Liris, “Governo impegnato su prevenzione con investimenti e norme” – Radio L’Aquila 1

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ROMA – “Le tragedie non devono essere solo morte e distruzione, ma devono essere decisive per la costruzione di una letteratura di riferimento che affianchi la prevenzione alla ricostruzione. Il Governo Meloni è impegnato proprio su questa nuova sfida: investimenti su norme, strumenti, tecniche e tecnologie decisive in ambito preventivo che conservino il magnifico patrimonio sociale ed economico di una terra tanto bella quanto fragile”.

Lo ha detto il senatore aquilano Guido Liris, capogruppo di FdI in Commissione Bilancio, nel corso dell’incontro, che si è tenuto su sua iniziativa ieri presso la sala Isma del Senato, a Palazzo Madama, dal titolo “Imprese, attività produttive e luoghi di lavoro alla prova dei rischi ambientali”.

Tra i temi affrontati il nuovo quadro normativo, i casi applicativi, gli scenari di rischio, le politiche, le strategie e gli incentivi di riduzione del rischio catastrofale con particolare attenzione al rischio sisma e alluvione.

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Ha aperto i lavori Guido Castelli, commissario straordinario ricostruzione sisma Centro Italia 2016-2017, e sono intervenuti, tra gli altri, il senatore Dario Damiani, componente commissione Bilancio di Palazzo Madama, Stefano Curli, esperto di ingegneria e progettazione, Carlo De Simone, esperto assicurazioni, Giulio Veltri, capo Ufficio Legislativo Mimit, Francesco D’Annibale, dell’Università dell’Aquila, Stefano Tennina, Westaquila, Giovanni Rebecchi, Isaac antisismica.

“Abbiamo ancora davanti agli occhi le drammatiche conseguenze dei sismi del 2009 e del 2016, che hanno duramente colpito le nostre comunità, mettendo in luce quanto i nostri territori e le nostre infrastrutture siano esposti ai rischi naturali – ha ricordato Liris – Quegli eventi hanno rafforzato la consapevolezza della necessità di un approccio strutturato e preventivo nella gestione del rischio catastrofale, non solo per proteggere le vite umane, ma anche per preservare il tessuto produttivo delle nostre imprese”.

Il commissario straordinario ricostruzione Castelli ha parlato di “una riflessione utile e necessaria in un Paese in cui si contano i due terzi delle frane attive in tutta Europa e dove il rischio sismico interessa tre quinti del territorio nazionale. C’è molto da lavorare: nel 2023 appena il 25% del patrimonio danneggiato da eventi estremi era coperto da assicurazione. Ora il governo sta finalmente procedendo ad allestire un ecosistema all’interno del quale il mondo assicurativo possa rispondere a questa esigenza offrendo prodotti adeguati e a costi sostenibili. Ovviamente ciò non ci esime dall’obbligo di implementare sistemi di prevenzione che sono la precondizione per poter costruire un Paese sicuro e meno vulnerabile”.

Stefano Curli, esperto di ingegneria e progettazione, ha spiegato: “Il territorio italiano è, per legge, interamente classificato come soggetto a rischio sismico più o meno elevato dal 23 ottobre 2005. Le azioni sismiche di progetto attualmente utilizzate per le analisi delle strutture, sia nuove che esistenti, sono entrate in vigore congiuntamente alle norme tecniche sulle costruzioni nel luglio 2009. Tutti gli edifici costruiti antecedentemente possono essere, in caso di sisma, esposti a rischio di danno più o meno grave. Tale rischio affligge in particolare gli edifici produttivi realizzati senza criteri sismici, come evidenziato gravemente dal sisma che ha colpito l’Emilia nel 2012. L’individuazione del titolare dell’attività produttiva in qualità di responsabile della sicurezza dei lavoratori e dei luoghi di lavoro (ex D. Lgs 81/2008), circa le azioni di prevenzione volte alla riduzione del rischio sismico, configura responsabilità complesse non sempre sostenibili. Un piano di investimenti di medio periodo che programmi un abbattimento dei vari fattori di rischio che il nostro territorio patisce, pensato ad esempio con la metodologia dell’iperammortamento e/o delle detrazioni fiscali, sarebbe sicuramente un importante traino per la crescita economica e ridurrebbe sensibilmente l’esposizione ai rischi presenti. È fondamentale accompagnare l’obbligo assicurativo con un piano strutturale di mitigazione del rischio”.

Per il senatore Dario Damiani, componente commissione Bilancio di Palazzo Madama: “Il rischio ambientale, purtroppo, nel nostro Paese è ancora sottovalutato e, pertanto, al verificarsi di un evento nefasto ciò si traduce in danni ingentissimi. Vorrei partire da un dato, particolarmente significativo: da analisi statistiche su eventi paragonabili al tragico sisma de L’Aquila e dell’Abruzzo del 2009 e dell’Emilia Romagna nel 2012, valutati economicamente in termini di rapporto tra danni e investimenti per la prevenzione, si evince che ogni 100 euro spesi per riparare i danni sarebbe stato sufficiente investire 10 euro per interventi di riduzione del rischio sismico, al fine di abbattere drasticamente i costi economici e sociali. Conti alla mano, il sisma dell’Aquila e dell’Abruzzo del 2009 costerà complessivamente in termini di fondi pubblici circa 18-20 miliardi di euro, mentre il sisma dell’Emilia-Romagna del 2012 costerà circa 10-12 miliardi di euro. Impedire, quindi, che in futuro simili ingenti risorse vengano utilizzate in riparazione dei danni è una necessità impellente, se non un obbligo. È evidente, quindi, come sia indispensabile accelerare gli interventi di messa in sicurezza e riduzione del rischio del patrimonio immobiliare italiano anche mediante la rimodulazione di nuove forme di incentivo e di sostegno”.

Ha aggiunto l’esperto di assicurazioni De Simone: “L’obbligo assicurativo contro le catastrofi naturali per le aziende è un’importante passo per la protezione del nostro sistema industriale ma da solo non basta. Le Compagnie sono uno strumento abilitante dal punto di vista della sostenibilità e un fondamentale strumento di mitigazione e trasferimento del rischio ma occorre uno sforzo da parte di tutti, Imprese, Assicuratori, Governo”.

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