anno prima davanti all’altro bistrò, quello di piazza Trieste e Trento, bande di camorra ingaggiarono una sparatoria causando terrore e danni. Non è dunque la prima volta che i sue soci si trovano ad affrontare il volto violento della città. Ma questo, oggi, non ha spento il loto ottimismo.
«I delinquenti si fregano anche tra di loro mentre le vittime delle loro azioni- commenta Borrelli, che ha reso nota la vicenda sui suoi canali social- invece di disperarsi e covare sentimenti d’odio, gli offrono anche delle opportunità. Certo ci sarebbero tanti ragazzi e padri di famiglia che non hanno mai rubato o commesso illeciti e che meriterebbero una chance, ma se esistono imprenditori disposti ad assumere chi vuol redimersi, se è così, che ben venga. Serve, lo diciamo da anni, un maggiore controllo del territorio e più agenti. Non tutti gli imprenditori possono far fronte ai danni subiti e permettersi anche di voler educare i malviventi alla legalità».
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