Il mercato coperto in piazza XX settembre si può fare, ma rispettando alcuni vincoli, legati alla storicità della piazza e alle prime interlocuzioni informali con la Soprintendenza, che di fatto mettono la parola fine al progetto presentato in passato dallo studio Marpillero e, onestamente, rendono più complesso il percorso del Comune, almeno nella forma di come era stato immaginato fino a poco tempo fa. La sintesi, estrema siamo d’accordo, è quella che emerge dal corposo studio – poco meno di 200 pagine – che gli esperti dell’Ateneo hanno consegnato nei giorni scorsi a palazzo D’Aronco.
Lo studio complessivo
Il lavoro presentato dall’architetto Luca Zecchin, componente del gruppo di lavoro guidato dal professor Alberto Sdegno dell’Ateneo friulano, ha analizzato lo scenario di piazza XX settembre a partire dal XIII secolo passando attraverso il progetto del 1926 di Provino Valle, che già ne immaginava la destinazione mercatale, fino ad arrivare ai giorni nostri e al regolamento in materia varato due anni fa.
Mercato coperto in piazza XX settembre, completato lo studio di fattibilità: le parole di De Toni e Venanzi
Non soltanto, tuttavia, perché nell’analisi effettuata utilizzando le più moderne tecnologie – doni compresi – per immaginare le soluzioni più adeguate, sono stati inseriti anche i documenti economico-finanziari di massima in relazione ai sei scenari e soprattutto gli esiti delle interlocuzioni, verbali, con le Belle arti.
Particolarmente importanti, questi, perché se è vero che la Soprintendenza, come spiegato in più occasioni, esprime pareri soltanto su progetti veri e propri, e non su semplici studi, è altrettanto vero che aver ottenuto una sorta di avviso ai naviganti è utile sia per chi amministra sia per chi, eventualmente, predispone le opere.
Ipotesi e indicazioni
Le varianti su cui lavorare presentate dagli architetti dell’Ateneo comportano una spesa compresa, almeno sulla carta, tra 470 mila e 5 milioni 600 mila euro. La cifra, ovviamente, varia a seconda delle dimensioni della struttura con un primo, non banale, problema. Il mercato coperto, per stessa ammissione di Zecchin, ha bisogno «di volumi», quindi di superficie commerciale perché sia attrattivo. Ogni modello studiato in Italia e in Europa, infatti, funziona quando è polivalente.
Senza limitarsi, cioè, alle sole bancarelle del mercato, ma aprendosi alla città che lo ospita con spazi per la ristorazione, servizi e, perchè no, pure eventi. Il nodo, in ogni caso, è che dalle Belle arti hanno fatto capire come una copertura totale (e fissa) della piazza non sia accettabile. Per questo motivo l’università ha immaginato uno schema, nelle ipotesi con volumi maggiori, in cui il tetto del mercato sia retrattile in modo tale da utilizzarsi, coprendo il plateatico, soltanto in caso di necessità. Terzo punto, non secondario, è poi la scelta della struttura che, a differenza del progetto Marpillero, prevede materiali più leggeri e, soprattutto, dettami e regole dell’architettura moderna e non di quella compresa tra Ottocento e inizio Novecento.
Venanzi e De Toni
Il lavoro dell’università, dunque, fissa stabilisce paletti precisi, come confermato dal vicesindaco Alessandro Venanzi. «I progetti visti fino a questo momento non sono realizzabili – spiega – e non possiamo coprire interamente la piazza. Il prossimo passo sarà quello di dialogare con la Soprintendenza per capire come poter realizzare una struttura in grado di operare 18 ore al giorno. L’obiettivo politico resta quello di collegare, in un percorso ideale, piazza Garibaldi a piazza Duomo. Se potrà avvenire attraverso il mercato coperto, lo capiremo».
Sulla stessa linea d’onda, inoltre, c’è De Toni. «Vogliamo regalare un mercato coperto al centro di Udine e dare un’identità alla piazza – ha detto il sindaco –, ma dobbiamo coniugare le esigenze del mercato, dei commercianti e dei cittadini. Il risultato non può che essere una soluzione “leggera” che tenga conto delle condizioni identificate dalla Soprintendenza, ovvero l’impossibilità di strutture con volumi eccessivi sulla piazza e un look moderno, non artificiosamente vetusto. È un primo passo e adesso apriremo le interlocuzioni vere e proprie con tutti i soggetti interessati». Come a dire: il mercato si farà, ma nona tutti i costi.
Variante 1 – Copertura parziale sul lato nord
Variante 2 – Un recinto con copertura a “C”
Variante 4 – Volumi sospesi al primo piano
Variante 5 – Parte della copertura è retrattile
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